Nella vita abbiamo tutti il tempo di recuperare agli errori commessi.
Chi non commette errori? Ma non è mai troppo tardi per rimediare, per recuperare all’errore fatto. È possibile ricevere il perdono dalla persona che abbiamo ferito a condizione che alcune cose avvengano.
Vedremo insieme brevemente la storia di Esaù, gemello di Giacobbe, figli di Isacco il patriarca.
Esaù era il primogenito, in quanto tale gli spettava la benedizione della primogenitura.
“Or mentre Giacobbe faceva cuocere una minestra, Esaù sopraggiunse dai campi, tutto stanco. Esaù disse a Giacobbe: «Dammi per favore da mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché sono stanco». Perciò fu chiamato Edom. Giacobbe gli rispose: «Vendimi prima di tutto la tua primogenitura». Esaù disse: «Ecco, io sto morendo; a che mi serve la primogenitura?» Giacobbe disse: «Prima, giuramelo». Esaù glielo giurò e vendette la sua primogenitura a Giacobbe. Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò, e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura.” Genesi 25:29-34
Giacobbe con inganno ottenne la primogenitura con tutti i benefici che questa posizione comportava oltre alla benedizione che spettava al primogenito. La benedizione consisteva in questo:
“Dio ti conceda la rugiada del cielo, la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino. Ti servano i popoli e le nazioni s’inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre s’inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!” Genesi 27:28-29
Quando Esaù scopre che Giacobbe gli aveva rubato la benedizione, pianse amaramente e prese in cuor suo la risoluzione che quando l’ormai vecchio Isacco sarebbe morto, lui avrebbe ammazzato Giacobbe.
Esaù dopo circa 20 anni si riconcilierà in modo miracoloso con suo fratello Giacobbe e lo perdonerà.
Esaù verrà sempre ricordato come “colui che disprezzò la primogenitura per un piatto di lenticchie”
Inoltre dallo scrittore all’epistola agli ebrei, Esaù verrà definito anche: “Fornicatore e profano” …ma leggiamo attentamente quale esempio Esaù divenne…
“… che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento”.
Ebrei 12:16-17
C’è una cosa molto importante che desidero evidenziare in questo frangente della storia di Esaù…
Oltre a come viene definito, c’è un momento nel quale cerca di recuperare l’errore commesso.
Esaù ha l’opportunità di rimediare ma non la colse.
Quando Esaù seppe, che la benedizione gli fu sottratta da Giacobbe e che per lui non restava nulla, troviamo scritto che: “Alzò la voce e pianse”. (Genesi 27:38)
Il suo gesto si ferma qui. Poi parte per ammazzare suo fratello.
Cari che leggete questa meditazione, molte volte PIANGERE NON BASTA!!!
C’è scritto che pianse, e il suo pianto era vero.
Davvero non c’era nulla da fare per lui?
Davvero non poteva più recuperare all’errore e alla leggerezza compiuta?
C’ERA ANCORA SPERANZA PER LUI.
Abbiamo letto in Ebrei: “Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento”. (Ebrei 12:17)
ATTENZIONE… FU RESPINTO, sebbene la richiedesse con lacrime, PERCHÉ NON CI FU RAVVEDIMENTO!!!
Ecco la causa …se lui si fosse ravveduto, ci sarebbe stata speranza per lui di riavere la benedizione.
Invece Esaù si limita a piangere.
Il vero cambiamento in noi è prodotto, NON DALLE LACRIME, ma DAL RAVVEDIMENTO!
Il pentimento, le lacrime, sono il dolore interiore profondo che uno avverte. È il riconoscere la propria colpa.
Il ravvedimento è l’impegno dopo il pentimento a cambiare, la volontà al cambiamento. È riconoscere e correggersi.
Non è il PENTIMENTO che ti porta al cambiamento.
Il PENTIMENTO ti porta ad UNA ROTONDA, tu poi devi scegliere se PROSEGUIRE DIRITTO o fare inversione e CAMBIARE DIREZIONE.
NON BASTA IL PENTIMENTO, BISOGNA RAVVEDERSI.
Ad Esaù fu respinta la sua richiesta, non perché ormai era “andata” la benedizione a suo fratello e non si poteva fare più nulla, ma perché egli “disprezzò la benedizione, disprezzò la primogenitura, non diede valore alla sua posizione e al beneficio che l’Eterno aveva riservato ai primogeniti”.
Sapete cosa interessava ad Esaù?
Interessava solo quello che ne sarebbe stato di lui e quello che ne sarebbe stato di suo fratello Giacobbe.
Quando Giacobbe gli chiese la primogenitura, Esaù rispose: “Ecco, io sto morendo; a che mi serve la primogenitura?” …mangiò, bevve e si alzò da tavola!
Che leggerezza… che disprezzo per le cose spirituali e per le cose importanti.
Quando invece ascoltò cosa comportava la benedizione per chi la riceveva e cosa era riservato a lui… “pianse ad alta voce”.
Vedete? Non diede valore al bene, ma ai benefici.
Il PENTIMENTO non porta frutti, ma ci mette nella condizione di farli.
Il RAVVEDIMENTO si riconosce invece proprio dai frutti.
Giovanni il Battista disse: “Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento.” Matteo 3:8
Cioè: “fate frutti che dimostrino il vostro cambiamento”
Non basta sentire dolore profondo
Non basta piangere
Devi cambiare e il cambiamento si deve vedere
L’albero buono si riconosce dal frutto.
Elenco alcune cose che ci mettono nella condizione di poterci ravvedere:
BONTA’, PAZIENZA E COSTANZA DIVINA
“Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?” Romani 2:4
TRISTEZZA SECONDO DIO
“Ora mi rallegro, non perché siete stati rattristati, ma perché questa tristezza vi ha portati al ravvedimento; poiché siete stati rattristati secondo Dio, in modo che non aveste a ricevere alcun danno da noi. Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte.” 2Corinzi 7:9-10
PAZIENZA
“Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.” 2Pietro 3:9
Il RAVVEDIMENTO è qualcosa di molto pratico:
Parabola dei due figli
“Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: “Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi”. Ed egli rispose: “Vado, signore”; ma non vi andò. Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò.” Matteo 21:28-30
“E la folla lo interrogava, dicendo: «Allora, che dobbiamo fare?» Egli rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani per essere battezzati e gli dissero: «Maestro, che dobbiamo fare?» Ed egli rispose loro: «Non riscotete nulla di più di quello che vi è ordinato». Lo interrogarono pure dei soldati, dicendo: «E noi, che dobbiamo fare?» Ed egli a loro: «Non fate estorsioni, non opprimete nessuno con false denunce, e contentatevi della vostra paga”. Luca 3:10-14
Cambia modo di fare
Cambia modo di agire
C’è tempo per recuperare, tempo per rimediare all’errore commesso
Se vuoi ottenere il perdono, da una persona che hai ferito con il tuo comportamento, con il tuo atteggiamento verso la vita, verso la responsabilità dei figli, della famiglia …dovrai far vedere i frutti, dovrai fare cose che finora non hai fatto.
La persona che hai ferito deve vedere il tuo cambiamento!
Dovrai prendere la decisione di fare quelle cose che avresti dovuto scegliere di fare prima.
Dio ci aiuti a ravvederci dai nostri errori perché siamo ancora in tempo!
Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com
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