Niger. Una chiesa protestante in fiamme e un Imam arrestato

Un tempio dato alle fiamme nella notte tra sabato 15 e domenica 16 giugno nella città di Maradi dopo l’arresto di un Imam.

Una chiesa protestante è stata incendiata nella notte tra sabato 15 e domenica 16 giugno nella città di Maradi situata al Centro-Nord del Niger. Lo ricorda il sito dell’agenzia stampa di attualità religiosa La Croix Africa.

L’incendio si ritiene che si molto probabilmente riconducibile a moti di protesta in seguito all’arresto di un Imam (l’influente leader religioso musulmano Rayadoune) che il giorno prima aveva contestato pubblicamente una legge governativa, e che a suo dire impone regole restrittive in materia di libertà di culto.

La chiesa protestante di Maradi e l’auto del pastore sono state incendiate intorno alle 2 del mattino da autori non ancora identificati.

Il giorno precedente, infatti, durante la preghiera del venerdì santo l’imam della moschea di Zaria aveva definito il decreto legge «anti-Islamico».

Domenica 16 giugno alcuni manifestanti vicini al leader musulmano in segno di protesta hanno poi bruciato cerchioni e gomme d’auto e creato disordini in quella che è la terza città del Paese per numero di abitanti.

La calma è tornata nel pomeriggio dopo la scarcerazione dell’Imam, che si è scusato pubblicamente per quanto accaduto : «I miei sostenitori devono smettere di bruciare e creare disordini in città. L’Islam non raccomanda questo, non sono stato maltrattato dalla polizia» ha detto, e «per quanto riguarda la legge, ammetto il mio sbaglio dovuto a una errata comprensione del testo».

Il disegno di legge, infatti, è nato in un territorio che subisce «numerosi attacchi terroristici legati al violento estremismo islamista, e recita «la libertà di culto dev’essere esercitata nel rispetto dell’ordine pubblico»e «l’esercizio dell’adorazione “in un luogo pubblico” (sarà) soggetto a un regime di autorizzazione preventiva».

Già nel 2017, in occasione di un Simposio organizzato dal Ministero dell’Interno, gli Imam e gli Ulema del Niger collaborarono alla stesura dell’attuale testo.

«Questa legge è il risultato di capillari e approfondite consultazioni condivise tra le fedi presenti. Nel testo, non c’è nulla che possa essere definito: “anti-Islam”», ha detto all’Agenzia La Croix Africa un alto funzionario del Ministero dell’Interno nigeriano. «Con questa legge s’intende contrastare alcuni eccessi che spesso sono sostenuti da organizzazioni terroristiche oscurantiste che stanno guadagnando terreno e adepti nel nostro Paese».

Un paese, il Niger, nel quale i musulmani sono la maggioranza e dove i cristiani costituiscono il 2% di una popolazione di 20 milioni di abitanti. Risale al gennaio 2015 il picco di violenze, con 45 chiese bruciate dopo le vignette considerate offensive per l’Islam e pubblicate dal giornale Charlie Hebdo.

Foto: una moschea a Niamey, By dias UndKompott – DSC_0864, CC BY-SA 2.0

di Redazione | Riforma.it

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