L’etimologia di debito è molto semplice, infatti, essa è da ricondursi al verbo latino debere e al suo participio passato debitum che è arrivato nella nostra lingua con il significato di “qualcosa che deve essere data”, “qualcosa per cui ci si è obbligati”. (Etimo italiano)
La parola debito richiama subito alla nostra mente il fattore economico.
Contraiamo dei debiti se acquistiamo un qualcosa che non è nelle nostre possibilità finanziarie, quando qualcuno ci dà qualcosa e non possiamo darne il contraccambio.
Usualmente quando qualcuno fa un favore importante, l’altro risponde: “Ti devo un favore”, così dicendo si mette in debito.
Dalla Parola di Dio comprendiamo che per quanto sia possibile, è auspicabile non fare debiti con nessuno. Dal punto di vista finanziario al fine di vivere una vita tranquilla, è consigliabile vivere con qualcosa in meno, senza dover necessariamente incorrere in debiti. Soprattutto ai nostri giorni, è saggio pensare bene prima di indebitarsi e a quanto impegnarsi, vista la precarietà lavorativa e finanziaria.
Il debito ci viene imposto da una legge morale e nel nostro caso anche divina.
Come credenti abbiamo un “debito” verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, e i credenti che ci circondano hanno un “debito” verso di noi.
L’apostolo Paolo dirà:
“Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l’imposta a chi è dovuta l’imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore. Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge.” Romani 13:7-8
Paolo ci parla di:
- Debiti di tipo finanziario: “l’imposta a chi è dovuta l’imposta, la tassa a chi la tassa;”
- Debiti morali: “il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore. Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri;”
Potrei parlare dei debiti finanziari, dell’insegnamento di Gesù sul pagare le tasse, ma desidero parlare brevemente dei debiti morali.
Abbiamo l’uno verso l’altro un debito d’amore. Paolo esorta dicendo: “RENDETE A CIASCUNO QUEL CHE GLI È DOVUTO”.
L’amore verso il nostro prossimo non è una chance, non è un qualcosa che il nostro prossimo merita, NON amiamo per fare un favore a Dio… è UN AMORE DOVUTO, tutti hanno ricevuto da Dio il diritto di essere amati.
TUTTI abbiamo la necessità ed il bisogno di sentirci amati e tutti ne abbiamo il diritto.
In che modo si assolve a questo debito:
“RISPETTO”; (il timore a chi il timore) – nella fattispecie si sta parlando delle autorità
Siamo chiamati a rispettare le autorità, ad avere riguardo e considerazione per la loro persona, per il ruolo e per le mansioni che essi ricoprono, siano esse autorità:
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- Politiche (politici, governanti, ecc…)
- Spirituali (pastori, ministeri della chiesa, monitori, chiunque ha responsabilità e svolge un servizio all’interno della chiesa, ecc…)
- Sociali (medici, insegnanti, ecc…)
“ONORE”; (l’onore a chi l’onore)
L’onore ha a che fare con la dignità della persona. Onore è dare “peso” alla persona, importanza. Onorare chi:
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- Le autorità; (Romani 13:7)
- I genitori; secondo il quinto comandamento del decalogo (Esodo 20:12)
- Gli anziani; secondo (Levitico 19:32)
- Le vedove; secondo il consiglio di Paolo a Timoteo (1 Timoteo 5:3)
- Tutti gli uomini; come esorta Pietro (1 Pietro 2:17)
“AMORE”; (Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri)
Gesù rispose al fariseo: “Il secondo (grande comandamento), simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».” Matteo 22:39-40
E’ importante amare sé stessi, e amare gli altri come si desidera da questi essere amati.
Tutte quelle manifestazioni di amore che noi vorremmo dagli altri, tipo: gentilezza, affetto, stima, delicatezza, rispetto, onore, attenzione, ascolto, tempo, lealtà, ecc… sono le stesse cose che siamo chiamati a dare agli altri.
“Date e vi sarà dato”. Se semini queste “manifestazioni” intorno a te, nel tempo le raccoglierai.
Il nostro “debito” verso il prossimo è continuo e giornaliero
Nella preghiera di Gesù contenuta in Matteo 6 troviamo queste parole:
“E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori.” Matteo 6:12
Attenzione! E’ molto interessante che qui Gesù non usa il termine “peccato” ma utilizza il termine “debito” (opheiléma).
Primo ho affermato che con la parola “debito” sì sottintende “qualcosa che è dovuto”
In sostanza, un dovere non soddisfatto è un debito non pagato.
Questo è vero verso Dio ed anche verso il prossimo
Perdonare un debito equivale a:
“lasciare andare sia il male che il risentimento, che la mancanza del nostro prossimo nei nostri confronti ha prodotto.”
Significa che, quando qualcuno ci ha fatto un torto o semplicemente non ci ha dato quello che ci era dovuto in termini di: RISPETTO – ONORE – AMORE, lo perdoniamo e non conserviamo dentro di noi rancore, rabbia, risentimento.
E’ una pratica giornaliera
Gesù nella preghiera insegna “dacci OGGI”
Ogni giorno ci sono dei doveri verso Dio “debiti” che non assolviamo. Ogni giorno c’è gente intorno a noi che “si indebita con noi e noi verso loro”.
Non riusciamo a pagare il nostro debito giornaliero ne verso Dio ne verso gli uomini perché siamo mancanti, peccatori ed imperfetti.
Gesù c’insegna a chiedere perdono a Dio dei nostri debiti. Chiedere a Dio quotidianamente il “condono” dei doveri non osservati.
Tale perdono lo riceviamo se noi similmente perdoniamo coloro che sono in debito con noi.
“21 Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» 22 E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
23 Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 24 Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. 25 E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. 26 Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto”. 27 Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: “Paga quello che devi!” 29 Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me, e ti pagherò”. 30 Ma l’altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. 31 I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. 32 Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; 33 non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” 34 E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. 35 Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello».” Matteo 18:21-35
Siamo chiamati a perdonare come anche Dio ci ha perdonati.
“Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.” Efesini 4:32
Che Dio perdoni anche OGGI ogni nostro debito come noi abbiamo perdonato i nostri debitori.
Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com
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