Perché vediamo spesso tra le coppie gay un giovanotto ed un uomo brizzolato? Possono la psicologia e la sociologia darci una risposta anti-dittatoriale?
[Elton John (72) e David Furnish (56): 16 anni di differenza]
I gay cercano spesso attraverso la sodomia di riconnettersi emotivamente ai loro padri, di ricucire quel rapporto che è il più delle volte distante ed ostile. Cercano nel partner papà, un uomo spesso più grande di loro. Si viene così a creare un gioco di ruolo: il padre ed il figlio, nel tentativo “legittimo” (ma che non costituisce la soluzione) di soddisfare le tre A (affetto, approvazione e attenzione) che la figura maschile di riferimento, per qualche ragione, non gli ha potuto offrire (1). Per questo motivo, sono celebri nel mondo e nell’immaginario gay le figure del bear (l’orso, l’uomo villoso che stereotipicamente e infantilmente ricorda il padre), il daddy (il papino), lo sugar daddy (l’uomo anziano che mantiene il giovane in cambio di prestazioni sessuali), il twink (il ragazzo attraente in età adolescenziale e glabro). Non è un caso che al quarto posto tra i porno più cliccati del web ci siano proprio i video a tema “daddy” ed al secondo quelli a tema “eterosessuali” (cioè etero che fanno sesso con gay) (2). Questa è una prova ulteriore di come tramite la sodomia si ricerchi la connessione col padre e con il mondo maschile (i cosiddetti “etero”), spesso per mezzo di un ragazzo provvisto delle caratteristiche di cui un omosessuale si crede mancante (virilità, assertività, spavalderia, scioltezza, sportività, sicurezza di sé, prestanza fisica, etc) e/o che gli ricorda un pari dal quale nell’infanzia o nell’adolescenza era bramoso di ricevere attenzione e/o una sana amicizia. Il partner più vecchio cercherà di fare da padre al più giovane, con l’obiettivo di trovare un riscatto al suo triste e castrante vissuto: «Quello che mio padre non è riuscito a darmi, lo darò io al mio ragazzo.» Ma naturalmente con l’aggravante dell’affetto che si è, con gli anni e col peccato, sessualizzato e pervertito.
[L’attore e scrittore Stephen Fry (62) e il suo compagno Elliot Spencer (32): 30 anni di differenza]
Ancora, un motivo per cui tra le coppie gay c’è spesso un notevole gap di età (a volte anche generazionale) è perché quasi il 40% degli omosessuali maschi è stato vittima di pedofilia (3). Nel fare sesso con persone molto più grandi o molto più giovani, i gay non fanno altro che riprodurre quello che è stato il loro imprinting al sesso: un bambino ed un adulto. La Dr Carla Clark (psichiatra) ha affermato che gli omosessuali hanno il 45% di probabilità in più di essere stati molestati nell’infanzia (4). Il Dr George Rekers (neuropsichiatra) ha affermato che gli omosessuali sono stati 6,6 volte di più abusati sessualmente nell’infanzia rispetto ai maschi eterosessuali e che questo porterebbe i maschi omosessuali ad essere attratti dagli adolescenti post-puberali (dai 12 anni in su) con un basso livello di maturità sessuale (5, p. 78). Non a caso il porno a tematica “twin” è settimo in classifica (2). Nel sesso omosessuale, infatti, si mette sempre – ed obbligatoriamente – in scena quello che è un rapporto di violenza sessuale, un abuso ed un gioco di ruoli: il passivo e l’attivo, l’abusato e l’abusatore. Questa è l’anima della sodomia.
