di J. ROBERT ASCHROFT – Molto si sa del parlare in altre lingue; molto non si sa e rimane un mistero. Eppure nelle Scritture ci sono insegnamenti sufficienti a darci una chiara rivelazione sul valore del parlare in altre lingue e sul come bisogna usare questo dono. Ecco i punti più importanti.
1. E’ chiaramente detto che si sarebbe verificato l’avvenimento del parlare in altre lingue. « Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto … parleranno in lingue nuove … ». (Marco 16 :17). Queste parole furono dette da Gesù, e questo fatto in se stesso dà la misura dell’importanza del parlare in altre lingue.
2. Lo straordinario fenomeno del parlar in nuove lingue fu manifestato durante l’effusione iniziale dello Spirito Santo. « E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi » (Atti 2:4). Così abbiamo ora il Signore stesso e lo Spirito Santo, che ci accertano del parlare in altre lingue.
3. In tutte le circostanze (eccetto una) in cui il libro degli Atti parla di quelli che erano riempiti di Spirito Santo, vediamo che i credenti parlavano
in altre lingue. E nell’unica eccezione, non possiamo logicamente concludere che non parlarono in lingue sebbene non espressamente detto.
4. Paolo parla dello scopo del parlare in altre lingue : « Chi parla in altra lingua non parla agli uomini ma a Dio » (1 Corinzi 14:2). Questo è lo scopo più nobile che vi possa essere. A questo punto dobbiamo notare che ora abbiamo la conferma dal Vangelo, dagli Atti e dalle Epistole. Anche dalla storia della Chiesa sappiamo che questo fenomeno si è manifestato per affermare che questo dono è da Dio.
5. Il parlare in lingue non ha solo
lo scopo menzionato da Paolo, ma serve anche quando c’è l’interpretazione o quando la lingue è capita da qualcuno dei presenti, come avvenne nel giorno della Pentecoste, quando molti del popolo dicevano : « E come che li udiamo parlare ciascuno nel nostro proprio natio linguaggio? … li udiamo parlare delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue » (Atti 2:8, 11).
6. C’è uno scopo anche nel parlare in lingue non comprese dai presenti, in quanto serve come segno per i non credenti (1 Corinzi 14:22). Serve per attirare l’attenzione e suscitare interesse nei presenti. Poi il Signore parla loro per mezzo della profezia e rivela i segreti dei loro cuori, ed essi si avvicinano a Dio.
7. Vi sono personali vantaggi per coloro che parlano in altre lingue, in quanto non esiste più la barriera della struttura di una lingua umana, e quindi c’è una maggiore libertà di esprimere i sentimenti dell’anima senza alcun impedimento. Esiste una segreta comunione tra il nostro essere più profondo e Dio.
8. Paolo dice: « Non impedite il parlare in altre lingue » (1 Corinzi 14:39). E’ molto importante notare che il grande apostolo dice anche : « Io parlo in altre lingue più di tutti voi » (1 Corinzi 14:18), e che è grato a Dio per questo fatto !
Prima di finire, vogliamo far notare che vi sono limiti nell’uso delle lingue.
Il primo è quello a cui abbiamo accennato più sopra, e cioè che devono essere usate solo per parlare a Dio, eccetto quando la chiesa ha bisogno di essere edificata.
Queste osservazioni bibliche ci dovrebbero far comprendere l’importanza di avvalerci di tutti i privilegi inerenti a questa nuova dimensione provveduta dal Battesimo nello Spirito Santo.
Fonte: http://www.chiesadiroma.it/edificazione-autori-vari/11820/perche-le-lingue/
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