Sia chiaro: io difendo il diritto di Elton John di esprimersi e anche di dare un giudizio alle politiche del sindaco di Venezia. Ma difendo molto di più la politica di Brugnaro.
Rimarco, per ulteriore libertà di pensiero, il fatto di essere cristiano nato di nuovo e in quanto tale, rimarco il fatto che la Bibbia non prevede la teoria del gender. Padroni di darmi del bigotto, non sono un cattolico progressista, rivendico il diritto di manifestare la mia fede e di difenderla. Questo non fa automaticamente di me un omofobo anche se sono certo che qualcuno lo penserà.
Al di là dei discorsi di fede, la scelta di un sindaco sulle politiche educative da adottare nelle scuole, può essere criticata, ma è legittima in virtù del fatto che c’è stata un’investitura democratica: Venezia ha voluto Luigi Brugnaro e, di conseguenza, non ha voluto la teoria del gender nelle scuole. E non parlatemi di indice inquisitorio perché non è affatto andata così a leggere questo articolo.
Al di là dei discorsi di fede, la scelta di un sindaco sulle politiche educative da adottare nelle scuole, può essere criticata, ma è legittima in virtù del fatto che c’è stata un’investitura democratica: Venezia ha voluto Luigi Brugnaro e, di conseguenza, non ha voluto la teoria del gender nelle scuole. E non parlatemi di indice inquisitorio perché non è affatto andata così a leggere questo articolo.
Sir Elton è liberissimo di esprimere opinioni, però i suoi figli non faranno le elementari a Venezia, certi commenti poteva risparmiarseli. Mi stupisce semmai che non abbia ancora detto nulla, a meno che non mi sia sfuggito, circa il califfato di Al Baghdadi, nel quale i gay vengono buttati giù dai palazzi e, nello sventurato caso in cui non muoiano subito, subiscono la lapidazione. Due pesi due misure?
Preoccupa invece la risonanza mediatica, soprattutto alla luce del passo indietro di Volta e Gabbana, anch’essi in polemica con la capricciosa popstar inglese. Mi dispiacerebbe che, per una polemica che oggettivamente lascia il tempo che trova, Venezia ci rimettesse come turismo. Ma Venezia non è Sirte, e confidiamo nell’intelligenza delle persone. Del resto sappiamo benissimo che i soldi non hanno mai odore: non mi stupirei se vedessi concerti di Elton John in paesi dove gli omosessuali non hanno diritto di esistere come ad esempio in Cina o Russia, pertanto siamo sicuri che Venezia non verrà etichettata come città omofoba. Del resto, parafrasando il Clint Eastwood de “Il buono il brutto e il cattivo” Dio non è con loro, perché anche Lui odia gli imbecilli.
Postato Ieri da Stefano Bonacorsi
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