di ROBERTO BRACCO – I discepoli, riuniti e in attesa, nell’alto solaio di Gerusalemme, non sapevano, almeno così sembra, in che modo si sarebbe adempiuta la promessa di Gesù: “Voi riceverete potenza” (Atti 1:8) …, ma sapevano, però, che la loro vita sarebbe stata rivestita di una forza soprannaturale, necessaria per rendere una testimonianza fedele al loro Signore e Salvatore. Possiamo subito dire che essere testimoni voleva dire per loro vivere la vita cristiana, e ricevere quanto promesso da Gesù voleva dire ottenere la forza necessaria per una testimonianza fedele, cioè per una vita piena. Il giorno della Pentecoste udirono il suono di un vento impetuoso e forse rimasero sorpresi di quel fenomeno; videro delle “lingue di fuoco” … e forse rimasero sorpresi anche di questo miracolo; cominciarono a “parlare in altre lingue”, e non è improbabile che anche questa esperienza fu motivo di meraviglia per loro, benché Gesù stesso aveva fatto riferimento a questo segno (Marco 16:17). Di una cosa certamente non rimasero sorpresi, e cioè della potenza che compenetrava totalmente la loro vita.
Erano lì per aspettare non il vento o le lingue di fuoco, ma la potenza, e finalmente l’attesa si era conclusa con la copiosa effusione – E tutti furono ripieni di Spirito Santo (Atti 2 :4) – Si può aggiungere: Tutti furono ripieni di potenza. Infatti, come ha giustamente scritto un fedele servo di Dio, Gesù non aveva promesso lo Spirito Santo “e” la potenza, ma la potenza “nello” Spirito Santo. Da quel momento la testimonianza cristiana, resa da quei discepoli, manifesta i segni inconfondibili della soprannaturalità, e non soltanto nella loro parola, nel loro ministero, ma in tutta la loro vita che è autentica “vita cristiana”.
Nella chiesa di quei giorni non mancano i doni dello Spirito, l’autorità del ministero, l’eloquenza del messaggio o della testimonianza verbale, ma soprattutto è evidente la potenza dello Spirito Santo che si manifesta nella vita di ognuno e in ogni circostanza, in una dimostrazione luminosa di santità, di fede, di amore. La presenza dello Spirito nella chiesa, quindi, l’evidenza di una potenza conferita per vivere una vita cristiana piena. Per questo motivo non possiamo non guardare con giustificato sospetto quei movimenti religiosi che amano definirsi carismatici e che affermano di realizzare l’esperienza del battesimo pentecostale, ma che di fronte all’ostentazione di fenomeni carismatici (che dovrebbero essere attentamente verificati) e mescolati con questi, presentano evidenti segni di confusione dottrinale e non meno chiare manifestazioni di soggezione al mondo e al peccato.
Ovviamente non intendiamo generalizzare e d’altronde il medesimo sospetto può essere avanzato anche nei confronti di quei sedicenti fondamentalisti che difendono gli aspetti formali dell’esperienza pentecostale, ma ignorano il contenuto sostanziale. La potenza dello Spirito Santo deve produrre tutti gli effetti della vita cristiana; genericamente si può concludere che deve, assieme alla manifestazione dei doni, fecondare il frutto, ma quando entriamo nei particolari, negli aspetti pratici, dobbiamo parlare di una vita di autorità nella testimonianza, nel ministero dobbiamo parlare di dimostrazioni di potenza nell’esercizio della santità, dell’amore, della fede.
Lo Spirito Santo deve poter dimostrare la Sua presenza in tutte le scelte, in tutti i programmi, insomma, in tutte le parole del credente, in tutte le sue azioni, in tutti i suoi pensieri.
La netta separazione dal mondo, il deciso ripudio di tutte quelle cose che quando non hanno in modo evidente le caratteristiche del male, nascondono però, gli elementi sottili che possono produrre separazione o anche soltanto distrazione da Dio, l’esercizio di un amore eroico, sincero, e altre cento, mille manifestazioni di una vita vissuta in contrapposizione ai comportamenti di quanti pur professando una religione non conoscono Dio. Questa è la vita cristiana vissuta come testimonianza evangelica nella potenza dello Spirito Santo.
Qualcuno ha detto: “La chiesa deve riscoprire la potenza” ma forse bisogna aggiungere che prima deve riconoscere il “bisogno”, il proprio bisogno di fronte a questa realtà. Ci spieghiamo meglio: La potenza necessaria per vivere la vita cristiana autentica; una vita che nasce da una vera esperienza di salvezza e si evolve nella grazia di Dio. Non sempre, però, quella che viene definita vita cristiana è autenticamente tale; qualche volta invece di conversione, c’è stata forse soltanto convinzione e al posto di un’esperienza rigeneratrice è stato collocato un proponimento umano; un buon proponimento, ma umano.
Da questo punto di partenza, la “vita cristiana” è concepita e vissuta secondo un modello che “non” richiede potenza; bastano le risorse naturali della personalità umana che, anzi, possono tanto più abbellirla e renderla perfino competitiva nel mondo religioso, quanto più sono copiose ed eccellenti. Vogliamo aggiungere che questo genere di vita può essere scelto anche da coloro che sono partiti da una vera esperienza di salvezza e dobbiamo ammettere con dolore che in questi giorni non sono pochi coloro che hanno sostituita la vera vita cristiana con un surrogato che li ha fatti entrare nel consesso delle tante religioni per proclamare, forse, un credo perfettamente ortodosso, ma per vivere secondo le regole e principi che non differiscono molto da quelli osservati dai praticanti di una qualsiasi religione.
Questa vita, ripetiamo, non ha bisogno per essere vissuta, della potenza dello Spirito; è una vita naturale, ed ha bisogno solo di risorse naturali. La vera vita cristiana, invece, è una vita soprannaturale e può essere vissuta soltanto mediante la potenza del Regno, della Parola, dello Spirito. Non dobbiamo solo riscoprire la potenza dello Spirito, ma anche riconoscere la nostra debolezza e non possiamo riconoscere la nostra debolezza se non ritroviamo intero il senso della nostra vocazione. A quanti pregano per un nuovo, potente risveglio pentecostale è utile suggerire di non dimenticare, di mettere al centro della loro preghiera a Dio questa richiesta: “Signore aiutaci ed aiuta il Tuo popolo a ritrovare il senso della nostra vocazione per schiudersi così alla Tua potenza, riceverla per vivere una vera vita cristiana di perfetta santità, in testimonianza del Tuo Figliuolo Gesù Cristo nostro Salvatore”.
https://www.chiesadiroma.it/potenza-nella-vita-cristiana/
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