Perché l’eutanasia infantile in Olanda è una dramma che riguarda tutti noi

00l Belgio, che ha dato il via libera all’eutanasia per bambini e adolescenti nel 2014, non avrà più questo mortifero primato. O meglio, dovrà condividerlo con l’Olanda che, nelle scorse ore, ha fatto sapere di voler aprire alla «dolce morte» per i bambini tra il primo e il dodicesimo anno di età. È quanto deciso dal governo dell’Olanda, che intende riservare la nuova misura ai piccoli che versano in condizioni estremamente critiche e senza alcuna possibilità di guarigione.

Più precisamente, secondo quanto riferito dai media dei Paesi Bassi – che già furono, nel 2002, la prima nazione al mondo a legalizzare l’eutanasia -, la nuova disposizione introdotta sarà per i bambini che, da un lato, soffrono «in modo insopportabile per una malattia mortale», e, dall’altro, non hanno speranze di miglioramento e per i quali le cure palliative non risultano sufficienti ad alleviare le sofferenze.

In questo modo, ha fatto sapere ai parlamentari il ministro della Salute, Ernst Kuipers – che aveva pubblicato tale proposta lo scorso giugno , si estenderà e rivedrà il protocollo vigente, al momento valido finora solo per i neonati. Fino a ieri c’era chi lamentava infatti una sorta di “vuoto legislativo”, spingendo affinché le linee guida sull’eutanasia per i neonati – valide come detto fino ai 12 mesi dalla nascita -, potessero essere estese fino ai dodicenni, età dopo la quale varrebbe la disciplina sulla «dolce morte» per gli adulti; una macabra e sconvolgente richiesta “finalmente” soddisfatta.

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