Perché a volte ciò che ci fa peccare è la noia?

La causa che portò il re Davide a peccare con Bath-Sceba, fu uno stato d’animo che noi spesso ignoriamo, la noia. Dice la Bibbia che Davide era a letto a poltrire, cioè a non fare niente e, dopo essersi alzato dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Era così sovrastato dalla noia che non sapeva cosa fare nella sua fortezza. Il suo esercito era in guerra contro Ammon, ma lui se ne stava tranquillo a oziare. Da lì in poi avviene il peccato: lui si guarda intorno, un’occhiata di qua e un’occhiata di là, e si accorge di Bath-Sceba che fa il bagno, la manda a prendere e i due si uniscono; e conosciamo bene come si sono evolute le cose a danno di Davide.

Molto spesso, proprio come Davide, ciò che ci fa peccare è la noia. A causa della noia, noi iniziamo a curiosare, a ficcanasare intorno a noi, e automaticamente – come dice l’apostolo Giacomo – la concupiscenza ci tenta e quando ha concepito, partorisce il peccato, e il peccato, quando è compiuto, genera la morte (sia spirituale che fisica).

Per questo è importante combattere la noia tenendo la mente – ma soprattutto gli occhi – impegnati, e soprattutto su internet, affinché non pecchiamo attraverso la concupiscenza. Quando ti raggiunge la noia, fai qualcosa, tieni la mente impegnata, non permettere alla noia di portarti a compiere peccato. Ricorda, la tua mente è il campo di battaglia, ma anche l’occhio – come disse Gesù – è la lampada del corpo. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Dio ci benedica

Alessio Sibilla

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