Perché è importante conoscere la struttura del libro di Daniele

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Perché il libro di Daniele racconta sia gli interventi di Dio nella storia a favore dei suoi servi e sia le sue profezie che ci ha voluto fare conoscere, questi aspetti ci confermano che Egli vive e regna Sovrano. Ha una struttura molto complessa e questo è indice diqualcosa di molto importante, inoltre la sua collocazione nel canone ebraico ha un significato a livello teologico. Non è strutturato in ordine cronologico perché a Daniele non interessa raccontare le cose in ordine cronologico infatti per i profeti non è questo il punto principale da seguire.

Riassumendo il libro di Daniele ha tre punti importanti come messaggio rivolto al popolo di Dio:

1) Dio ha mandato il suo popolo in esilio dalla terra promessa perché ha peccato nei suoi confronti e non si sono ravveduti e lo ha messo sotto l’oppressione delle nazioni e dei re di questa terra;

2) Dio non ha abbandonato il suo popolo, lo farà tornare ad essere nella Sua presenza e nella Sua terra alla fine dei tempi o negli ultimi giorni quando Dio avrà umiliato i re della terra e dato il suo Regno Eterno al suo “unto”, il Figlio dell’uomo. Nel frattempo il suo popolo deve vivere a Babilonia e affidarsi a Dio perseverando durante i tempi della persecuzione fino alla fine dei tempi;

3) C’è una speranza: “il popolo tornerà nella presenza di Dio”. Questa è una prospettiva più ampia e di tipo apocalittico e si proietta sul futuro del popolo di Dio e dell’umanità, infatti la sorte del popolo di Dio è legata alla sorte dell’umanità quindi nelritorno del popolo di Dio dall’esilio non c’è un semplice ritorno legato al periodo storico ma c’è un “ritorno escatologico” dall’esilio che consiste nel compimento del piano di Dio per l’umanità.

 Il messaggio fondamentale di Daniele è un messaggio di “incoraggiamento” nel perseverare fedeli e integri a Dio fino al suo ritorno.

 Il libro è strutturato in due parti: i primi 6 capitoli sono di tipo narrativo essi raccontano storie, mentre gli ultimi 6 capitoli sono delle profezie di tipo apocalittico.

Notiamo che c’è un cambiamento di genere letterario, una differenza di stile che consiste in una struttura più complessa e interessante. Ci sono molti punti comuni nel libro ad esempio tra il capitolo 2 e i capitoli 7 e 9 che raccontano la storia di un sogno, la storia di quattro regni, fanno riferimento al re Davide e c’è un riferimento alla fine dei tempi. Nel primo indizio vediamo tutti questi punti comuni. Nel secondo indizio ci sono molti punti comuni tra il capitolo 3 e il capitolo 6, notiamo che nel capitolo 3 racconta di Shadrak, Meshak e Abed-nego, servi di Dio, che vengono gettati nella fornace ardente per la loro integrità al Dio vivente e nel capitolo 6 notiamo che racconta di Daniele che viene gettato nella fossa dei leoni per la sua integrità a Dio: quindi due storie di “persecuzione” che hanno in comune l’integrità, un decreto di morte, una dimostrazione esplicita della fede in Dio, un intervento da parte degli angeli o dell’angelo del Signore. Entrambe le storie hanno la stessa conclusione “l’eroe” che viene salvato da Dio e che viene anche promosso (innalzato da Dio).Troviamo molte cose in comune anche tra il capitolo 4 e il capitolo 5, notiamo nel capitolo 4 l’umiliazione che viene inflitta a Nabucodonosor  e nel capitolo 5 l’umiliazione di Baldassarre; quindi in questi capitoli abbiamo due storie di umiliazione, due re potenti della terra sono umiliati, ci sono anche due rivelazioni date a questi re, in entrambi questi capitoli Daniele viene descritto come colui che ha lo “spirito degli dèi santi” (Daniele 4:8,9,18; Daniele 5:11 e 18). Notiamo delle similitudini anche nei capitoli 1 e 10 e nei capitoli 11 e 12 che sono la conclusione del libro e dove il libro raggiunge il suo maggiore culmine. Anche questi capitoli hanno dei punti in comune e parlano del ritorno dall’esilio (un ritorno escatologico come ho menzionato prima), parlano di benedizioni e di maledizioni, parlano del re Ciro.

Mettendo insieme tutti questi elementi ci accorgiamo che c’è una struttura molto interessante e significativa del libro:

a) nel capitolo 1 parla dell’esportazione in esilio e nei capitoli dal 10 al 12 parla del ritorno dall’esilio;
b) nel capitolo 2 parla di quattro regni seguiti da un Regno Eterno, anche i capitoli dal 7 al 9 parlano di un Regno Eterno;
c) nel capitolo 3 parla dell’integrità dei servi di Dio e della loro salvezza nella persecuzione ed anche il capitolo 6 parla di questi due aspetti e di come vengono promossi;
d) nei capitoli 4 e 5 parla di re umani, del loro potere umano e di come vengono umiliati. Questi due capitoli sono il cuore del libro.

I temi centrali del libro sono dunque l’esilio e la liberazione del popolo di Dio; la guerra spirituale fra il popolo di Dio e i popoli di questa terra e l’idea che il giudizio dei popoli di questa terra e il giudizio del popolo di Dio vanno di pari passo cioè insieme. Quindi Dio salva il suo popolo e giudica le nazioni, le due cose sono inseparabili. Il popolo è esortato a essere fedele e a perseverare nella persecuzione aspettando il Regno di Dio che deve venire.

L’aspetto più interessante del libro è questa prospettiva escatologica molto più ampia: il libro inizia con il popolo di Israele che va in esilio e finisce con il ritorno dall’esilio universale dove i libri saranno aperti e in quel giorno sorgerà Michele il grande capo e difensore del suo popolo.

Questa è la visione della fine dei tempi ecco perché il libro di Daniele è un libro apocalittico e perché è importante conoscere la sua struttura che inizia con il popolo di Dio che va in esilio e finisce con il popolo di Dio che entra nel Regno Eterno di Dio. Quindi avverrà una totale liberazione sia dai propri nemici che dal peccato.

Questa struttura molto sofisticata del libro di Daniele conferma i temi fondamentali che Dio dà al suo popolo.

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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