[L’attore Matt Bomer (41) ed il pubblicista Simon Halls (55): 14 anni di differenza]
Ma la sodomia è la soluzione? Il fatto che il 40% degli omosessuali abbia avuto in media 500 partner nell’arco della sua vita, che il 79% abbia fatto sesso per metà con sconosciuti e occasionalmente e che solo il 4,5% si dichiari fedele al proprio partner (6) è foriero di un disagio e di una inquietudine dell’animo gay. Lo psicologo Stephen A. Diamond afferma che la promiscuità è spesso osservata insieme ad altri disturbi mentali come psicosi, comportamenti maniacali, abuso e dipendenza da sostanze, disturbo da identità dissociativa, borderline e narcisismo. Continua, affermando che la promiscuità (vedi anche ninfomania o satiriasi) è la risposta ad una ricerca di amore, la conseguenza di un divorzio e della mancanza di un modello genitoriale stabile (non a caso l’omosessualità è cresciuta all’indomani della legalizzazione del divorzio e della liberalizzazione sessuale), al senso di solitudine, di insicurezza, a perdite traumatiche nell’infanzia o nell’adolescenza che intaccano l’immagine di sé e l’autostima (7). Non a caso, gli omosessuali, rispetto ai non omosessuali, sono più tendenti a depressione, pensieri suicidi, comportamenti autolesionistici. Il campione parte da bambini di 10 anni che si identificano come gay (8). Ma, questo dove? In Arabia Saudita? No, affatto. Tutto questo nel paese più gay friendly del pianeta, il Regno Unito, dove la teoria e l’indottrinamento gender cominciano dall’asilo e dove due uomini o due donne possono anche acquistare un neonato. Gli omosessuali, inoltre, sono più propensi all’uso di alcol e droghe (marijuana e cocaina) rispetto ai non omosessuali (9). Un altro studio condotto dalla Scuola di Scienze del Comportamento di Netanya (Israele) afferma che l’omosessualità e il disturbo narcisistico (culto innaturale o patologico della propria persona) sono strettamente collegati, insieme ad un livello più basso di autostima rispetto alla controparte eterosessuale (10). Forse perché gli israeliti sono omofobi? Ricordiamo che lo Stato di Israele riconosce le unioni gay ufficializzate all’estero, che Tel Aviv è stata dichiarata “la capitale gay” del vicino oriente (12) e una delle città “più gay friendly dell’intero pianeta” (13) con tanto di Pride Parade, spiagge gay e “miglior città gay del 2011” (14); gli LGBT sono addirittura accettati nell’esercito israelita, possono adottare bambini e servirsi della maternità surrogata (15).
[L’attore e regista Gerald McCullouch (52) e il cestista Derrick Gordon (27): 25 anni di differenza]
La soluzione a tutto questo disagio, sofferenza e peccato è l’amore del Padre, DIO. Attraverso il sacrificio di Gesù sulla croce i nostri peccati possono essere espiati e cancellati. Attraverso lo spirito santo possiamo essere guariti da qualunque tipo di trauma, disagio o disturbo, perché l’Amore è l’antidoto. Non l’amore secondo il mondo, che quasi spesso coincide col sesso, o che comunque nessun uomo e nessuna donna sono in grado di darci, ma quell’amore che proviene direttamente dalla fonte, che non è contaminata dal peccato e dal mondo. Questo amore si chiama Gesù. Attraverso la fede in Lui, Dio può adottarti come figlio e guarire le ferite del tuo cuore. Lui è tuo Padre, quello vero, quello infallibile, quello che ti comprende sempre e che ti porge la mano. Colui che oggi non ti accusa, ma che ti dice: “Vieni a me come sei e berrai dalla fonte dell’acqua della vita.”
Gesù l’ha fatto con noi, vuole farlo anche con te. Nel Regno di Dio c’è un posto anche per te. Reclamalo!
ECCO, IO STO ALLA PORTA E BUSSO, SE QUALCUNO ODE LA MIA VOCE ED APRE LA PORTA, IO ENTRERÒ DA LUI, E CENERÒ CON LUI ED EGLI CON ME. A CHI VINCE CONCEDERÒ DI SEDERE CON ME SUL MIO TRONO, COME ANCH’IO HO VINTO E MI SONO POSTO A SEDERE COL PADRE MIO SUL SUO TRONO.
(APOCALISSE 3:20-21)
Fonti
1) Nicolosi, (1991). Reparative counseling of male homosexuality: A new clinical approach. Northvale, NJ: Jason Aronson
2) https://www.pornhub.com/
3) https://
4) https://
5) In “Review Of Research On Homosexual Parenting, Adoption” disponible su www.bioeticaweb.com
6) https://carm.org/
7) https://
8) https://www.thelancet.com/
9) https://
10) https://
12) James Kirchick, Was Arafat Gay? (Out)
13) The world’s most gay-friendly places, in Calgary Herald, 29 giugno 2011.
14) http://www.jpost.com/
15) https://en.wikipedia.org/
Su #AmorePuro: https://amorepurogesu.com/
