“Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatto, le quali se si scrivessero ad una ad una credo che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero”. (Giovanni 21:25)
Mi chiamo Gennaro. Dal nome avrete già capito che sono napoletano, infatti, ma attualmente vivo a Cornegliano Laudense di Lodi (MI).Vi voglio raccontare da quale tragica condizione Dio ha liberato me e la mia famiglia. Prima che Dio intervenisse mio padre era ancora alcolista da quarant’anni e mia madre, sofferente per questa situazione, dopo trent’anni di matrimonio si ammalò di una grave depressione che la portò a mediare il suicidio. Quando avevo dodici anni mio padre perse il lavoro, chiaramente a causa dell’alcool, e la mia famiglia divenne molto povera. Più volte restavamo senza luce, né gas per non avere pagato le bollette, e spesso avevamo da mangiare soltanto dei resti di pane raffermo. Mio padre, in stato d’ubriachezza, c’insultava con violenza e accusava anche mia madre di non essere una buona moglie.
Io e mia sorella spesso eravamo derisi soprattutto davanti ai nostri amici, e ciò lo divertiva.
Un giorno, grazie alla conoscenza di un giovane prete, cominciai a frequentare l’ambiente parrocchiale e a prendere lezioni di catechismo. In breve nacque in me il desiderio di avvicinarmi di più alle cose di Dio, ma nella mia famiglia la situazione peggiorava sempre di più.
Mio padre nei momenti di lucidità, ci confessava di voler smettere di bere, ma da solo non ci riusciva. Il nostro medico di famiglia gli prescrisse dei farmaci che lo avrebbero aiutato, ma solo dopo un giorno d’astinenza mio padre li gettò via e riprese a bere con maggior foga. Lo portammo allora in una comunità per alcolisti che frequentò per un anno e mezzo assiduamente. Ma neppure lì riuscì a liberarsi dal vizio. Tentammo altre strade: psicologi e maghi, ma neanche loro poterono fare qualcosa.
Mia madre, oltremodo scoraggiata, pensò, che la cosa migliore fosse divorziare e ricostruirsi una vita senza di lui, ma la situazione economica in cui versavamo non le avrebbe consentito di affrontare certe spese, così si rifece strada in lei il pensiero del suicidio.
Quando avevo quattordici anni, vedendo che i problemi non si superavano, presi la decisione di entrare in seminario. Negli anni trascorsa in seminario si fece strada in me il desiderio di conoscere Dio, anche se gli irrisolti problemi famigliari creavano in me parecchi conflitti. Un sabato, rientrando dai miei, trovai una terribile scena mia madre sul divano, piangeva fissando il vuoto e mio padre, in camera da letto, era fuori di sé per l’ubriachezza. Non sapendo cos’altro fare mi chiusi nella mia cameretta e per la prima volta mi rivolsi al Signore, con una profonda rabbia nel cuore, e gli dissi: “Se veramente esisti, salva la mia famiglia!” Finii quella preghiera senza pensare che Dio mi avesse ascoltato e continuai a vivere la mia vita in seminario. In quel periodo mi venne una forte sete per la religione, tanto che mi avvicinai alla curia arcivescovile di Napoli per conoscere meglio la vita del cardinale. Più volte ebbi modo di avere contatti con il vaticano pensavo, infatti, che incontrando le maggiori personalità religiose avrei potuto ricevere qualcosa di più da Dio. Restai fortemente deluso quando vidi che nessuno di quei alti prelati parlava di Gesù. Entrai allora nel movimento carismatico ma Dio non lo trovai. Mi avvicinai allora al movimento neo-catecumenale, ne divenni anche un responsabile, ma proprio in quel periodo avvenne il miracolo nella mia famiglia.
Una sera, dopo aver consumato a casa una cena frugale, mia madre mi disse che sarebbe andata a trovare Anna, una vicina di casa. Questa aveva conosciuto Gesù da circa un anno e tutte le volte che incontrava mia madre la invitava ad ascoltare come egli avesse cambiato la sua vita. Erano le undici di sera e la cosa mi preoccupò perche mia madre non era mai uscita a quell’ora. Mentre aspettavo il suo ritorno, mi addormentai. La mattina seguente, trovai mia madre vicino alla finestra di casa, che piangeva singhiozzando, ma questa volta non era un pianto di disperazione e i suoi occhi avevano una luce diversa. Mentre la guardavo, stupito, mi disse, senza distogliere lo sguardo dalla finestra: “ Stanotte ho incontrato il Signore, e mi ha detto che se io apro il cuore, Lui “entrerà e cenerà con me””. Continuando a guardare fuori dalla finestra la pioggia e gli alberi mossi dal vento, aggiunse “Oggi, tutta la natura loda il Signore che mi ha salvato”. Non saprei dire in quella sera che cosa fosse successo o cosa avessero fatto, mi trovai soltanto di fronte a una nuova realtà. La donna che prima non si curava di noi, non c’era più; ora in lei vedevo una mamma felice, allegra, piena di fiducia, e anche se c’era ancora il problema di mio padre, questa nuova situazione ci portava a sperare. Di lì a poco, attraverso la fede di mia madre il Signore ribaltò completamente la situazione.
