Contrariamente a ciò che possiamo pensare, porgere l’altra guancia, non è quel gesto umile, sottomesso. Quel atteggiamento accondiscendente, di chi è disposto a farsi colpire più e più volte senza reagire.
Non è un atteggiamento perbenista dimesso e carico d’orgoglio, del buon Cristiano. In questo modo si andrebbe in battaglia certi di non venirne fuori.
Porgere l’altra guancia è l’esatto contrario di ciò che abbiamo sempre pensato?
L’altra faccia del male è il bene! L’altra faccia della forza è la debolezza. L’altra faccia del peccato è la santità. L’altra faccia della morte è la vita.
Gesù quando scaccia i mercanti dal tempio era mite, sommesso, debole?
Matteo capitolo 2 verso 12 Gesù entrò nel tempio, e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano; rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi.
L’INSEGNAMENTO di Cristo non è: Lasciati malmenare pur di dimostrare che sei un buon discepolo.
L’altra guancia è una risposta, ferma, giusta, vera! Finalizzata al compimento di una azione determinata. Il modo di Cristo di rispondere all’umanità.
L’altra guancia è la parte opposta di una medaglia, non la parte debole, è la parte che completa.
DAVIDE TAGLIA IL LEMBO DEL MANTELLO DI RE SAUL
I SAMUELE Capitolo 24 verso 12 Ora, padre mio, guarda qui nella mia mano il lembo del tuo mantello. Se ti ho tagliato il lembo e non ti ho ucciso, puoi da questo vedere chiaramente che non c’è nella mia condotta malvagità né ribellione e che io non ho peccato contro di te, mentre tu mi tendi insidie per togliermi la vita!
13 Il SIGNORE sia giudice fra me e te e il SIGNORE mi vendichi di te; ma io non ti metterò le mani addosso.
Davide era nascosto in una spelonca, in una grotta senza altre via d’uscita, davanti a se Re Saul e fuori il suo esercito. Poteva tacere e stare nascosto, o fare ciò che i suoi uomini gli consigliavano. Eppure compie un gesto che pone fine a quel contesto.
I SAMUELE Capitolo 24 verso 5 La gente di Davide gli disse: “Ecco il giorno nel quale il SIGNORE ti dice: Vedi io ti do in mano il tuo nemico; fa’ di lui quello che ti piacerà”. Allora Davide si alzò e, senza farsi scorgere, tagliò il lembo del mantello di Saul.
Secondo i criteri “normali” se vi porgessi l’altra guancia, potrei farvi anche arrabbiare; potreste pensare che sono arrogante, strafottente.
Gesù è stato crocifisso, si è lasciato crocifiggere, ha deposto la sua vita da se. Per compensazione di giustizia, al male degli uomini ha risposto con il bene Divino. Eppure la sua sofferenza “umana” è stata enorme.
Quando il Signore Gesù predica di fare il bene*, non dice di fare del bene a chi se lo merita, semmai amate i vostri nemici! Fate del bene a chi non può darvi il contraccambio.
Proprio perché la giustizia non sia quella degli uomini, ne’ il giudizio appartenga ad essi.
Umanamente se facessero male a voi, potreste anche “non avere reazioni violente”, ma se il mondo toccasse qualcosa di prezioso, la moglie o il marito, i figlioli. Come non aggredire il nemico? come non reagire con violenza?
Se penso che qualcuno possa abusare in qualche maniera dei miei cari davanti i miei occhi, whaw! è dura!. Non potrei promettere nulla.
L’altra guancia “del mondo” viene dall’istinto, Mi pesti un piede, Ti pesto, un piede! vuoi uccidermi, ti uccido. A volte soffriamo in silenzio, sottomettendoci, ma Nessuna di queste cose è “PORGERE L’ALTRA GUANCIA”.
Se il mondo è duro, confuso, violento e altro. L’altra guancia è il vangelo! Ovvero controbattere con validi argomenti di giustizia che riprendono e aggiustano una tesi malata.
L’altra guancia è l’esatto contrario.
Le leggi fisiche di questo universo hanno sempre una compensazione.
Un corpo che si muove in assenza di attrito continua all’infinito il suo moto. L’attrito è la sua compensazione. La gravità è la compensazione dell’assenza di peso. Gli opposti in qualche modo si compensano.
Così anche i carnali comportamenti umani hanno bisogno di essere compensati.
Quando, per esempio, pensiamo (e ne siamo convinti) di agire, di determinare, di influenzare il corso delle cose. Che la nostra convinzione e il nostro intento sia malevolo o sia benevolo, ci allontaniamo dall’autorità Divina.
Priviamo DIO della sua maestà, gli togliamo il ruolo di Creatore, di promotore degli eventi, di giudice giusto e assoluto delle cose terrene o celesti.
Ci riteniamo persino autorizzati a credere che il nostro buonismo o perbenismo sia in relazione alla nostra salvezza e a quella altrui.
Cristo è venuto per compensare la malvagità umana, quella palese e quella mistificata dal comportamento fintamente santo.
Seguendo il ragionamento della strampalata logica umana, a chi dovremmo rivolgere l’altra guancia? Se agli uomini che si comportano con violenza ed arroganza “dovremmo” rispondere con amore, a DIO il SIGNORE come dovremmo rispondere?
Agli uomini risponderemo come Davide a Saul, mai con debolezza, con timore o sottomissione, poiché Cristo ci ha dato il diritto di chiamare DIO Padre, facendoci, con la sua morte suoi fratelli e figli di Re. A DIO risponderemo come egli desidera, Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato.
Giovanni Capitolo 13 verso 34 Io vi do un nuovo comandamento, che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. 35 Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.
Francesco Blaganò | notiziecristiane.com
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