Perché smettiamo di leggere la Bibbia?

Quindi quest’anno hai preso l’impegno di leggere la Bibbia. Gloria a Dio.

Magari per te è una cosa nuova, un proposito per l’anno nuovo. O forse sei un esperto, un veterano della lettura e speri di mantenere le abitudini che Dio ha benedetto in tutti questi anni.

A prescindere da quanto tu abbia già letto in passato, tanto o poco che sia, c’è una cosa destinata a capitare, forse proprio la settimana prossima, che non cambierà. Forse è già successo. Ti siederai per passare un po’ di tempo con la Parola, trascorrerai mezz’ora leggendo Genesi, Deuteronomio, i Salmi o Romani, chiuderai il libro e non avrai idea di cosa fare con ciò che avrai appena letto.

Cosa fai quando non sai come applicare ciò che hai letto nella Bibbia, quando dopo averla letta non hai spunti particolari, rivelazioni profonde, e neanche una benché minima esperienza di stupore o meraviglia? Questo accade più spesso di quanto ciascuno di noi sia disposto ad ammettere. Ci snerva. Aiuto: ho appena ascoltato Dio, ma non cambia nulla!

Cosa fare quando la lettura della Bibbia sembra insignificante o irrilevante?

Due inganni di Satana

Per cosa pregare quando la lettura della Bibbia non dà nuovi principi su come vivere? Che senso ha leggere le Scritture quando non c’è applicazione personale?

Satana punta a divorarci vagliando la fede nelle nostre anime (Luca 22:31; 1 Pietro 5:8). Mentre leggiamo la Bibbia Satana ci inganna in due modi.

Il primo è che si tratta di tempo perso. Il nostro piano di lettura ci ha fatto perdere mezz’ora leggendo che “c’era un re malvagio. Ha combattuto con queste persone. È morto. Suo figlio lo rimpiazzò al trono…”. Sì, magari è interessante, ma se è tutto qui allora è meglio accendere un canale di SKY!

Questo è l’inganno del cinismo. Non c’è nessuna applicazione per me in questa lettura. Quindi, è tempo perso! Col tempo, inizieremo a leggere la Bibbia sempre meno o magari saltando le parti “insignificanti” che riteniamo meno valide o importanti per noi.

O forse Dio ci preserva dal valutare cinicamente l’importanza di alcuni libri e capitoli nella Bibbia. Abbiamo ancora momenti in cui non sappiamo cosa fare con ciò che abbiamo letto. In questo caso, non ci interroghiamo sulla Bibbia, ma su di noi. Questo è l’inganno dell’insicurezza.

Perché non traggo nulla dalla lettura della Bibbia? La Parola di Dio non è certo insignificante, quindi siamo noi che non siamo abbastanza intelligenti, spirituali o colti. Le nostre letture mattutine che iniziano con speranza e autentica determinazione, terminano lasciandoci un’ansia introspettiva: “Che problema ho se oggi non ho imparato nulla?”

Noi non siamo archivi

Se hai sperimentato cinismo o insicurezza mentre leggevi la Bibbia, non disperare. Quando comprendiamo noi stessi e la Bibbia, vediamo che non esiste tempo dedicato alla Bibbia che sia insignificante o senza valore.

Parte del nostro problema è che fondamentalmente fraintendiamo la creazione dell’uomo da parte di Dio. In realtà gli uomini non sono sistemi intellettuali che archiviano informazioni. Praticamente nulla di quello che fai durante il giorno è il risultato dell’inserimento di informazioni nel tuo cervello, dell’elaborazione di premesse logiche e della decisione di agire sulla base di tali premesse.

Il motore principale della tua vita non è quello che sai, ma quello che ami. Ci muoviamo costantemente (anche se spesso non si nota) nella direzione dei nostri affetti – le inclinazioni più profonde, i desideri e gli amori che risiedono nei nostri cuori.

Perché leggere?

È per questo che Davide disse: “Se la tua legge non fosse stata la mia gioia, sarei già perito nella mia afflizione” (Salmo 119:92). Davvero? Perito?

Davide era un poeta, ma questa non è un’iperbole. Anche se mediti sulla legge di Dio il giorno e la notte (Salmo 1:2), scorgi l’applicazione più profonda delle tue letture, capisci tutti i misteri e la conoscenza della volontà di Dio (1 Corinzi 13:2), ma il tuo cuore non è modellato sull’immagine del Figlio di Dio, la lettura della Bibbia non ti varrà a nulla.

Quando leggiamo la Bibbia, il nostro scopo non deve essere primariamente quello di imparare certe cose, ma di diventare persone di un certo tipo. Vogliamo che la bellezza, l’eccellenza e la santità di Dio si propaghino in noi sempre di più – non solo nel nostro modo di pensare, ma anche nel nostro modo di amare, sentire e nel nostro comportamento.

Cerchiamo di capire la Parola di Dio con le nostre menti, di trovare applicazioni nelle nostre vite, ampliare la nostra conoscenza dei misteri di Cristo. Questi non sono fini di per sé, ma percorsi che Dio ci dà per conformarci all’immagine di Suo Figlio (Romani 8:29).

Una spada nelle Sue mani

Leggere la Bibbia può scoraggiarci o farci diventare cinici, un po’ perché ci dimentichiamo cosa significhi essere umani ma anche perché ci dimentichiamo spesso che la Bibbia è il libro di Dio.

La Parola di Dio è “come il fuoco (…), come un martello che spezza il sasso” (Geremia 23:29). Non possiamo bloccare il martello di Dio solo perché non ne abbiamo tratto un nuovo principio per vivere. Non possiamo sminuire la Parola vivente e attiva di Dio solo perché non abbiamo capito il suo significato pratico nell’immediato.

Dobbiamo essere costanti nella lettura ma, in ultima istanza, è Dio che ci fa crescere (1 Corinzi 3:7) – dandoci comprensione, applicazioni, soluzioni – e Lui non dipende da noi, può benedire come vuole. Quando leggiamo la Bibbia non stiamo facendo una terapia che ci aiuta a pensare o ad agire meglio. Ci stiamo rivolgendo a Dio, la cui spada è “penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla” (Ebrei 4:12).

La tua crescita e santificazione procedono più profondamente di quanto tu possa percepire; non scoraggiarti se non le vedi complessivamente. Con dieci minuti di lettura “insignificante” della Bibbia, Dio può fare molto di più nella tua vita che tutta la saggezza di Omero, Shakespeare e Tolstoj insieme.

Non è mai tempo perso

Tutta la Parola di Dio è “perfetta, ristora l’anima” (Salmo 19:7), ciò significa che il tempo che passi con la Bibbia non è mai uno spreco. Non importa quanti spunti ricevi in un giorno di studio (tanti o pochi che siano), c’è sempre qualcosa per cui pregare dopo aver passato tempo con la Parola:

“Signore, la tua Parola è perfetta, certa, giusta, pura, sana e vera. Con Essa Tu risvegli anime, rendi saggio il semplice, fai gioire cuori, illumini gli occhi e ci modelli con la tua giustizia (Salmo 19:7–9). Trasforma le parole davanti a me in virtù e grazia dentro me, modellandomi sull’immagine di Tuo Figlio. Fai cadere la Tua Parola su di me come un martello, spazzando via il peccato e perfezionando ciò che è giusto. Modella non solo la mia mente, ma tutto me stesso, affinché ami ciò che Cristo ama e odi ciò che Lui odia. Amen”.

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