di ROBERTO BRACCO – “Riceverete potenza”! (Atti 1:8) Le parole di Gesù avevano un preciso significato per i di- screpoli che le udirono e le ascoltarono; raccolti nell’Alto Solaio rimasero in attesa non di sensazioni od emozioni, ma di quella virtù che poteva renderli testimoni di Cristo, della Sua morte, della Sua resurrezione ed essi ricevettero esattamente quello che attendevano dal Cielo. I testimoni di Cristo furono spesso i martiri per Cristo, ma anche quando non giunsero al sacrificio della vita, furono la manifestazione luminosa della potenza e della grazia di Dio. La franchezza, la sapienza, il coraggio, ma soprattutto la santità, l’amore, il servizio furono in questi credenti e attraverso questi credenti l’evidenza della potenza divina.
“Il peccato non vi signoreggerà”; “avete vinto il maligno”; “siete forti ed avete vinto il maligno“ e cento altre espressioni come queste parlano chiaramente della “potenza” che esisteva e che deve esistere nella chiesa cristiana. Non c’è l’ostentazione di fenomeni spettacolari o di prestigiose esibizioni, ma c’è la vita soprannaturale di un popolo che è “uno stesso spirito con Dio” che ha sperimentato e sperimenta la sua grazia. Infatti si può notare che le “affermazioni” neotestamentarie che abbiamo ricordate sono relative a tutti i credenti, cioè a tutti coloro che hanno realizzato l’esperienza della salvezza, ma è ovvio che la “grazia di Dio” diviene ancora più operante nella vita di colui che riceve la “potenza” del battesimo nello Spirito.
Vogliamo dire che ogni cristiano ha in sè la potenza della grazia, ma questa viene esaltata quando si realizza il battesimo pentecostale.
Seguiamo schematicamente l’ufficio del testimone: egli deve parlare, deve operare, deve dimostrare, deve convincere. Ogni credente deve sentirsi impegnato in questo programma, ma tutti devono sapere che per attuarlo fedelmente ed efficacemente devono desiderare, chiedere ed ottenere la potenza del battesimo divino, di un vero battesimo nello Spirito. “Racconta le cose che Dio ha fatte per te!”. Tutti possono farlo; non è difficile esporre fatti e anche dove c’è povertà di linguaggio o deficienza di franchezza è sempre possibile udire la cronaca di avvenimenti vissuti.
Ma i discepoli del Signore che avevano già sperimentato potenza chiesero in preghiera una nuova effusione di Spirito proprio per poter parlare con franchezza (Atti 4:31).
La chiesa cristiana non deve, fondarsi” sopra l’eloquenza o la franchezza’ naturali, ma sopra quelle capacita soprannaturali che derivano dallo Spirito Santo.
La franchezza che viene da Dio non è mai disinvolta impudenza, anzi manifesta, anche nell’autorità, saggezza, gentilezza, verità: esprime concetti ed illustra avvenimenti, oltre che con chiarezza, anche con la potenza dell’amore.
“Voi siete la luce del mondo”. Abbandonare alcuni vizi o modificare il proprio frasario non significa illuminare il mondo; vivere Cristo e manifestare Cristo adempie invece il programma preparato da Dio per il testimone, per ogni testimone. È vero: questa è la manifestazione della grazia di Dio, ma è anche vero che alla lampada che si aggiunge olio si offre maggiore risorsa di illuminazione.
La “potenza del battesimo” non può non essere potenza santificante, cioè alimento, combustibile per ardere e far risplendere la santità di una vita che non ha lasciato soltanto il fumo o la bestemmia, ma che ha lasciato tutto per acquistare tutto, cioè che si è realmente separata da ogni male per essere di Cristo e soltanto di Cristo; i compromessi e le evasioni vengono frantumati dalla potenza che si palesa come una forza magnetica per sollevare dalle vanità del presente secolo o dalle carnalità della vecchia natura. “Fammi vedere la tua fede…” questa sembra essere la domanda provocatoria espressa dal mondo al testimone di Gesù Cristo; la fede deve essere dimostrata perché essa stessa è dimostrazione di cose che non si vedono.
La grazia di Dio dimostra la fede a chi vive la grazia e testimonia di quella fede che lo ha reso partecipe della grazia, ma il credente che ha veramente ricevuto la potenza del battesimo nello Spirito sente di avere qualche cosa che gli permette di dire: “Quello che ho te lo dono…”.
Non ci riferiamo specificatamente al dono di guarigioni o all’esercizio di altri doni, dello Spirito perché crediamo che la “potenza” fa emergere e dimostra la fede in tutte le sue manifestazioni.
Il libro degli Atti conferma questa asserzione offrendoci la cronaca di tutti gli episodi successivi alla Pentecoste: in tutti c’è la dimostrazione della fede, in tutti l’evidenza della potenza.
Mediante queste realtà il testimone convince, ma in ultima analisi è lo Spirito che opera in lui e attraverso lui che convince. Non convince soltanto di peccato, ma convince in relazione alle cose che proclama, alla vita che vive, alle esperienze che presenta.
La forza di convinzione è veramente effetto della potenza che è in lui e questa si manifesta anche, anzi soprattutto, indipendentemente da ogni risorsa naturale. Oggi che il “Battesimo nello Spirito” è diventato un soggetto di larghissimo interesse e che anzi sembra quasi essere punto di incontro per un dialogo ecumenico è indispensabile approfondire l’analisi esegetica dell’insegnamento neotestamentario almeno per due motivi: 1) evitare il rischio di illusorie comunioni, cementate da fenomeni sostanzialmente poveri; 2) preservare un risveglio da una degenerazione che lo privi della potenza divina. Se dove si parla di pentecostalismo o di vita carismatica o anche di lingue, profezie, guarigioni non si manifesta quella potenza che fa dei credenti autentici testimoni di Cristo, si deve purtroppo concludere che manca quel battesimo sperimentato dai primi discepoli in Gerusalemme; manca quella potenza realizzata nel corso dei secoli, manca quell’esperienza che ha manifestato un movimento di risveglio all’inizio di questo secolo; Denominarsi “pentecostali” o affermar^ di aver parlato in “altre lingue” non rappresentano elementi incontrovertibili di fronte ad un mondo che deve essere evangelizzato, ma non li rappresentano neanche di fronte a noi stessi; se non vogliamo vivere d’illusioni o tentare invano di convincere coloro che ci circondano e la nostra coscienza, dobbiamo veramente realizzare e vivere un battesimo pentecostale che sia potenza qualificante per farci essere e per farci vivere come testimoni di Gesù Cristo.
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