PAKISTAN – Violenza sulle minoranze: stuprata dal branco una ragazza cristiana di 12 anni

1_0_556229
1_0_556229Sdegno e indignazione nella comunità cristiana di Lahore, dopo lo stupro di una ragazza cristiana di 12 anni. Muqadas, questo il nome dell’adolescente, è figlia del cristiano Liaqat Masih, che ha quattro figlie.

Come appreso da Fides, si tratta di una famiglia povera e tutte e quattro le ragazze lavorano come cameriere in case di musulmani della media borghesia, come accade e molti cristiani. L’episodio di violenza è avvenuto il 2 agosto scorso, ma solo ora la notizia è stata diffusa. Muqadas e sua sorella maggiore Asma stavano tornando a casa dal lavoro, quando Muqadas è stata rapita da due uomini musulmani e tre donne. L’hanno portata all’interno di una scuola (che era chiusa) e i due uomini, identificati come Ashraf Alias Achi e Ghaffor Alias Paida, l’hanno violentata ripetutamente, a turno.
La ragazza è stata poi abbandonata. La famiglia ha sporto denuncia alla polizia di Lahore. Uno dei due stupratori è stato arrestato e l’altro ha chiesto la libertà provvisoria su cauzione. La famiglia di Liaqat Masih, in stato di shock, è assistita dall’Ong LEAD, guidata dall’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill, che ha dichiarato a Fides: “Faremo di tutto perché questa violenza non passi impunita”. Alla famiglia sono già giunte intimidazioni per far ritirare la denuncia. 
“In Pakistan – spiega Gill a Fides – lo stupro è usato come arbitrario strumento di potere sulle ragazze cristiane, che sono di famiglie povere e emarginate. E’ una violenza che vuole ribadire la sottomissione ai musulmani. Il resto della società non si indigna perché le vittime appartengono perlopiù alle minoranze religiose, che sono le più vulnerabili. Raramente gli stupratori vengono puniti”. Inoltre, conclude, “le vittime di stupro affrontano difficoltà terribili; non ricevono un trattamento sanitario adeguato per le aggressioni sessuali e non ottengono giustizia. Molte ragazze restano traumatizzate e cadono in depressione e hanno bisogno di assistenza psicologica”. 

Fonte: http://www.fides.org/


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