La corte non è riconosciuta dallo Stato pakistano, eppure recapita avvisi di garanzia e preleva a forza gli imputati. «Renderà la vita impossibile alle minoranze».
Khalid Saeed è un pakistano che vive a Lahore, capitale del Punjab, e ha avuto problemi con la giustizia nel 2010. Condannato in tribunale, ha pagato un’ammenda ed è tornato a condurre una vita normale. Ma a gennaio del 2016 ha ricevuto per lo stesso crimine un secondo avviso di garanzia da una seconda corte: la Corte federale della sharia. L’unico problema è che questa corte non dovrebbe esistere, non essendo riconosciuta dallo Stato.
CORTE DELLA SHARIA. Da tre mesi Saeed non esce di casa, perché degli uomini l’hanno chiamato al telefono minacciandolo che se non fosse comparso davanti alla corte il 25 gennaio, sarebbero andati a prelevarlo con la forza al lavoro. Saeed ha informato le autorità e sul suo caso dovrebbe indagare la polizia, che però non può essere raggiunta dall’uomo visto che gli sgherri della corte della sharia si aggirano per le strade su un pick-up.
TERRORISMO ISLAMICO. Ma c’è di peggio. Questa corte illegale è stata fondata da Jamaat-ud-Dawa (Jud), un’organizzazione che nel 2014 è stata definita “terroristica” dagli Stati Uniti. Infatti è stato dimostrato che dietro alle pretese umanitarie del gruppo si nasconde il Lashkar-e-Taiba, molto conosciuto in Pakistan, perché è il gruppo che combatte per la liberazione del Kashmir dalla dominazione indiana (il territorio è conteso) ed è ritenuto responsabile degli attentati di Mumbai del 2008, nei quali morirono 166 persone. Jud vanta anche l’addestramento di mujaheddin, inviati alla guerra per il Kashmir, e la morte di seimila “martiri”.
PERICOLO PER I CRISTIANI. Com’è possibile che un’organizzazione terroristica abbia aperto una corte della sharia che opera alla luce del sole a Lahore, costituendo di fatto uno stato parallelo? La notizia, spiegano fonti della comunità cristiana a tempi.it, è particolarmente preoccupante per i cristiani, che potrebbero essere accusati di blasfemia senza avere neanche diritto a un processo: «Potrebbero prendere gli accusati a forza, portarli davanti ai giudici e poi applicare le sanzioni della sharia, come la decapitazione. Questo tribunale islamico renderà impossibile la vita alle minoranze religiose».
Foto Ansa
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