Pensavo di aver visto tutto nella mia vita: mai avrei immaginato di poter leggere una paginata sul New York Times del 10 giugno, ripresa dai più importanti quotidiani Usa, in cui i managers di importantissime imprese e multinazionali dichiarassero che l’«aborto è necessario per aver un business di successo».
L’idea di mettere per iscritto le proprie convinzioni è certamente positiva, ora tutti sanno, almeno negli Usa, che ci sono managers di grandi imprese convinti, lo semplifichiamo, che ‘meno siamo e meno persone nascono, più soldi facciamo, più l’oligopolio si accresce’. Nulla di nuovo, per amor del Cielo, ma sarete d’accordo con me che questo manifesto mefistofelico del XXI secolo è così spudorato da lasciare senza parole: «Quando tutti possono aver successo, le nostre aziende, le nostre comunità e la nostra economia sono migliori», dicono i dirigenti nella lettera pubblicata su un sito web lanciato di recente e intitolato Non vietare l’uguaglianza. «Limitare l’accesso a servizi riproduttivi completi, incluso l’aborto, minaccia la salute, l’indipendenza e la stabilità economica dei nostri dipendenti e clienti», hanno aggiunto.
In poche parole, va contro i nostri valori e fa male agli affari. «Ciò compromette la nostra capacità di costruire reti diversificate e inclusive della forza lavoro, reclutare i migliori talenti in tutti gli Stati e proteggere il benessere di tutte le persone che mantengono vivi e ininterrotti i nostri affari». La lobby per l’aborto, guidata da Planned Parenthood, Naral e Aclu, ha promosso questa coalizione di dirigenti d’impresa perché protestassero a fronte delle nuove legislazioni di alcuni Stati che, pur non abolendo l’aborto, ne limitano la portata ‘omicida’.
Per ‘non vietare l’uguaglianza’ sarebbe necessario permettere a tutti di nascere e fornire alle madri e ai neonati tutta l’assistenza e cure necessarie (prima, durante e dopo la nascita). Permettere l’uguaglianza in base all’aborto, significa solo mettere nelle mani dei forti la decisione di scegliere chi, quando e come deve nascere e morire. Non è uguaglianza, è tirannia. C’è un unico modello o sistema al mondo che permette ai forti di controllare la vita e la morte dei deboli, oltre alla distorsioni democratiche, è la tirannia o la plutocrazia oligopolistica. Affermare che la nascita di futuri cittadini possa creare problemi ai propri affari dimostra due cose: non si è dei buoni managers perché si temono sfide competitive di lungo periodo; non si confida nel mercato libero e nella crescita dei consumi e delle idee.
Questi grandi managers inoltre dichiarano di «opporsi a politiche che ostacolano la salute, l’indipendenza e la capacità delle persone di avere pieno successo sul posto di lavoro». Ma questi liberali sostengono anche l’”indipendenza” di un lavoratore quando chiede ad esempio più flessibilità o congedi parentali per la cura dei propri figli? Che dire del rispetto che questi signori hanno per la “indipendenza” dei proprietari di piccole imprese, dei piccoli artigiani, commercianti? Lasciamo perdere per favore.
Luca Volontè | notizieprovita.it
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