Il giornale «Time» del 2 aprile di quest’anno apriva una serie speciale di articoli dal titolo: «Alcuni pensieri in seconda dell’uomo». La serie riportava documentazioni impressionanti che dimostravano come nell’ambito del comportamento umano, della religione, dell’educazione e della scienza, vi è oggi un’onda montante di opposizione ad alcuni dei più considerati principi guida della nostra civiltà moderna. Una citazione tratta dal primo di questi articoli:
«Alcuni la vedono come una nuova Riforma e si sforzano di cercare il suo Lutero alla porta di una qualche cattedrale ancora da scoprire. Altri la salutano come una crisi dell’evoluzione; le cellule della vecchia umanità che danno vita ad alcune nuove forme spirituali. Mentre per alcuni si tratta di un fattore spirituale, per altri è più che altro un fenomeno prosaico, l’inevitabile movimento di un pendolo, il ritorno ad alcune verità dimenticate o a pericolose superstizioni.
Quale che sia il nome che le si vuole dare, vi è un sovrastante senso di mutamento nel mondo delle idee. La sapienza imperante che ha informato e condizionato le ultime decadi passate è ora attaccata o per lo meno vagliata minuziosamente. Quella sapienza è stata chiamata con diverse nomi: liberalismo, razionalismo, Scienza: concetti certamente non identici, ma in rapporto l’uno con l’altro. Al presente, la fiducia dell’uomo nella sua forza di controllare il suo mondo è scemata notevolmente. Si guarda alla tecnologia come ad un alleato pericoloso, ed al progresso con sospetto. Finanche gli evoluzionisti prendono parte a questi disagi: la loro speranza non è riposta nell’uomo così come egli è, ma in qualche superuomo avvenire».
Sicuramente, il più stabile di questi concetti moderni è stato il così detto «Metodo scientifico». Tutto il nostro mondo moderno è edificato su di esso. Per lo meno per trecento anni siamo vissuti nel regno della Ragione. Nel primo settecento, il filosofo Rene Descartes (1596-1650), ha insegnato che è necessario spazzar via tutte le credenze superstiziose, dubitare tutto eccettuata la nostra stessa esistenza, indi cominciare a concepire un mondo nuovo accettando per vero solo ciò che può essere obiettivamente analizzato.
E’ iniziato così il regno della Ragione, il sorgere della Scienza. Non si poteva più accettare come verità niente che non potesse essere visto o provato. Solo ciò che era visibile al microscopio dello scienziato o al suo telescopio, solo ciò che poteva soddisfare le richieste della logica, poteva essere creduto.
Non poteva esserci posto per la religione o la rivelazione; l’arte e la letteratura erano considerati utili passatempi, ma solo la Scienza e la Ragione potevano dare la verità.
Così certi erano quei primitivi modernisti della promessa della Ragione che nell’anno 1792 l’assemblea rivoluzionaria in Parigi propose seriamente un nuovo calendario, incominciando da capo ad assumere gli anni con l’anno uno, volendo con ciò significare l’affermazione stabile dell’età del razionalismo.
Un notevole risultato di questo regno della Ragione, questa signoria della Scienza è stata la moderna Tecnologia. La Tecnologia è l’applicazione della Scienza per facilitare la vita. La «legge di gravità» è Scienza, un ascensore è Tecnologia.
Abbiamo assistito all’inondazione colossale della Tecnologia, iniziata, a quanto pare, il secolo scorso con la scoperta dell’elettricità. Prima il telegrafo; poi il telefono; la luce; le carrozze senza cavalli; gli aeroplani; la radio; le materie plastiche; la televisione. In seguito, il grande viaggio dell’uomo da questo pianeta ed il suo arrivo sulla luna.
La Tecnologia ha facilitato la vita, raccorciato le distanze, aperto massicciamente le comunicazioni. Siamo arrivati nell’era degli «esperti». Persone che conoscono di più e di più delle cose da meno e da meno. Viviamo nell’era della Tecnologia, l’era in cui la Scienza è virtualmente divenuta un dio.
Ma le cose stanno cambiando. La Scienza ci ha portato verso una dire-zione in cui non siamo sicuri di voler andare. La nostra molto feconda Tecnologia ci ha guidati, per citare una frase del «Time», «a Hitler e Hiroshima». Possiamo, ed in questo secolo lo abbiamo fatto, possiamo usare la Scienza per ferire piuttosto che per aiutare. E’ stata la Tecnologia che ha facilitato l’uccisione di milioni di persone sotto il Nazismo. E’ stata la Tecnologia che ha fatto esplodere la bomba su Hiroshima.
Forse è giunto il tempo di formulare alcuni pensieri in seconda sull’uomo, sulla Scienza e sulla Tecnologia.
Una delle colossali opportunità poste davanti alla Chiesa oggi è la sfida emozionante di poter dire ai giovani che cercano che la realtà che essi cercano non si trova nella chimica, ma in Cristo!
Pertanto c’è una lesione nel muro della Scienza oggi e questa crepa si allarga sempre di più; alcune pietre già rotolano via. La presa del metodo scientifico si è allentata. La mente moderna deve essere rifatta. La verità è ben più grande di ciò che appare al microscopio dello scienziato. Vi è una realtà ben più grande, fondamentalmente spirituale nella sua natura. Se i giovani ricercatori e gli uomini sapienti usano
una «s» minuscola per «spirituale», noi che siamo stati piantati, immersi, battezzati nello Spirito, con la «S» maiuscola, lo Spirito la cui caratteristica principale è la santità, lo Spirito Santo, noi siamo coloro a cui è data l’opportunità d’introdurre gli uomini all’unico vero Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo.
Questo declino della Scienza e caduta della Ragione vanno parallelamente ad un interesse crescente per la Religione. In America la Religione costituisce una parte non ufficiale della cultura prevalente. Ma nello stato attuale delle cose non vi è molta vitalità nella Chiesa in generale.
Le vere notizie provengono dalle frange.
Sette anni fa (1969) la ben nota copertina del «Time» annunciava «Dio è morto». Due anni fa lo stesso giornale riportava sulla copertina un’immagine di Gesù e nell’interno un lungo articolo sul fenomeno del «Jesus’s people».
Notiamo un interesse rinnovato in questi giorni nella Religione, nelle più svariate specie di Religione. Il mondo dell’occulto è rapidamente asceso alla preminenza. Satanismo è oggi un’alter-nativa comune nella California, il gran-de zoo delle religioni. I seguaci di Hare Krishma hanno portate le religioni esotiche dell’oriente agli angoli delle strade e alle fermate degli autobus d’America.
Non possiamo ignorare questo rinnovato interesse nella Religione e nel soprannaturale. Se poi quest’interesse si manifesti in forme bizzarre come Satanismo, Hare Krishma e simili, e non nelle forme tradizionali del Cristianesimo, penso che ciò sia dovuto in gran parte al fallimento del messaggio presentato dalle imponenti forme del Cristianesimo tradizionale.
Pertanto sono pronto ad affermare, fratelli e sorelle, che possediamo due cose nelle nostre mani: primo, il declino della Scienza e secondo il risveglio della Religione. Esiste a mio avviso un’opportunità senza precedenti davanti al Movimento Pentecostale. A livello popolare, vi è un mondo di uomini, i quali sono saturi di scienza, ragione, tecnologia, materialismo e liberalismo.
Essi sono assetati di cose dello spirito, con la «s» minuscola, perché ignorano che Dio è Spirito, con la «S» maiuscola. Possano coloro che sanno che cosa significhi essere battezzati nello Spirito cingersi nuovamente i lombi per un aperto, rinnovato assalto evangelistico. Proclamiamo agli uomini Colui che cercano senza conoscere e, proclamiamoLo loro sperimentalmente.
Ma vi è ancora più da fare sul piano teologico. In questi giorni in cui il livello educazionale delle masse è notevolmente salito, non vogliamo trascurare i pensatori riflessivi che pure sono alla ricerca della verità. E’ notorio che i Pentecostali sono sempre stati più portati a fare evangelismo che a scrivere la teologia. Siamo meglio conosciuti per le nostre attività missionarie dentro le nostre nazioni e all’estero che per i nostri libri di teologia. Così è come dovrebbe essere: nella mia opinione, i teologi debbono sempre essere i servitori della chiesa. E’ giunto il tempo di ricordare agli intellettuali odierni che vi sono attorno alcuni gruppi di persone, non grandi schiere, neppure molti nobili fra loro, i quali affermavano già, molto tempo prima di Roszak, molto tempo prima dei giovani contestatori, che il meglio della vita è quando l’uomo trova il meglio di Dio, quando scopre la verità al di là del mondo materialista; e più ancora di questo, quando per la sua personale e individuale esperienza è battezzato nello Spirito Santo di Dio.
Grazie a Dio per la pazzia del parlare in altre lingue! E’ il parlare in lingue irrazionale, fuori della ragione? Sì! Grazie a Dio per questo! Parlando in lingue l’essere umano ripieno dello Spirito Santo di Dio confessa e, più ancora, esperimenta nel suo essere il crollo della Scienza.
Non posso immaginare un simbolo del pieno dominio di Dio nella vita di un uomo più appropriato dell’esperienza del parlare in lingue. La lingua è l’organo del discorso dell’uomo; il tratto che maggiormente lo distingue dal mondo animale ed al contempo lo lega con il Dio che parla, che possiede la parola, e ce l’ha finanche data nella forma scritta.
Permettetemi di ricordarvi fratelli e sorelle che siamo l’unica branca del Cristianesimo che prende il nome da una festività giudaica, la festa della Pentecoste. La festa della Pentecoste, come chiaramente ci mostra il Vecchio Testamento, era prima di tutto e soprattutto una festa di gioia che scaturiva da una mietitura abbondante e felice.
Sia la nostra gioia piena, come Gesù c’invita a fare. Celebriamo una grande mietitura di gioia Pentecostale. Abbiamo conosciuto la Verità in persona, nella persona del Signore Gesù che apertamente dichiara: «Io sono la verità». Perciò siamo d’accordo con Paolo: «Io so in chi (non in che cosa) ho creduto». Se la Scienza muore e la Religione risorge, riconosciamo questi fatti gemellari, perché sono per noi una sfida. Perciò, «Saliamo e celebriamo la festa»!
Da «World Pentecostal»
https://www.chiesadiroma.it/opportunita-per-il-movimento-pentecostale/
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