La sera dell’otto dicembre “94”, durante una semplice riunione in casa della nostra vicina Anna, cui anche mio padre volle partecipare, successe il miracolo. La parola di Dio ascoltata durante quella riunione sensibilizzò il suo cuore ed egli incominciò a comprendere i propri errori; chiusosi nella sua stanza da letto, chiese a Dio di perdonarlo e di guarirlo dall’alcolismo. Dio lo liberò all’istante. Fu meraviglioso! Ci chiamò perché egli sentì dei dolori lancinanti allo stomaco e mentre mia madre pregava, lui confessava i suoi peccati a Dio e Dio lo guarì. Da quel giorno ho finalmente un vero padre, un uomo che non avevo conosciuto prima e che la mia famiglia aveva sempre desiderato. Per me fu una grande risposta alla preghiera innalzata per lui. Mio padre fu guarito miracolosamente anche da una malattia cardiaca, trovò lavoro e poté così tornare a provvedere per la famiglia. La benedizione economica fu tale che potemmo anche condividere questa abbondanza con chi ne aveva bisogno.
Dopo due mesi, mentre pregavamo a casa nostra, il Signore salvò mia sorella. Anche lei fu radicalmente trasformata dalla potenza di Dio; da donna infelice che era, divenne gioiosa, da donna depressa, divenne un’amante del servizio a Dio, da bestemmiatrice, divenne un’annunciatrice dell’Evangelo. Però all’appello del Signore mancavo ancora io. Dopo tutti questi avvenimenti la fede nelle cose in cui credevo cominciò a vacillare e iniziai a dubitare che la strada da me scelta fosse quella giusta. Il 24 maggio del 1995 un ragazzo che frequentava la chiesa evangelica di San Giovanni a Peduccio (NA) mi venne a trovare. Egli fu lo strumento usato da Dio per mostrarmi con chiarezza che potevo servire il Signore, non nel modo formale che stavo apprendendo al seminario, ma secondo gli insegnamenti della Parola di Dio, la Bibbia. Una mattina di buon’ora mia madre ci svegliò tutti. Sentiva da parte di Dio che era giusto che la famiglia pregasse insieme. Così mentre eravamo tutti inginocchiati accanto al letto, quella mattina il Signore si rivelò e ci benedì. La sua presenza era così reale che mi sembrava di poterlo toccare. Lo sentii entrare nel mio cuore, guarire ogni ferita perdonare ogni peccato, far nascere in me la vera vita. Fui l’ultimo ad essere salvato, proprio io che pensavo di essere l’unico non bisognoso e che più volte mi ero atteggiato a maestro.
Tutte le fiabe del mondo finiscono con “… e vissero felici e contenti …”, ma la nostra storia non è una favola è una realtà. È la testimonianza che Cristo Gesù é veramente risorto, è vivente e si prende cura di tutti quelli che si rivolgono a Lui con speranza e fiducia.
da: Giovani per Cristo – 1/2009
Io e mia sorella spesso eravamo derisi soprattutto davanti ai nostri amici, e ciò lo divertiva.
Un giorno, grazie alla conoscenza di un giovane prete, cominciai a frequentare l’ambiente parrocchiale e a prendere lezioni di catechismo. In breve nacque in me il desiderio di avvicinarmi di più alle cose di Dio, ma nella mia famiglia la situazione peggiorava sempre di più.
Mio padre nei momenti di lucidità, ci confessava di voler smettere di bere, ma da solo non ci riusciva. Il nostro medico di famiglia gli prescrisse dei farmaci che lo avrebbero aiutato, ma solo dopo un giorno d’astinenza mio padre li gettò via e riprese a bere con maggior foga. Lo portammo allora in una comunità per alcolisti che frequentò per un anno e mezzo assiduamente. Ma neppure lì riuscì a liberarsi dal vizio. Tentammo altre strade: psicologi e maghi, ma neanche loro poterono fare qualcosa.
Mia madre, oltremodo scoraggiata, pensò, che la cosa migliore fosse divorziare e ricostruirsi una vita senza di lui, ma la situazione economica in cui versavamo non le avrebbe consentito di affrontare certe spese, così si rifece strada in lei il pensiero del suicidio.
Quando avevo quattordici anni, vedendo che i problemi non si superavano, presi la decisione di entrare in seminario. Negli anni trascorsa in seminario si fece strada in me il desiderio di conoscere Dio, anche se gli irrisolti problemi famigliari creavano in me parecchi conflitti. Un sabato, rientrando dai miei, trovai una terribile scena mia madre sul divano, piangeva fissando il vuoto e mio padre, in camera da letto, era fuori di sé per l’ubriachezza. Non sapendo cos’altro fare mi chiusi nella mia cameretta e per la prima volta mi rivolsi al Signore, con una profonda rabbia nel cuore, e gli dissi: “Se veramente esisti, salva la mia famiglia!” Finii quella preghiera senza pensare che Dio mi avesse ascoltato e continuai a vivere la mia vita in seminario. In quel periodo mi venne una forte sete per la religione, tanto che mi avvicinai alla curia arcivescovile di Napoli per conoscere meglio la vita del cardinale. Più volte ebbi modo di avere contatti con il vaticano pensavo, infatti, che incontrando le maggiori personalità religiose avrei potuto ricevere qualcosa di più da Dio. Restai fortemente deluso quando vidi che nessuno di quei alti prelati parlava di Gesù. Entrai allora nel movimento carismatico ma Dio non lo trovai. Mi avvicinai allora al movimento neo-catecumenale, ne divenni anche un responsabile, ma proprio in quel periodo avvenne il miracolo nella mia famiglia.
