Sono nata e cresciuta in una famiglia cattolica, molto religiosa: andavo a messa tutte le domeniche, a volte facevo anche digiuni, e naturalmente rispettavo tutte le festività.
Mia mamma mi aveva insegnato a dire sempre le preghiere (Rosario, Padre nostro), la mattina appena sveglia e la sera prima di addormentarmi. Avevo timore di Dio. Dopo il matrimonio, continuai ad andare sempre in chiesa con i miei figli e il prete mi diceva che ero la colonna della chiesa, un esempio da seguire. Mi sentivo giusta, dato che tutti gli altri andavano a messa 1 o 2 volte all’anno, io invece tutte le domeniche.
Un giorno il fratello di mio marito venne a casa mia, mi parlò del Signore e mi lesse qualche passo della Sacra Scrittura. A quel tempo, intorno agli anni ’70, quasi nessuno aveva la Bibbia in casa, io la ascoltavo solo tramite le parole del prete, una volta a settimana. Mio cognato Luigi continuava a parlarmi di Dio e piano piano capivo di conoscere i comandamenti del Signore, ma di non metterli in pratica.
La mia era un’abitudine: ascoltavo il prete, ma non conoscevo Dio.
Chiesi di avere anch’io una Bibbia, e iniziai a leggerla per confrontare se quello che sentivo a messa,
ma anche ciò che mi diceva Luigi, fossero parole conformi alle Sacre Scritture. La Bibbia era la stessa naturalmente, sia il prete sia mio cognato leggevano le stesse parole, ma io non le vivevo, non le facevo mie, continuavo a fare ciò che i miei genitori mi avevano insegnato, pensavo di far bene, ma non era così. Seguivo la tradizione. Ero una cattolica fervente, quindi prima di lasciare tutto volevo esser sicura che quella non fosse la via; non era uno scherzo!
Continuavo a legger la Parola e una domenica decisi di andare al culto evangelico. Sentii la presenza del Signore, si parlava di Dio secondo la Sua Parola, come qualcosa di vivente nei cuori di chi crede (“Infatti la Parola di Dio è vivente ed efficace…” Ebrei 4:12; Ebrei 10:16), così continuai ad andare. Parlavano di Gesù Cristo nostro Salvatore che innocente era morto sulla croce. L’hanno insultato, gli hanno sputato, non aprì bocca e lo fece per noi tutti, anche per me (“Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di Lui e mediante le Sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti.” Isaia 53:5-6; I Pietro 2:21-25).
Avrei potuto continuar a dire tutte quelle preghiere che avevo imparato a memoria o fare tutti i digiuni o le penitenze che volevo, ma non avrei guadagnato così la salvezza, perché non è per opere, ma per grazia(Tito 3:5)
“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti”
Efesini 2:8-9.
Ero piena di gioia: Gesù era ed è l’autore della mia salvezza eterna (Ebrei 5:9).
Dissi allora a mia madre che avevo conosciuto il Signore come mio personale salvatore; mi aspettavo una reazione negativa, invece mi disse: >.
Scelsi il Signore, Lo accettai nel mio cuore, sentivo la Sua dolce presenza, così decisi di non andare più a messa.
Cominciai a camminare con Gesù come mio pastore (“Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.” Giovanni 10:11) e poco dopo mi battezzai in acqua per immersione in ubbidienza alla Parola (“…>. Filippo disse: >. L’eunuco rispose: >…discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò.” Atti 8:36-38). Avevo capito che quando fui battezzata da piccola io non avevo peccati, come nessun fanciullo li ha (Matteo 18:3; 19:14; I Pietro 2:1-2), ma ora li avevo e chiesi perdono con tutto il cuore al Signore che perdona a tutti (“Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare.” Isaia 55:7; “Di Lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in Lui riceve il perdono dei peccati mediante il Suo nome.” Atti 10:43). Avevo sempre pensato di non far niente di male, ma davanti al Signore non ero giusta, come tutti (“…non c’è nessun giusto, neppure uno.” Romani 3:10); ora ero veramente nata di nuovo ( Giovanni 3:3 ).
Il Signore mi battezzò anche in Spirito (Atti 2:4), parlai in altre lingue, sentii forte la Sua presenza e mi diede la conferma che Lui viveva in me e che avrebbe continuato a guidarmi. Fu un’esperienza bellissima, una cosa unica, solo chi la vive può capire. Ebbi la certezza della salvezza, la cosa più grande e importante che solo Lui può fare; il Signore si era manifestato con potenza nella mia vita.
