Un professore di Roma è nella bufera per essersi rifiutato di sottostare alla propaganda gender nella sua scuola.
Non ha accettato di chiamare una studentessa che “si sente maschio” con un nome maschile, e ora rischia sanzioni disciplinari e legali.
L’ideologia gender sta diventando sempre più una vera e propria dittatura totalitaria, che punisce chi non si allinea ai suoi dogmi.
Il professore di Roma sta ricevendo attacchi violenti sui social e sulla stampa: non dobbiamo lasciarlo solo.
Qualche mese fa il Liceo Cavour di Roma ha approvato la cosiddetta “carriera alias”.
Uno strumento inventato dal movimento LGBTQ per trattare gli studenti non in base al loro sesso reale (maschile o femminile) ma in base all’identità di genere che loro dicono di “autopercepire”.
Approvando la “carriera alias” la scuola accetta di chiamare gli studenti con nomi scelti da loro, e gli consente di entrare in bagni e spogliatoi “neutri” a prescindere dal loro sesso.
È una procedura del tutto illegale!
Una studentessa del Liceo Cavour che “si sente maschio” si è appellata alla “carriera alias” per firmare un tema in classe non col suo reale nome anagrafico, ma con un nome finto, declinato al maschile.
Il suo professore – giustamente! – si è rifiutato di riconoscere questo nome inventato, ribadendo che quella che aveva davanti era a tutti gli effetti una studentessa, una ragazza, una femmina.
Apriti cielo! Il professore è stato immediatamente attaccato a mezzo stampa dal movimento LGBTQ, che lo accusa di “transfobia” e ha chiesto provvedimenti disciplinari e legali nei suoi confronti.
Siamo arrivati alla follia.
Un professore rischia il posto di lavoro e conseguenze legali molto peggiori perché ha chiamato una ragazza col suo nome e si è rifiutato di adeguarsi alla sua “autopercezione” di genere.
La situazione nelle scuole italiane sta diventando insostenibile, drammatica.
Gli attivisti politici LGBTQ continuano a entrare nelle classi per parlare di identità di genere e orientamento sessuale.
Sempre più scuole approvano la “carriera alias” e aprono i “bagni neutri”.
Adesso, i professori che non si adeguano vengono minacciati di conseguenze disciplinari e legali.
ADESSO BASTA! Tutto questo deve finire immediatamente.
Le famiglie devono far sentire la loro voce in modo chiaro e determinato.
Ma soprattutto il Governo, nella persona del Ministro dell’Istruzione, deve intervenire perché sia rispettata la legge e la libertà educativa.
La tua firma è il mezzo più potente con cui oggi puoi aiutarci a dare risonanza a questa battaglia: firma subito cliccando qui
Dopo aver firmato per favore non dimenticare di condividere la petizione nelle tue chat di WhatsApp o Telegram, o tramite altri canali di cui disponi.
Dobbiamo passare parola!
https://www.provitaefamiglia.it/blog/non-si-piega-al-gender-docente-sotto-attacco
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