Una sera, dopo aver consumato a casa una cena frugale, mia madre mi disse che sarebbe andata a trovare Anna, una vicina di casa. Questa aveva conosciuto Gesù da circa un anno e tutte le volte che incontrava mia madre la invitava ad ascoltare come egli avesse cambiato la sua vita. Erano le undici di sera e la cosa mi preoccupò perche mia madre non era mai uscita a quell’ora. Mentre aspettavo il suo ritorno, mi addormentai. La mattina seguente, trovai mia madre vicino alla finestra di casa, che piangeva singhiozzando, ma questa volta non era un pianto di disperazione e i suoi occhi avevano una luce diversa. Mentre la guardavo, stupito, mi disse, senza distogliere lo sguardo dalla finestra: “ Stanotte ho incontrato il Signore, e mi ha detto che se io apro il cuore, Lui “entrerà e cenerà con me””. Continuando a guardare fuori dalla finestra la pioggia e gli alberi mossi dal vento, aggiunse “Oggi, tutta la natura loda il Signore che mi ha salvato”. Non saprei dire in quella sera che cosa fosse successo o cosa avessero fatto, mi trovai soltanto di fronte a una nuova realtà. La donna che prima non si curava di noi, non c’era più; ora in lei vedevo una mamma felice, allegra, piena di fiducia, e anche se c’era ancora il problema di mio padre, questa nuova situazione ci portava a sperare. Di lì a poco, attraverso la fede di mia madre il Signore ribaltò completamente la situazione.
La sera dell’otto dicembre “94”, durante una semplice riunione in casa della nostra vicina Anna, cui anche mio padre volle partecipare, successe il miracolo. La parola di Dio ascoltata durante quella riunione sensibilizzò il suo cuore ed egli incominciò a comprendere i propri errori; chiusosi nella sua stanza da letto, chiese a Dio di perdonarlo e di guarirlo dall’alcolismo. Dio lo liberò all’istante. Fu meraviglioso! Ci chiamò perché egli sentì dei dolori lancinanti allo stomaco e mentre mia madre pregava, lui confessava i suoi peccati a Dio e Dio lo guarì. Da quel giorno ho finalmente un vero padre, un uomo che non avevo conosciuto prima e che la mia famiglia aveva sempre desiderato. Per me fu una grande risposta alla preghiera innalzata per lui. Mio padre fu guarito miracolosamente anche da una malattia cardiaca, trovò lavoro e poté così tornare a provvedere per la famiglia. La benedizione economica fu tale che potemmo anche condividere questa abbondanza con chi ne aveva bisogno.
Dopo due mesi, mentre pregavamo a casa nostra, il Signore salvò mia sorella. Anche lei fu radicalmente trasformata dalla potenza di Dio; da donna infelice che era, divenne gioiosa, da donna depressa, divenne un’amante del servizio a Dio, da bestemmiatrice, divenne un’annunciatrice dell’Evangelo. Però all’appello del Signore mancavo ancora io. Dopo tutti questi avvenimenti la fede nelle cose in cui credevo cominciò a vacillare e iniziai a dubitare che la strada da me scelta fosse quella giusta. Il 24 maggio del 1995 un ragazzo che frequentava la chiesa evangelica di San Giovanni a Peduccio (NA) mi venne a trovare. Egli fu lo strumento usato da Dio per mostrarmi con chiarezza che potevo servire il Signore, non nel modo formale che stavo apprendendo al seminario, ma secondo gli insegnamenti della Parola di Dio, la Bibbia. Una mattina di buon’ora mia madre ci svegliò tutti. Sentiva da parte di Dio che era giusto che la famiglia pregasse insieme. Così mentre eravamo tutti inginocchiati accanto al letto, quella mattina il Signore si rivelò e ci benedì. La sua presenza era così reale che mi sembrava di poterlo toccare. Lo sentii entrare nel mio cuore, guarire ogni ferita perdonare ogni peccato, far nascere in me la vera vita. Fui l’ultimo ad essere salvato, proprio io che pensavo di essere l’unico non bisognoso e che più volte mi ero atteggiato a maestro.
Tutte le fiabe del mondo finiscono con “… e vissero felici e contenti …”, ma la nostra storia non è una favola è una realtà. È la testimonianza che Cristo Gesù é veramente risorto, è vivente e si prende cura di tutti quelli che si rivolgono a Lui con speranza e fiducia.
da: Giovani per Cristo – 1/2009
Tratto da: http://www.tuttolevangelo.com/
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