Sembrerebbe che il pesce di tutto il mondo è inquinato dagli scarichi tossici che si sversano nelle acque marine.
La prima conseguenza visibile potrebbe già essere la condizione di alcune spiagge italiane, da qui la perplessità riguarda gli abitanti del mare.
Andando non molto lontano dalla costa i metalli pesanti, soprattutto ilmercurio, il metallo più nocivo, sembrano concentrarsi e contaminare i prodotti ittici, dai freschi ai surgelati.
Ovviamente il problema non è circoscritto all’Italia, ciò vale anche per il pesce importato dall’estero: analisi sanitarie sui campioni derivanti da ciascuno dei grandi oceani, rivelano che è l’intero pianeta ad essere inquinato: le raffinerie di petrolio, l’industria metallurgica, le fabbriche di fertilizzanti, l’industria chimica e della carta portano al mare mercurio, piombo e oli e grassi.
Pesce e mercurio: ma il tonno?
Il tonno rosso sembrerebbe essere l’apice dei prodotti a rischio, mentre tra i pesci da privilegiare: sardine, orata, merluzzo, rombo, sogliola, platessa e alici, tonno pinna gialla, spada.
Fortunatamente, Spiega Francesco Saverio Civili (Istituto Nazionale di Alimentazione), e direttore del Programma Med Pol per la sorveglianza dell’inquinamento del Mediterraneo, «È vero che gli inquinanti chimici possono accumularsi soprattutto nei pesci, ma in realtà non ci sono rischi immediati per chi se ne nutre. I dati sono stati raccolti perché la situazione va tenuta sotto controllo ..».
Le quantità di mercurio diminuiscono drasticamente se si considera lo scatolame e meglio ancora se ci troviamo al mare e sappiamo che la filiera della pesca non è così complessa, il prodotto migliore è quello fresco e consumato sul posto: questo evita la degradazione e favorisce il mantenimento delle proteine, vitamine e Sali minerali.
Ma allora dovremmo limitare il consumo di pesce? E quali pesci preferire?
Di norma i pesci di grossa taglia come tonni e pesci spada contengono più contaminanti, perché occupando i piani alti della piramide alimentare si cibano di pesci più piccoli e accumulano grandi quantità di metilmercurio. Non solo, in genere, più aumenta l’età di un pesce, più crescono le sue dimensioni e dunque le quantità di sostanze tossiche nel grasso.
Nel tonno pinna gialla, che è la specie maggiormente utilizzata per le scatolette, ci sarebbero dei livelli inferiori di inquinanti, possiamo quindi favorirlo, meglio se al naturale sulla nostra tavola.
Preferire sempre pesce azzurro piccolo come acciughe, alici, sardine, sarde, avanotti di vari pesci di piccola taglia.
Inoltre le analisi effettuate sui pesci di allevamento come trote, orate e spigole, anguille di provenienza nazionale hanno rivelato quantità molto al di sotto dei limiti di legge di mercurio e altre sostanze accumulabili nel grasso, questo perchè i mangimi e le materie prime che li compongono sono regolati da normative molto restrittive, che riducono il rischio.
I mangimi contengono farine vegetali, integratori vitaminici e minerali, farine di pesce ricavate da alacce e sarde.
Dal punto di vista nutrizionale, il pesce è ricco di acidi grassi omega 3, importanti perché fanno parte delle nostre membrane cellulari; sono essenziali per lo sviluppo del cervello e della retina, ma soprattutto danno origine ad alcune molecole (chiamate eicosanoidi) che migliorano la fluidità del sangue.
Gli omega 3 dei pesci sono in prevalenza a lunga catena, fino a 22 atomi di carbonio. Alcuni di questi, Epa e Dha, sono presenti solo in pesci, crostacei e molluschi, altri (acido linoleico) negli oli di semi. In egual misura le sostanze nutritive appartengono anche ai pesci di allevamento: vitamine, proteine e acidi grassi in abbondanza.
Guida al pesce giusto: salute in tavola senza metalli pesanti
Il consumo nazionale di pesce si aggira intorno a 2,2 porzioni a settimana, il consiglio è sempre quello comunque di aumentarne le dosi almeno a 3/4 volte la settimana a scapito di altre proteine animali o grassi e cibi confezionati e raffinati in modo che anche una piccola quantità giornaliera possa avvicinarsi al fabbisogno di proteine, omega, grassi e Sali minerali.
-
Sarda
Questo pesce è una fonte importante di proteine, ferro e zinco, oltre che dei grassi tipici del pesce, gli omega 3: ne hanno circa il 5 per cento, ma in scatola sott’olio la percentuale sale fino al 14 per cento.
-
Rombo, orata e spigola o branzino
Il 70-80 per cento di spigole (carne magra ma ricca di proteine e ferro) e orate proviene dall’acquacoltura. Non così il rombo, anche se questa specie comincia a essere allevata.
-
Cernia
È un pesce selvatico, molto pregiato e di grande dimensioni (da 60 a 140 centimetri). La cernia di scoglio contiene maggiori quantità di grassi rispetto a quella di fondo.
-
Trota e salmone
Mentre la prima è relativamente povera di grassi, il secondo è noto per il suo alto contenuto di omega 3, oltre che di proteine e di vitamina B12.
-
Spada e tonno
Il pesce spada ha carni saporite e di consistenza compatta, con proteine a basso tenore di grasso (4 per cento). Il tonno è ricco di omega 3, di vitamina B12 e di vitamina D. Quello in scatola mantiene una buona percentuale di vitamine, ma è povero di acidi grassi.
-
Anguilla
Un tempo il capitone (l’anguilla grossa) era considerato un cibo magro, consumato alla vigilia di Natale. Poi si è visto che la sua carne è fra le più grasse (oltre il 10 per cento). Per questo è sconsigliata a chi è a dieta.
Pesce e mercurio la lista: ma quale pesce mangiare?
Autore: naturopata Francesca Perego | Naturopataonline.org/
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook