Omofobia? Istruzioni per l’uso

Spesso si sente pronunciare la parola “omofobia”. Ma cosa si intende col termine omofobia?

L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità e quindi delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio.

Senza andare a scomodare terminologie sofisticate e comunque per essere chiari e, dunque, per evitare inesattezze e pregiudizi, chi sono:

  • gli omosessuali (?);
  • I bisessuali (?);
  • I transessuali?

Gli omosessuali sono persone che si sentono attratte da persone dello stesso sesso e praticano sesso con individui dello stesso genere (uomini con uomini e donne con donne);

i bisessuali sono coloro che si sentono attratti e praticano sesso sia con gli individui del proprio sesso sia con quelli del sesso opposto;

i transessuali sono coloro che vogliono cambiare la propria identità sessuale facendosi convertire sessualmente (dal genere maschile a quello femminile e viceversa).

Ritornando, ora, alla parola “omofobia” e al suo significato (la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità e quindi delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio) chiediamoci:

“Chi è omofono, ovvero chi ha una paura irrazionale nei confronti degli omosessuali, dei bisessuali e dei transessuali”?!

E’ una domanda interessante, che sembra centrare il cuore della questione (dell’omofobia), ma rischia – invece – di mancarlo del tutto!

Già, chi ha paura (e paura irrazionale, cioè ingiustificata) degli omosessuali, dei bisessuali e dei transessuali?

Credo che a tale domanda si possa tranquillamente dire che nessuno ha una tale paura. Già nessuno ha una paura irrazionale, ingiustificata, di tali persone.

E, allora? Da dove vengono tutte le campagne di “sensibilizzazione” nei confronti di tali individui? Perché c’è bisogno di ‘campagne di sensibilizzazione’ nei loro confronti?!

Già questa è la questione su cui vorrei riflettere attraverso questo breve pensiero.

Ribadisco che di paure ingiustificate nei confronti di questi gruppi e categorie di persone non credo ne possano esistere.

Ma, detto ciò, quello che, invece, può esistere verso queste persone sono:

  • una paura giustificata;
  • un’avversione giustificata.

Proverò a spiegare le suddette affermazioni.

La modalità più frequente di trasmissione dell’HIV è per via sessuale

Il fatto che sia più alta la percentuale di soggetti affetti dalla malattia dell’AIDS che sono omosessuali o bisessuali o transessuali rispetto ai soggetti che non sono né omosessuali, né bisessuali né transessuali non è un dato insignificante ai fini della riflessione (e dunque della razionale e non irrazionale) paura nei riguardi della relazione che esiste tra tali categorie di persone e tale malattia (inguaribile e, dunque, mortale; oltreché trasmissibile).

Pertanto se vi è una certa paura giustificata nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali, a causa del fatto che coi loro stili di vita costoro possono più facilmente divenire soggetti portatori di tale malattia, ciò è più che plausibile.

E se tale paura è giustificata, allora nutrire un sano scetticismo al posto di un’imprudente e irreale fiducia nei confronti di tali persone (che vorrebbero veder passata per giustificata la loro condotta e il loro stile di vita – promiscuo e immorale (almeno nel senso dell’infedeltà) – è di certo la cosa migliore.

Dunque quale “omofobia”? Quale paura ingiustificata?!

Passando, poi, dall’affrontare la questione della “paura ingiustificata” a quella dell’avversione verso tali categorie di persone viene da chiedersi se, anche da questo punto di vista, l’avversione sia ingiustificata o meno.

Di quale (ovvero di che tipo) di avversione si parla?

L’omofobia è correlata ad un tipo di “avversione ingiustificata”. Ma che vuol dire ‘avversione ingiustificata’?

Immagino che si intenda dire un’avversione senza senso, senza motivo di esistere; infondata ed inutile.

Beh, se tale è il genere di avversione che le persone dovrebbero nutrire nei confronti degli omosessuali, dei bisessuali e dei transessuali per poter parlare di ‘omofobia’ nei loro confronti allora penso che nessuno provi un tale tipo di avversione verso di loro.

Ma se, invece, l’avversione verso gli omosessuali, i bisessuali ed i transessuali avesse una ragione ed un motivo fondato e sensato?

