Di fronte a tragedie inaspettate spesso, consumate nei viaggi di piacere o per lavoro, come nel caso della squadra brasiliana del Chapacoense, il mondo rimane stordito e esterrefatto.
In genere nei viaggi aerei vi è molta rilassatezza, ed è giusto che sia così, forse manca un senso di riflessione che la nostra vita è attaccata a un filo che questo filo può spezzarsi da un momento all’altro.
Piangiamo i nostri morti, perché un uomo che muore, non importa quale sia la nazionalità e la distanza geografica, è un nostro compagno di umanità che va via, e per cui esprimiamo il nostro sentito cordoglio… tuttavia, da cristiano sono obbligato dalla mia coscienza nel suscitare una piccola, ma profonda riflessione esistenziale, che l’uomo ogni tanto alzasse la testa più in alto di quanto non lo faccia e che si smarrisse di fronte al mistero dell’universo e della stessa vita umana e considerasse che l’uomo ha la sua ragione di essere nell’atto creativo di Colui che regge il mondo e ogni cosa e a Lui solo va il nostro ringraziamento e la gratitudine… infine, considerare che Gesù, Colui che è Uno con il Reggitore del Mondo, Colui che è morto e che è il Risorto, vuole darci ogni giorno la Sua pace e affrontare la nostra avventura umana nelle strade, nei crocicchi e negli spazi infiniti dei cieli, solcati dai grandi uccelli d’acciaio oppure nei vasti mari spumeggianti al fendere delle grandi balene di ferro nel loro costante movimento… oppure scalare le grandi vette dei monti innevati e superbi per la loro altezza…
Ridere alla vita è una stupefacente espressione dell’animo umano, ma sarebbe anche bello che questo ridere sia accompagnato e sostenuto dal timore e tremore del Sommo Fattore…
Paolo Brancè | Notiziecristiane.com
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