Più mi comporto bene e più mi capita il male….

La domanda che molti di noi ci poniamo spesso è: “come mai io più mi comporto bene e più mi capita il male, più compio il bene e più sono esposto alle sofferenze, alle malattie, a volte agli incidenti, alle disgrazie?”.

Questo è un tema antico quanto il mondo, ma è un tema sul quale, se cerchiamo delle spiegazioni razionali o superficiali, potremmo inciampare, potremmo venir meno proprio nella nostra fede personale e accusare Dio del fatto che noi compiendo il bene riceviamo il male e, al contrario, le persone malvagie, compiendo il male ricevono il bene e prosperano in ogni cosa.

Questo accadde ad Asaf, un personaggio della Bibbia, autore del salmo 73, quando onestamente lui dice, (parafrasando): “io stavo per scivolare, io stavo per venir meno nella mia fede, perché consideravo la prosperità delle persone malvagie; e vedevo come loro, che compiono il male, che non credono in Dio, sembra che prosperino in ogni cosa e che tutte le cose vanno loro bene; io che mi comporto bene, invece, sono colpito ogni giorno da varie difficoltà, sofferenze, problemi. Ho cercato di darmi una risposta, ma la cosa mi è parsa molto ardua, molto difficile; finché Dio mi ha fatto considerare la fine di queste persone”.

Quanto è importante, amici, guardare oltre il breve termine e considerare la fine, la destinazione finale. Sapete, i conti si fanno alla fine, e non possiamo fare deduzioni disponendo soltanto di informazioni parziali, a volte incomplete; per una comprensione della realtà, dobbiamo tener conto di tutte le variabili. E una di queste è che molte volte noi non possiamo giudicare Dio sul breve termine, in base a quello che viviamo, che stiamo attraversando, o che subiamo, perché “Dio è buono la sua benignità dura in eterno”, e aggiungo “nonostante qualsiasi cosa ci possa capitare”. Lui vuole il nostro bene!

Non commettiamo l’errore di accusare Dio, la sua integrità, la sua bontà, la sua fedeltà in base a quello che attraversiamo a breve termine; qualsiasi cosa potesse essere, aspettiamo ad accusare Dio. Aspettiamo quel giorno, quando il puzzle sarà completo, e allora comprenderemo che anche gli aspetti incomprensibili, inaccettabili, traumatici, dolorosi, presi in quel momento in se stessi erano distruttivi, ma incastonati nel puzzle, nel piano, nel progetto, nel percorso generale della nostra vita, vengono mediati, diluiti, trovano la loro collocazione e spiegazione, e alla fine, quando tutto sarà chiaro, tutto sarà rivelato, saremo pronti a ringraziare Dio.

Certo a breve termine, a volte sembra che più ci comportiamo bene, più compiamo il bene e più riceviamo il male, mentre, al contrario, le persone cattive compiono il male e prosperano in ogni cosa.

Ma se consideriamo – come fece Asaf – il risultato delle opere di queste persone, possiamo solo immaginare la fine che faranno costoro un giorno.

Per cui, come ci esorta la Bibbia, non arrabbiamoci a causa dei malvagi e non portiamo invidia di quelli che agiscono malvagiamente, perché la loro fine è di essere falciati come il fieno

e appassire come l’erba verde. Ma noi confidiamo in Dio e continuiamo a fare il bene e a perseguire la giustizia, perché la destinazione dei giusti è gloriosa.

Alessio Sibilla

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