NEW DELHI: batterio killer uccide 58mila neonati!

batterio_k illerMentre il virus Ebola non arresta la sua corsa, la stampa indiana riporta la notizia di oltre 58mila neonati morti in un anno in India: si tratta di una vera e propria epidemia causata da un “batterio killer” contro cui, al momento, non esiste cura e potrebbe diventare una minaccia a livello globale. E’ il New York Times a lanciare l’allarme, facendo eco all’analisi di Vinod Paul, capo dei pediatri dell’Istituto indiano di scienze mediche, il quale dichiara con apprensione che “ridurre le morti neonatali in India è una delle maggiori priorità di salute pubblica nel mondo, e che qualora le infezioni resistenti continuino a crescere sarà un disastro, non solo per l’India ma per il mondo intero”.

Nella nazione asiatica i batteri sono presenti nell’acqua, negli animali, nel suolo e persino nelle mamme: infatti, i piccoli verrebbero infettati già al momento della nascita, transitando nel feto attraverso i genitali materni. Oltremodo, in una terra dove la religiosità abbraccia ogni genere di idolatria e culto (si venerano vacche, topi, scimmie e altre bestie!) non sono rari i focolai di varie forme epidemiologiche, tant’è vero che nel Gange – attualmente fra i dieci fiumi più inquinati al mondo – si immergono ogni anno milioni di adepti delle svariate divinità induiste per i loro riti di  “purificazione”, quasi tutti associati ad uso domestico, agricolo e spirituale; inoltre, grandi metropoli come Nuova Delhi, Allahabad, Varanasi, Patna, Calcutta e Kanpur scaricano nel fiume “sacro” i loro liquami, dato che molte delle città indiane non hanno un’adeguata rete fognaria né dispongono di allacci agli impianti di depurazione.

Se al sovraccarico e malfunzionamento citati si aggiungono i continui blackout di energia elettrica di cui soffre l’India, nessuno può stupirsi dello stato ad alto rischio in cui vive la popolazione indiana. Timothy Walsh, microbiologo dell’università di Cardiff, ha aggiunto che l’uso incontrollato degli antibiotici, il pessimo stato igienico e il sovraffollamento sono i più grandi fattori di contagio e che la mancanza di monitoraggio del problema creano uno tsunami di resistenza agli antibiotici che può diffondersi su tutto il globo.

Pertanto, considerato le passate virosi nel mondo lègate ai morbi della Bse o “della mucca pazza”, all’aviaria, alla Sars, al colera, all’influenza suina H1N1, all’aids e alla recente peste bubbonica registrata in Madagascar (119 casi segnalati e 40 morti in pochi mesi), il batterio killer in India conferma che le pestilenze di cui parlano i vangeli stanno davvero colpendo “ogni luogo” (Matteo 24:6-7, Marco 13:8, Luca 21:11) e che ogni credente è chiamato a non  ignorare questi eventi, invero “segni degli ultimi tempi”.

Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com


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