ti sono grata per avermi affidato il tuo segreto.
Oggi pomeriggio, stando seduta di fronte a me al tavolo della cucina, mi hai aperto il tuo cuore.
Quando, a diciannove anni, hai sposato il tuo fidanzato delle scuole superiori, non sospettavi neanche per un minuto che ti saresti trovata in questa situazione. Ora, a trentanove anni, dopo vent’anni di matrimonio, ti definisci lesbica.
Mi dici in lacrime di essere uscita allo scoperto, e che non tornerai indietro. Non hai avuto una relazione extraconiugale. Non ancora. Ma c’è questa donna che hai conosciuto in palestra. Ti alleni insieme a lei tutte le mattine, e vi scrivete messaggi durante tutto il giorno.
Anche se sei un membro attivo di una chiesa fedele, ricevi un solido insegnamento e mantieni una buona facciata per i tuoi figli, dentro di te disprezzi tuo marito da un po’ di tempo. Sentirlo leggere la Bibbia ti fa rabbrividire. Non hai relazioni intime con lui da più di un anno. Mi dici che non ci riesci.
Essere omosessuale è una cosa buona?
Mi dici che lasciare tuo marito per una donna non è un atto di infedeltà. Mi dici che sei fedele alla persona che sei veramente, e alla persona che sei sempre stata. Seduta al tavolo della mia cucina, apri un libro scritto da un “cristiano omosessuale”, e leggi quanto segue ad alta voce: “La radice della mia attrazione omosessuale è un bene autentico: è il mio desiderio di un’amicizia profonda”. Mi dici: “Sono una cristiana omosessuale, e ho appena scoperto la vera me”.
Mentre leggi questo libro, ti vedi come se stessi guardando in uno specchio. Sei prigioniera del suo riflesso.
Certo, sia io che te ci guardiamo allo specchio mentre leggiamo quelle parole. Ma non è lo specchio fedele della parola di Dio. Piuttosto, è uno specchio carnevalesco. E il riflesso che diventiamo mentre ci rispecchiamo in esso è deformato, contorto, storpiato da questo modo moderno di plasmare la personalità attraverso l’intersezionarsi di categorie sessuali e sociali – ciò che questo autore definisce “la sfumatura dell’identità sessuale”.
In quello specchio troverai una strada sulla quale viaggiare. E’ un sentiero che porta all’inferno.
Uno specchio carnevalesco
Tu presumi, dato che io e te abbiamo seguito lo stesso ciclo di disperazione e di peccato, che io condivida il nuovo lessico di questo specchio carnevalesco. Mi chiedi: “Come hai fatto a far funzionare il tuo matrimonio a orientamento sessuale misto?”.
Parli la lingua della neo-ortodossia dei nostri giorni.
Un matrimonio a orientamento sessuale misto unisce un coniuge che “è” omosessuale ad uno che “è” eterosessuale. Questa nuova lingua usata per parlare di sessualità e umanità è diventata la logica atea regnante del nostro mondo post-cristiano. Omosessuale potrebbe essere la definizione di come qualcuno si sente, ma non potrà mai essere la definizione di ciò che quella persona è intrinsecamente. Poiché tutti gli esseri umani sono stati creati a immagine di Dio, siamo chiamati a riflettere l’immagine di Dio in conoscenza, giustizia e santità. Siamo persone create secondo Genesi 1:27, nati maschi o femmine con un’anima che durerà per sempre, e un corpo che sarà glorificato nella Nuova Gerusalemme o soffrirà di un’angoscia indicibile all’inferno.
Nascere maschi o femmine porta con sé delle responsabilità etiche e morali, delle benedizioni e dei vincoli, secondo il disegno di Dio e allo scopo di riflettere la sua immagine. Poiché la creazione è una questione di identità, le mie sensazioni – non importa quanto siano profonde, permanenti o innate nella mia coscienza – non sono la mia identità né descrivono che tipo di Cristiano io sia.
No, amica mia. Il mio matrimonio non è a orientamento sessuale misto, e neanche il tuo lo è. Questa falsa categoria dipende dal fascino che il modernismo esercita sull’uso del dolore personale quale prova di intenti. Come la creatura di Frankenstein, la tua identità modernista viene messa insieme pezzo per pezzo a partire dalla donna non convertita che eri una volta. Ma l’identità che abbiamo nel Vangelo ci chiama verso il futuro. Gesù ci guida sempre stando in prima linea. Se sei in Cristo – e io credo che tu lo sia – sei una donna nuova. Hai un’identità secondo Galati 2:20. Se sei in Cristo, sei nel mezzo di un processo di santificazione (Ebrei 10:14). In realtà sei la persona che diventerai quando un giorno verrai glorificata.
Vent’anni in cambio di dieci secondi
Le tue sensazioni personali non annullano vent’anni di matrimonio e tre figli.
