“E non avendo essi di che pagare, condonò il debito ad ambedue…” (Vangelo di Luca 7:42)
Forse non tutti lo sanno, ma siamo tutti in debito. Se a qualcuno venisse l’idea di ripagare l’intero debito pubblico italiano (pari a 2.136 miliardi di euro a fine 2014 secondo i dati Eurostat) questo verrebbe a costare circa 35.000 euro a testa per tutti gli italiani, neonati e ultracentenari compresi. Veramente improponibile! Ne deriva che tutti noi siamo in debito! Oltre al debito pubblico, c’è poi il debito individuale di ciascuno, con differenze sull’ammontare.
Tutti siamo in debito: abbiamo peccato! Lo afferma la Parola di Dio: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23).
Certo qualcuno potrà dire che alcuni hanno peccato più di altri. Ma per quanto i nostri debiti possano essere da noi considerati piccoli oppure grandi, la Bibbia afferma che nessuno possiede qualcosa che possa permettergli di ripagarli.
L’episodio della parabola nel Vangelo presenta chi è debitore di cinquanta denari e chi è debitore di cinquecento, e questo ci fa pensare che forse potremmo pensare di riuscire a pagare i cinquanta. Ma non sta così, non possediamo nulla e, pertanto, non saremo in grado di pagare più facilmente i cinquanta denari rispetto ai cinquecento, semplicemente non siamo nella possibilità di farlo.
Quel padrone condonò comunque a entrambi. Sì, per il Signore è semplice perdonare tanto i peccati più “grandi” quanto quelli più “piccoli” (anche se noi sappiamo che non c’è una scala di grandezza che misuri l’ampiezza del peccato perché questo, piccolo o grande che sia considerato, dà sempre lo stesso effetto: separa da Dio e preclude l’ingresso alla vita eterna). C’è un solo modo con il quale è possibile essere liberati dai nostri debiti.
Un re doveva una grande somma di denaro a uno dei suoi nobili, ma non era in grado di saldare il suo debito, non poteva pagare. Quel nobile allora invitò il re ad una grande festa in suo onore. Al centro della sala di ricevimento in un grande bracere ardeva un fuoco di legna profumata. A un certo punto, durante il corso della festa, quel nobile che aveva invitato il re, portò alla sua presenza tutte le ricevute controfirmate dal re comprovanti i debiti contratti e, quando tutti gli occhi erano posati su di lui per vedere che cosa ne avrebbe fatto, le gettò nel fuoco cancellando in quel modo ogni possibilità di recupero di credito, qualsiasi prova di indebitamento.
Questo è il modo con cui Dio agisce verso i nostri peccati. Li getta tutti nelle fiamme profumate del sacrificio di Cristo, e di essi non si udirà mai più nulla.
Addirittura con un gesto di profonto amore per chiunque guarda a Lui, li getta nelle profondità degli abissi del mare: “Egli tornerà ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati” (Michea 7:19)
Un uomo bizzarro era solito portare con sé un libricino, che toglieva spesso dalla tasca e chiamava la sua “biografia”. Aveva soltanto tre facciate e, anche se non vi era scritta neppure una parola, sosteneva che quei pochi fogli fossero in grado di descrivere perfettamente tutta la storia della sua vita.
La prima pagina era nera: rappresentava il peccato; quella era la sua condizione iniziale. Rabbrividiva ogni volta che la guardava.
La seconda pagina era rossa: rappresentava il sangue che Gesù Cristo ha versato alla croce per la salvezza di chiunque crede in Lui. Il volto di quell’uomo sembrava risplendesse ogni volta che l’osservava. La terza facciata era bianca: rappresentava quello che lui era diventato una volta lavato dal sangue di Gesù, reso più bianco della neve. Il suo breve libricino raccontava la storia della sua vita redenta, trasformata dalla potenza d’amore di Dio.
Anche noi, tra la pagina del nero dei nostri peccati e quella del bianco della redenzione e salvezza che possiamo ricevere, dobbiamo avere nel libro della nostra vita sempre la pagina del rosso del sangue di Cristo che ha pagato ogni debito per noi.
https://www.assembleedidio.org/cristianioggi/vita-cristiana/perdono-gratuito/
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