“O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo?” (Matteo 7:4).
Giobbe, fu un uomo oltremodo provato. Perse dieci figli tutti in una notte, perse tutti i beni materiali, e per finire perso la salute. Tanto che non poteva nemmeno dormire più la notte. Un uomo giusto e rispettato come lui per la quantità di ricchezze e figli che aveva, perse tutto in poco tempo. Perché? Si sono date tante spiegazioni ma la fine rimane sempre un mistero quello di Giobbe. Ho letto molti libri su di lui e sulle disgrazie avvenutegli, ma la mera verità la conosce solo Dio. Ma quello che voglio parlare non è tanto la vita e le sofferenze di Giobbe, ma dei suoi amici. Di primo acchito, sembrano dei veri amici:
” […] Elifaz di Teman, Bildad di Suac e Zofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli erano piombati addosso, partirono, ciascuno dal proprio paese, e si misero d’accordo per venire a confortarlo e a consolarlo. Alzati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e piansero ad alta voce; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gettandola verso il cielo. Rimasero seduti per terra, presso di lui, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande” (Giobbe 2:11-13).
Il problema sorge quando gli amici di Giobbe aprono la bocca e vogliono trovarci la ragione alle sue disgrazie. Alla fine Dio disse a Giobbe, di pregare per loro perché il loro atteggiamento era sbagliato. Solo pregando per loro Dio fermò la Sua mano e non li punì. In effetti, anche se erano venuti in buona fede, alla fine volevano che prevalesse il loro giudizio sulla condizione di Giobbe. E qui c’è il collegamento con la “trave” di cui parla Gesù:
“O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo?” (Matteo 7:4).
Quello che dobbiamo capire noi è che non dobbiamo giudicare dalle apparenze, perché l’intimo di una persona la conosce solo il Signore. E spesso i cristiani non avveduti, commettono lo sbaglio di giudicare senza sapere la vita intima e, le prove che un altro cristiano sta passando. Molti sembrano avere tutte le risposte per i problemi degli altri, mentre per i propri non sanno cosa fare.
Quindi, se vogliamo aiutare un nostro amico o fratello, se questi si confida con noi, dobbiamo solo pregare con umiltà e chiedere a Dio di rivelarci una “parola di conoscenza” com’è scritto 2 Corinzi 12:8-11, affinché se rientra nel Suo piano, il Signore ci darà una parola di consolazione per confortare il fratello. Ma emettere giudizi affrettati senza conoscere i fatti come stanno, possiamo far contristare lo Spirito Santo.
Quando un Cristiano può giudicare?
“Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.” (Giovanni 7:24)
Tra le cose che taluni dicono e insegnano, una delle cose più DEVASTANTI e DANNOSE per la chiesa c’è quello del ‘NON GIUDICARE MAI PER NESSUNA RAGIONE’, perché i falsi dottori, i falsi profeti e i cattivi operai non desiderano altro che essere creduti senza che le loro parole vengano messe in discussione e provate attraverso la Parola di Dio.
Un vero servitore di Dio non avrebbe problemi ad essere messo alla prova e che le sue parole vengano analizzate alla luce della Parola di Dio; al contrario i falsi dottori, non hanno assolutamente piacere che le loro parole e i loro insegnamenti vengano passati per il fuoco della Parola di Dio.
Vedete quanti danni può provocare l’ignoranza della Parola di Dio!
In questo caso l’ignoranza apre la porta a tutti i falsi ministri e alle false dottrine, infatti, l’accettazione di tale insegnamento non permette ai fedeli di difendersi, ma devono assorbire ogni cosa che viene loro annunziato, ma Gesù non vuole questo, infatti ha detto: “badate dunque come ascoltate.”
Poi Gesù ha detto che i santi devono essere semplici come le colombe, ma prudenti come i serpenti.
Ora vediamo alcuni passi che stanno scritti nella Parola di Dio:
Gesù ha detto queste parole: (Giovanni 7:24) “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
E ancora Paolo scrive: (1 Corinzi 14:29) “Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino”.
Alla luce dei passi sopracitati, la Parola di Dio ci insegna che i santi possono e devono GIUDICARE, solo che devono farlo con GIUSTO GIUDIZIO, non basandosi sull’apparenza.
Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita! Quando dunque avete da giudicare su cose di questa vita, costituite come giudici persone che nella chiesa non sono tenute in alcuna considerazione…” (1 Corinzi 6:2-5).
Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. L’uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno” . Infatti: “chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire? Ora noi abbiamo la mente di Cristo”. ( 1 Corinzi 2:14-16).
In Matteo 7:6 è scritto:”Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino”. Come possiamo mettere in pratica tale insegnamento senza esercitare qualche giudizio? Allo stesso modo non possiamo sapere quale tipo di persona può essere descritta come un cane? Gli insegnamenti che seguono immediatamente il comandamento di “non giudicare”, ci ingiungono proprio di valutare, di giudicare. “Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci” (Matteo 7:15).
Spesso chi dice: “Non giudicare perché lo dice il Signore”, vive in qualche peccato e vuole rimanere così e, non vuole essere per niente al mondo essere giudicato. Forse ha conoscenza del suo peccato, ma non vuole che lo si giudichi e si appella alla frase di Gesù, escludendo tutto il resto della Scrittura.
“La somma della tua parola è verità; tutti i tuoi giusti giudizi durano in eterno”
(Salmi 119:160).
E’ vero Gesù disse che Lui era venuto non per giudicare l’uomo ma per salvarlo. Ma se guardiamo la vita di Gesù nei Suoi tre anni di ministero, oltre a salvare, a guarire e perdonare, Gesù giudicava e condannava anche, ma a chi? Hai peccatori duri di cuore. Agli increduli, a quelli che dicevano “siamo figli d’Abramo”, agli ipocriti, ai doppi di cuore, a quelli che non accettavano nessuna critica e nessuna correzione. Anche di fronte a Pilato e a Erode, dove Gesù non disse quasi niente, ci fu una severa condanna verso questi due uomini. Per aversi associato al male e non alla verità del Cristo. Ma allora Gesù cosa voleva dire quando dice: “[…] perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo (Giovanni 12:47). Gesù intendeva questo: il mondo è decaduto in uno stato tanto grave di peccato che bisognerebbe bruciare tutto, ma siccome Dio è misericordioso e benevole, a deciso che manderà un Salvatore che salverà TUTTI quelli che vorranno essere salvati. Non importa la gravità, la grandezza e il disgusto del peccato. C’è “grazia” abbondante per tutti, chi la vuole la prenda. Ma a quelli che rifiutano un tal favore da Dio sono già giudicati.
Essere corretti, ammettere di stare in errore, fa si che lo Spirito di Dio possa far breccia nel cuore delle persone più dure della terra. Ci vuole coraggio e umiliazione e Dio farà il resto. Ma rimanere nelle proprie convinzioni errate, voler dire attirarsi un castigo addosso da parte di Dio.
Ferrentino Francesco La Manna | notiziecristiane.com
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