Continuare a camminare lungo questo sentiero è come fermarsi nel mezzo di un’autostrada a sei corsie, percorsa da auto che si muovono a 120 km orari, scaricare l’auto, far scendere i bambini e il cane, tirare fuori il cesto da picnic, stendere a terra la coperta che hai cucito insieme a tua nonna,
servire grosse porzioni del tuo ottimo pollo arrosto, e passare amorevolmente ad ogni membro della famiglia i piatti pieni di manicaretti fumanti mentre guardi per l’ultima volta la vita per la quale hai pregato, per la quale ti sei sacrificata, e che hai finalmente accolto.
Ancor prima che tu possa metterti le mani nei capelli, la tua famiglia sarà schiacciata dal peso di questo peccato. Forse avrai il tempo di contemplare il riflesso orribile della tua faccia nel metallo della carrozzeria del camion che sta per schiacciarti, nel quale le facce agonizzanti dei tuo figli dicono tutto. La distruzione del tuo matrimonio, e tutte le speranze e sogni che racchiude, durerà circa dieci secondi.
Perché è così che funziona l’adulterio.
Tre passi in avanti
Quindi, amica mia, sono felice che tu oggi sia venuta a casa mia. Perché oggi è il giorno che il Signore ha preparato affinché tu affronti la realtà.
Primo, pentiti delle tue credenze peccaminose. E non solo per i peccati che nascono da queste credenze. Definire l’attrazione omosessuale “un bene autentico”, o dichiarare che sia un “dono” da parte di Dio, e pensare che abbia una radice nel desiderare qualcosa di buono, è un esempio di credenza peccaminosa. Nega che tutto il peccato – incluso il peccato della lussuria, del desiderio, e dell’identità omosessuale – sia entrato nel mondo con la caduta di Adamo.
La potenza salvifica del Vangelo ti dà la forza per vivere gioiosamente come moglie fedele di un marito devoto. Pentirci delle nostre credenze peccaminose chiarifica le nostre responsabilità e il nostro scopo.
Secondo, abbraccia la chiamata di Dio ad essere la moglie di tuo marito. Il tuo matrimonio non è un incidente arbitrario; Dio ti ha chiamata a farne parte nella sua perfetta provvidenza. E la provvidenza di Dio è la tua protezione.
La sorte ti ha assegnato luoghi deliziosi (Salmo 16:6). Prega che il Signore ti dia occhi per vedere questa realtà. Rinnova il tuo impegno ad amare tuo marito essendo una sola carne con lui. Pregate insieme che i vostri cuori siano cuciti insieme da Cristo. Trova il tempo di parlare onestamente con tuo marito per dirgli come funziona il tuo corpo. Mostragli come funziona. Trova il tempo di preservare il letto matrimoniale quale luogo di gioia, conforto e piacere. Ricerca spesso l’intimità. Questa è la medicina di Dio per un matrimonio in buona salute. Essere una sola carne va oltre le relazioni intime, ma certamente non le può escludere. Tuo marito non è un tuo coinquilino. Trattarlo come tale è un peccato.
Terzo, rispetta tuo marito. Impara da lui durante le meditazioni di famiglia. Incoraggialo ad essere una guida. Fallo che ti piaccia o no. Se ti impegni ad incoraggiare in preghiera tuo marito ad essere una guida, lui crescerà nel suo ruolo mentre tu cresci nel tuo. Forse hai la sensazione di essere una guida migliore di tuo marito, e un capofamiglia più efficace. La buona notizia è questa: le tue sensazioni non sono il tuo Dio. Il tuo Dio è il tuo Dio.
Cosa dice l’adulterio a proposito di Dio
Sei sull’orlo del precipizio, amica mia. Entro la fine di questa giornata, potresti cadere tra le braccia di questa donna. Se lo fai, questo atto non parlerà del tuo “amore” per lei, o del suo per te, o della tua integrità personale nell’uscire allo scoperto dichiarandoti omosessuale. No, amica mia. L’adulterio rivela disprezzo per il tuo Dio. Se il meglio che puoi fare come cristiana è offrire solo l’obbedienza che la tua carne permette, stai inciampando sul sangue del tuo Salvatore.
Entro la fine del giorno, potresti pentirti delle tue credenze peccaminose, delle quali resterà solo una pentola bollente di fatica e guai. Se lo farai, sarà un atto che parlerà della tua umile obbedienza al tuo Dio. Rivelerà fede eroica, alimentata dalla grazia sovrana, una fede disposta ad attraversare le difficoltà e abbracciare il marito che Dio ha scelto per te.
Amica mia, qui si tratta di Dio più che di te. Si tratta sempre di Dio. Possa Egli darti una fede eroica, e possa tu riposare nel suo piano perfetto per te.
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