A dirlo sono i dati ufficiali: solo negli Stati Uniti, nell’anno fiscale 2014/2015, Planned Parenthood ha praticato 323.999 aborti e ricevuto 553,7 milioni di dollari in contributi pubblici, pari al 43% del miliardo e 296 milioni complessivamente a disposizione. Non solo. I numeri dell’orrore parlano anche di 931.589 kit per la contraccezione d’emergenza distribuiti, di 718 sterilizzazioni femminili effettuate e di 3.445 vasectomie maschili; le cliniche affiliate hanno prodotto profitti per 61,2 milioni di dollari, pur avendo eseguito complessivamente 123.226 screening in meno al seno, garantito 1.265 servizi prenatali in meno e pur avendo registrato un numero di utenti inferiore di circa 200 mila unità (-11%), come rivelato dall’agenzia LifeSiteNews. Nonostante ciò, la multinazionale dell’aborto si è vista contemporaneamente incrementare di quasi 25 milioni di dollari le sovvenzioni pubbliche. Consentendole di spendere 39,3 milioni in pubbliche relazioni, altri 16,7 milioni in iniziative sociali e 4,6 milioni nel restyling del marchio.
Non solo: i fondi giunti ancora una volta a pioggia dallo Stato han fornito a Planned Parenthood i mezzi per rialzare la cresta, nonostante lo scandalo recentemente provocato dai video diffusi, tali da inchiodare i vertici dell’organizzazione alle proprie responsabilità per il traffico degli organi ricavati dai feti abortiti illegalmente. Eppure,Planned Parenthood annuncia di voler puntare tutto sulla promozione, di voler stringere nuove alleanze, di mirare a leggi statali sempre più complici, come quella in discussione in California: se approvata, permetterebbe anche a chi non sia medico di compiere aborti. E poi minaccia: «Siamo pronti a lottare in tribunale, ogniqualvolta l’accesso all’aborto venga posto in discussione». Specificando come l’ultima frontiera di questa autentica macchina da guerra pro-choice sia quella Lgbt, tema che ritiene collegato a quello dei diritti riproduttivi (leggasi aborto): per questo, l’azienda ha salutato con entusiasmo la decisione della Corte Suprema di considerare le “nozze” gay un «diritto costituzionale» e si è detta «orgogliosa» di fornire assistenza sanitaria a molti omosessuali, ad esempio somministrando loro, in oltre 26 centri presenti in 10 Stati americani, gli ormoni necessari per i trattamenti transgender. Son questi ad esser da loro considerati dei trionfi. “Trionfi” davvero sterili, sotto tutti i punti di vista, tali da soddisfare, al più, capricciosi ed egoistici solipsismi, privi di un’autentica apertura all’altro ed alla vita, soprattutto incapaci di amore, quello vero, e di relazioni, che non siano autoreferenziali egocentrismi (fonte: Corrispondenza Romana).
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