Un pastore è stato seguito mentre si ritirava a casa dopo una riunione di preghiera dei radicali indù, che lo hanno picchiato gravemente.
Unisciti a noi in preghiera per i cristiani perseguitati sparsi nel mondo! Ancora una volta dall’India settentrionale arrivano tragiche notizie di fratelli che sono costantemente perseguitati per la loro fede.
La pandemia non ha rallentato, infatti, gli attacchi ai cristiani nonostante i serrati blocchi.
L’agguato al pastore Dinesh Kumar in cui è stato brutalmente picchiato e lasciato in coma dai nazionalisti indù radicali nel distretto di Mau nell’Uttar Pradesh è avvenuto il 28 maggio. Il pastore Kumar stava tornando da una riunione di preghiera quando è stato attaccato e rimane incosciente in ospedale. La polizia sta aspettando che il pastore Kumar riprenda conoscenza per prendere una dichiarazione prima di iniziare le indagini.
La folla ha continuato a percuoterlo fino a quando una persona del posto non ha notato quello che stava accadendo ed è intervenuta.
La folla al monito di quella persona locale si è subito dileguata dalla scena dell’agguato così da poter intervenire aiutando e portando il pastore Kumar a casa sua prima che arrivassero i sanitari.
Purtroppo molto spesso in questi territori dell’India la persecuzione è diretta non solo contro fedeli e pastori, spesso incarcerati per la propria fede, ma anche contro i luoghi di culto, che vengono chiusi o vandalizzati. In molti casi vengono negati ai cristiani proprio i diritti basilari, come l’accesso all’acqua. Sempre più comunemente infatti, la persecuzione avviene attraverso la “scomunica”, una sorta di “boicottaggio sociale”. I capi del villaggio e gli abitanti stessi negano ai cristiani i sussidi governativi, l’accesso alle razioni di cibo, alle medicine, all’istruzione. Il rischio del boicottaggio sociale è che i cristiani abbandonino la loro fede per poter sopravvivere ed evitare di essere emarginati.
Notiziecristiane.com
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