Perché devo ringraziare il cibo?

83598892Alcuni anni fa fui invitato a pranzo. Il padrone di casa mi chiese di ringraziare il Signore ed invocare la Sua benedizione sopra i cibi. Dopo che ebbi reso grazie per i doni che erano davanti a noi, egli disse piuttosto ironicamente: “Veramente non mi sembra tanto logico tutto questo, perché il pasto l’ho provveduto io”. Come risposta gli chiedemmo: “Vi siete mai soffermato a pensare che se mancassero una sola volta la semina e la raccolta su tutta la terra, metà della popolazione morirebbe prima che arrivasse un’altra raccolta? Avete mai pensato che se la semina e la raccolta dovessero mancare per due anni di seguito su tutto il pianeta, ogni essere vivente morirebbe prima che arrivasse un’altra raccolta?”.

Evidentemente sbalordito, egli ammise di non aver mai pensato ad una simile possibilità. Poi aggiungemmo che era in gravissimo errore, quando affermava che aveva fornito il cibo che ci stava davanti. Dio gli aveva dato la vita e la possibilità di guadagnarlo, Dio aveva messo la vita nel grano e negli animali che stavamo usando per cibarci; lui non avrebbe mai potuto fare tutto questo. Gli dicemmo che era stato collaboratore di Dio, essendo entrato nella legge da Dio stabilita per provvedere ciò che ci occorre. Gli dicemmo ancora: “Se qualcuno vi desse qualche cosa, voi direste: Grazie!”. E se i doni venissero ripetuti due o tre volte al giorno, voi direste ogni volta: “Grazie”. Egli ne convenne, Ora comprendete perché diciamo a Dio, ogni volta che riceviamo le Sue benedizioni: “Grazie!”. Al che egli esclamò: “Questa è solo questione di educazione, per non dire che bisogna essere intelligentemente riconoscenti”.

M. Pearlman
Francesco La Manna
Un secondo episodio mi fu raccontato da un pastore. C’era un buon uomo che si era appena convertito all’Evangelo di Gesù Cristo, ma alla moglie non andava giù che il marito fece una scelta del genere. Con il tempo, incominciò ad odiare il marito, fino al punto che pensò di ucciderlo. Mise in pratica tutto il suo piano diabolico; mischiò del veleno nel boccale di vino del marito. Ma il marito da quando era diventato cristiano, benediceva sempre il cibo prima di mangiarlo. Così quella sera la moglie gli diede il veleno insieme con il cibo e aspettava che da un momento all’altra il marito morisse. Ma con suo gran stupore questo non avvenne, anzi, il marito si complimentò con la moglie per la gustosa pietanza. Per vari giorni, la moglie cercò di avvelenarlo, esaminando bene che il veleno era efficace, ma senza esito positivo. Alla fine si arrese e confessò tutto al marito, raccontando quello che lei gli aveva fatto e di come lo voleva vedere morto, per causa di questa nuova religione che lei odiava tantissimo, ma non si spiegava come lui restasse in vita; era un veleno molto potente e insapore e, non si spiegava il perché il marito non morisse. L’uomo molto deluso si alzò dalla tavola e andò in camera sua per poi far subito ritorno con una grossa Bibbia in mano, si sedette, apri il Libro Sacro e fece leggere alla moglie quello che c’era scritto nella Bibbia. “Leggi donna” gli disse il marito, ed ella lesse:
“…Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male” (Marco 16:17-18). La donna leggendo questi versi rimase colpita dalla Parola, non poteva crederci che il marito era protetto così potentemente da Dio. Chiese perdono al marito, per il quale l’ha perdonò nonostante tutto e, chiese perdono a Dio per i pensieri e le azioni crudeli che in quei giorni le avevano affollato la mente. Confessò tutto il male e incominciò a frequentare le riunioni nella chiesa, fino ad accettare completamente nella sua vita Gesù Cristo Redentore. Non è che adesso tutti i cristiani bevano veleno o vadano a caccia di serpenti perché la Bibbia dice che non moriremo, per tali cause. Non è vero! E’ sempre la fede che salva. Questa breve testimonianza ci avvisa a confidarci sempre, continuamente in Dio, e nessun veleno e nessun serpente ci potranno avvelenare. Specialmente i veleni e i serpenti che ogni giorno guerreggiano le nostre anime, con insulti, persecuzioni, inganni, tradimenti, ingiurie e torti subiti. Il Signore dice: Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: ‘A me la vendetta; io darò la retribuzione’, dice il Signore” (Romani 12:19). Perciò, restiamo calmi nel Signore, sediamoci con Lui nei luoghi celesti, e niente ci potrà farci del male.
Francesco La Manna

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