Già bisogna capire di quale tipo, ovvero di quale genere, di avversione si intende parlare quando si cita la cosiddetta “avversione nei confronti di tali categorie di persone”! Altrimenti il discorso sull’omofobia resta generico, aleatorio e inconcludente. Anzi, se non si precisa questo aspetto sembra quasi quasi che gli stessi omosessuali, i bisessuali o i transessuali siano pure delle vittime (dell’irrazionalità dell’altra gente, che temerebbe assurdamente e pazzamente le conseguenze da loro portate e trasmesse in percentuali maggiori (come la malattia dell’AIDS) o che rifiuti, altrettanto insensatamente, il loro stile di vita (promiscuo ed immorale rispetto a quello del resto della gente).

Già di che tipo di avversione parliamo?

Se parliamo di un’avversione morale nei confronti degli omosessuali, dei bisessuali e dei transessuali, allora credo che tale genere di avversione non sia del tutto (anzi per nulla) infondata.

In effetti come pretendono di paragonare costoro la loro “morale” con quella di chi si mantiene fedele al proprio compagno o alla propria compagna? Sarebbe come dire che una prostituta (poiché infondo questo è quello che fanno la maggior parte degli omosessuali, dei bisessuali e dei transessuali: prostituirsi – a più persone -) pretenda di paragonarsi ad una donna di sani principi e dalla morale fedele al proprio marito!

Dunque, se parliamo di un’avversione morale nei confronti degli omosessuali, dei bisessuali e dei transessuali non c’è nulla di ingiustificato, ma tutto di giustificato.

Cos’è del resto la morale se non comportarsi in virtù di principi onesti, puliti e sani tali che – se confrontati con principi che viceversa siano disonesti, impuri e insani – i primi appaiano, appunto, morali ed i secondi immorali? Cos’è, insomma, morale se non ciò che è diametralmente opposto alle più sfrenate pulsioni carnali e alla lussuria (che sono gli aspetti più caratteristici dello stile di vita dei per-vertiti)?

Ma cosa c’entra l’omofobia?

Ci sono infinite ragioni per giustificare, razionalmente, la differenza tra le persone normali (ossia che seguono delle norme precise, sane e giuste) da un lato e gli omosessuali, i bisessuali ed i transessuali dall’altro (che non vogliono saperne di norme morali).

Differenziare tra gli stili di vita dei primi e dei secondi non vuol dire discriminare in senso irrazionale e ingiustificato, ma differenziare consapevolmente e a rigor di buon senso.

L’unica cosa di irrazionale che c’è nel discorso dell’ “omofobia” e delle “campagne di sensibilizzazione” a favore degli omosessuali è la pretesa di costoro di cercare di far passare per morale il loro stile di vita immorale e corrotto.

La licenza (cosa diversa dalla liceità) che costoro cercano di far passare e approvare è quella di potersi comportare secondo gli istinti più bassi della carne; per assecondare la voglia di lussuria che li domina.

I loro antenati (indegni di definirsi normali e morali) furono già gli abitanti di Sodoma e Gomorra, chè sono vissuti in una società licenziosa e libertina (non libera, ma schiava di vizi e di peccati).

Oh, immagino le reazioni di costoro di fronte alla parola “peccato”: cosa fate ridete? Ridicolizzate?

Infondo di questo si tratta. Costoro vogliono e reclamano la licenza di peccare, di fare come a loro piace, assecondando uno stile di vita senza regole e, dunque, senza morale.

Di fronte a tale pretesa sarebbe ingiustificata l’avversione di chi, invece, è per la morale, per le cose che hanno un decoro e una decenza?

Se il loro stile fosse morale, ci si dovrebbe aspettare che ogni genitore si auguri per i propri figli che questi divengano omosessuali, bisessuali o transessuali. Se questo fosse giusto e normale allora sarebbe normale la pretesa di costoro (di veder realizzata la loro visione).

Ma finché ci sarà gente che all’idea di un tale cambiamento (o per-versione) proverà avversione, non significherà che ci sarà “omofobia”, ma sana morale!

Dunque il discorso dell’ “omofobia” è tutta un’assurda montatura creata dalle lobbies dei gay per tentare di avere consenso alle proprie assurde e irrazionali ideologie immorali.

E’ perfino inutile fare “dibattiti” su tali questioni; per confrontare cosa? La morale con l’immoralità? Potrà mai esservi un’intesa tra tali cose opposte?!

Valga su tutti e per tutti il già avvenuto giudizio di Dio sulle città di Sodoma e Gomorra.

E cosa vorrebbero gli omosessuali, i bisessuali ed i transessuali se non tornare a vivere come quelli di allora? Altro che “progresso”!

MA QUALE OMOFOBIA!?!?

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

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