Così vado avanti ancor oggi, sapendo che il Signore è sempre accanto a me. Le prove ci sono, ma io confido nel mio Dio, ora so a chi rivolgermi, Egli è il nostro rifugio, con Lui siamo al sicuro, è la nostra forza e il nostro aiuto in ogni cosa (Salmo 9:9; 46:1). Egli ci dice nella Sua Parola: “perché io, il Signore, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: Non temere, io ti aiuto!” (Isaia 41:13).
Ho attraversato lunghi periodi di depressione, in cui non dormivo e avevo mille paure. Non mi sentivo più padrona della mia vita e mi spaventavo per ogni cosa. Così andai dal mio dottore che mi prescrisse molte medicine da prendere, ma queste non avevano l’effetto sperato, anzi mi facevano sempre sentire un po’ “imbambolata”. Anche in quei momenti così brutti mi rivolsi al mio Signore, perché Lui solo è il nostro vero dottore, Colui che non sbaglia mai ed è potente da guarirci da ogni nostro male. Mi viene in mente allora quel verso che dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.” (Matteo 11:28).
Mi è sempre piaciuto visitare le varie chiese sparse per l’Italia e ricordo che durante un culto a Torino, era seduta davanti a me quella che pensavo essere una sorella molto particolare: aveva lunghi capelli grigi che sembravano formare un tutt’uno con il vestito. Tutti i presenti l’avevano vista e alla fine del culto la cercammo per salutarla. Non la trovammo più, allora ci informammo per vedere in che albergo avesse alloggiato, ma di lei non c’era nessuna traccia; così capimmo che era un angelo del Signore. Il nostro Dio ha cura di noi e com’è scritto nel Salmo 34:7 “L’angelo del Signore si accampa intorno a quelli che lo temono…”.
Il Signore ha continuato ad accampare i Suoi angeli attorno a me per proteggermi e scamparmi dalla morte, come nel 1987 quando fui vittima di un terribile incidente stradale, insieme alla mia figlia più piccola. Rimasi in coma per circa 2 giorni, schiacciai una vertebra e ruppi le “alette” infondo alla spina dorsale. Fui ricoverata per parecchio tempo in ospedale in una stanza che non riconoscevo, tuttora ne ho impressa l’immagine nella mia mente, ma non corrisponde a nessuna delle stanze presenti nell’ospedale di Cagli. Portai il busto per circa 40 giorni e ricordo che i miei fratelli venivano a trovarmi e pregavano per me. Persi un po’ la memoria e tuttora risento di forti dolori alla schiena, ma ringrazio il Signore che ci ha scampato da conseguenze più gravi, infatti anche mia figlia riportò solo dei tagli al viso con il vetro e se la cavò con qualche punto. Il Signore è intervenuto anche, qualche anno fa, con mio figlio; mentre stava tagliando una pianta è stato colpito da questa rompendosi delle vertebre. Lo hanno ricoverato diverse volte ed ha trascorso quasi 8 mesi, tutto ingessato, a letto. Anche in questo caso sarebbe potuto andar molto peggio e, quando ciò accade, dobbiamo riconoscere la bontà e la protezione del nostro Dio (Proverbi 3:6).
Ancora ho tanto da capire e conoscere (I Pietro 1:5-11 , ma vado avanti nell’amore e nella pace del Signore che morendo sulla croce ha detto: tutto è compiuto! (Giovanni 19:30) L’importante è far la Sua volontà, andare al culto, leggere la Sacra Bibbia, metter in pratica la Sua Santa Parola. La morte non mi fa paura perché saremo sempre col Signore, se abbiamo fede in Lui (“In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” Giovanni 5:24; 8:51). Appartenere al Signore è una gioia, una pace indescrivibile, che solo Lui può far sentire (“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.” Giovanni 14:27). Vorrei lasciarvi con un bellissimo passo della Parola, che si trova in Salmo 19: 7-14:
La legge del Signore è perfetta, essa ristora l’anima; la testimonianza del Signore è veritiera, rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del Signore è limpido, illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro, sussiste per sempre; i giudizi del Signore sono verità, tutti quanti son giusti,
sono più desiderabili dell’oro, anzi, più di molto oro finissimo; son più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi.
Anche il tuo servo è da essi ammaestrato; v’è gran ricompensa a osservarli.
Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti.
Trattieni inoltre il tuo servo dai peccati volontari, e fa che non prendano il sopravvento su di me; allora sarò integro e puro da grandi trasgressioni.
Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o Signore, mia Rocca e mio redentore!
Agostini Luigina
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