di Agostino Masdea – “Il vino nuovo deve essere messo in otri nuovi” (Luca 5:38). In questa metafora Gesù mette a nudo uno dei più grandi problemi che avevano le persone religiose di allora e di ogni tempo: la paura del cambiamento. Ed è per questa paura che allora rifiutarono, e oggi ancora continuano a rifiutare il messaggio e gli insegnamenti di Cristo.
Cosa vuole dire il Maestro quando parla di “vino nuovo” e di “otri”? E perché il vino nuovo non può essere messo nei vecchi otri? Gli otri erano dei contenitori fatti di pelle di capra, ed erano abbastanza elastici da non rompersi quando il vino aumentava di volume a causa della fermentazione. Quando un otre diventava vecchio perdeva la sua elasticità, diventava rigido, e non potendo estendersi più di tanto, se riempito con vino nuovo si rompeva.
Gesù mette il dito sulla piaga del sistema religioso ebraico praticato dagli scribi e dai farisei che definisce “vecchio otre”. Quel “contenitore” era stato un tempo ordinato da Dio per mezzo di Mosè, ed era la legge, fatta di regolamenti, prescrizioni e precetti, con l’aggiunta di tradizioni umane. Il vino nuovo è il Vangelo. “Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Giovanni 1:17
Gesù era venuto per stabilire un nuovo patto, ed era necessario un nuovo otre per questo cambiamento, un nuovo cuore, e il sistema religioso che aveva sostituito la Parola di Dio con le tradizioni, doveva essere accantonato. Gesù fu ucciso non perché predicasse contro il peccato, ma perché il Suo insegnamento demoliva le loro tradizioni religiose.
Se i nostri otri, cioè i nostri cuori sono vecchi e si sono irrigiditi e induriti, Dio non potrà mai riempirli di Spirito Santo. L’invito però rimane per tutti: “Venite, comprate senza denaro e senza pagare vino e latte”. Isaia 55:1
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