Nigeria. Giustizia per Deborah

Cristiani manifestano nella capitale: “si trovino gli assassini della studentessa”

“CHIEDIAMO GIUSTIZIA PER DEBORAH”, “GLI ASSASSINI DI DEBORAH DEVONO ESSERE PROCESSATI”, “DICIAMO NO AGLI ESTREMISTI ISLAMICI” e “VOGLIAMO LA PACE”: sono alcune delle scritte che si potevano leggere sui cartelli di un centinaio di manifestanti scesi nelle strade di Lagos (Nigeria) per protestare lo scorso 24 maggio contro l’omicidio di Deborah Yakubu Samuel, 25 anni, studentessa cristiana, linciata il 12 maggio per “presunta blasfemia”. Il suo omicidio ha scatenato l’indignazione in tutto il Paese. A promuovere la marcia è stata l’Associazione cristiana della Nigeria (CAN), il più grande organismo ecumenico del paese che riunisce molte denominazioni cristiane con lo scopo di promuovere la comprensione, la pace e l’unità tra i popoli e nella società attraverso l’annuncio del Vangelo. In molti hanno seguito il suo appello a manifestare per chiedere giustizia, esortando al contempo le autorità a perseguire rapidamente i colpevoli.

 24 maggio 2022, Lagos (Nigeria)

Violenza efferata

Deborah, che viveva con i suoi genitori a Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria, e che frequentava la Evangelical Church Winning All, è stata picchiata, lapidata a morte e il suo corpo dato alle fiamme. Un video pubblicato sui social media la mostra sdraiata ancora a terra nel tentativo di proteggersi la testa con il braccio sinistro mentre studenti e studentesse si radunavano intorno per picchiarla con bastoni, lanciando grosse pietre e gridando “Allah è più grande”. La sua università, Shehu Shagari College of Education, è stata chiusa fino a nuovo ordine dal governo dello Stato di Sokoto, mentre la Evangelical Church Winning All, stringendosi alla famiglia della giovane donna, ha chiesto al presidente nigeriano Mohammadu Buhari di garantire che giustizia sia fatta.
Nel 2019 Gidéon Para-Mallam, pastore della Evangelical Church Winning All, attivista per la pace, la giustizia sociale e il dialogo interreligioso, era stato invitato a Davos per tenere una conferenza, a margine del World Economic Forum, sulla persecuzione dei cristiani.

 Deborah Yakubu Samuel

A Sokoto tensione alle stelle

In seguito all’arresto da parte della polizia di due musulmani accusati del delitto, nello Stato di Sokoto una folla di musulmani ha vandalizzato la Evangelical Church Winning All, la Holy Family Catholic Cathedral, e la St. Kevin’s Catholic Church. La folla ha altresì danneggiato e saccheggiato dozzine di negozi appartenenti a cristiani nella città di Sokoto, stando alle notizie diffuse da Morning Star News. Secondo la BBC alcuni manifestanti, invece, hanno assalito il palazzo di Muhammad Sa’ad Abubakar, sultano di Sokoto, considerato somma figura spirituale dai musulmani del paese, che aveva condannato l’omicidio chiedendo che i colpevoli fossero assicurati alla giustizia.

La violenza contro i cristiani non si arresta

Intanto è di ieri la notizia del rapimento di due sacerdoti nel nord della Nigeria. A riferirlo è padre Christopher Omotosho, Direttore delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Sokoto. “Alla mezzanotte di oggi, 25 maggio 2022, uomini armati hanno fatto irruzione nella canonica della chiesa cattolica di San Patrizio, Gidan Maikambo, Kafur LGA dello Stato di Katsina – afferma in un comunicato, che così prosegue:  – Il parroco Stephen Ojapa, MSP (Missionary Society of St. Paul ) e il suo collaboratore don Oliver Okpara e altri 2 ragazzi che erano in casa sono stati rapiti. Non abbiamo alcuna informazione su dove si trovino. Vi chiedo di pregare per la loro salvezza e liberazione”. Secondo le testimonianze raccolte i rapitori, armati, sono arrivati in gran numero.

https://www.voceevangelica.ch/voceevangelica/home/2022/05/Nigeria-violenze-contro-cristiani-Sokoto-manifestazioni-giustizia-Lagos.html

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