NESSUN MISTERO, CRISTO È DA SEGUIRE!

image (14)Un uomo vede un bagliore in fondo ad un pozzo, pensa:”un tesoro!”, forse… forse una moneta d’oro, una pepita o meglio ancora, un diamante.
L’uomo scende nel pozzo, cerca ma nulla, così scava, scava e scava ancora. Scava tutta la vita per raggiunge quel tesoro che ha visto brillare, senza rendersi conto che sopra di sé c’è ormai una montagna e che per cercare quella luce è finito così lontano dal sole da trovarsi nelle tenebre.
Forse quella luce nel pozzo era solo un riflesso di ciò che c’è nel cielo…
SE CERCHI DIO, RIVOLGITI A DIO!
Chi mai potrà comprendere i misteri di Dio? Quale uomo potrà dire di essere entrato nella sua conoscenza, quale uomo potrà dire di aver conosciuto a fonfo il Signore durante la sua vita?
Egli si rivela regalandoci piccoli pezzi di sé…frammenti del suo amore, sprazzi della sua sapienza, bagliori filtrati ad arte della Sua conoscenza. Il Signore ci parla, ci guida, si sostiene. Egli però non è intellettualmente conoscibile nella Sua piena essenza.
Dio il Signore, centellina rivelazioni importanti solo dopo aver sondato il cuore dell’uomo, non dona per farsi “grande”… non ne ha bisogno, non dona per ottenere, neanche di questo ha bisogno.
Tantomeno egli non è un padre sconsiderato che dà in mano al figliolo qualcosa con cui potrebbe farsi male.
Dio, il Signore! non ha studiato, ma conoscete tutta la scienza.
È un eccellente maestro in matematica, in astronomia, in fisica e in geografia conosce tutte le lingue è il più abile scrittore e poeta, il più spettacolare dei pittori… e anch’egli, come ogni scolaro non ama qualche materia.
Alcune in special modo come: la filosofia e la religione. Come pure tutte le dottrine vane mirate alla comprensione delle profondità spirituali. Poiché Egli è la dottrina spirituale per eccellenza.
Il Signore sa…e non è il solo, che per quanto gli uomini possano studiare, ricercare, approfondire, non possono al fine, che arrivare a Lui.
L’uomo da sempre si è impegolato in una ricerca che ha aggrovigliato la matassa della comprensione divina.
Da sempre si è posto un perché… e poi un perché dopo un perché e poi un altro, e un altro ancora…che confusione!
È possibile che l’uomo passi la vita a comprendere la vita? Per altro senza poterla comprendere a pieno.
Ogni spiraglio di comprensione resterà all’umanità come sua eredità, le grandi scoperte diventano patrimonio dell’uomo e ciò è vero e giusto.
Di volta in volta regole e concetti nuovi azzerano i precedenti e… diranno gli assetati, e poi?
Le “piccole” intuizioni avute per rivelazione, quelle si! diventano stabili.
La vita è fatta per essere vissuta, più che per essere compresa. E quando a cento anni moriremo dopo aver compreso tante cose, avremo vissuto meno di chi non ne conosce nessuna.
Sarebbe stato possibile aggiungere o togliere qualcosa a ciò che Dio ha fatto? Certamente no! Allora posso comprendere perché il Signore ha dato questa disposizione: “NON MANGIARE DELL’ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE, ALTRIMENTI MORRAI!”
Ma di cosa doveva ancora avere conoscenza Adamo? Conosceva Dio! Ciò non era abbastanza?
Certo conoscere è importante per l’uomo, ma tutto questo cercare, appoggiato ai limiti umani è come concentrarsi su di una goccia in mezzo al mare, come meditare su di un sasso seduto su di una montagna, non credo che Dio abbia fatto l’uomo per arrovellarsi in questo, non credo che trascorrere la vita in un labirinto, cercando di capirne il senso, sia vivere!
ESSERE CENTRALI ALLA CONOSCENZA.
Se osserviamo la crescita di un uomo vediamo che essa avviene in maniera spontanea e inconsapevole dal punto di vista cognitivo, impariamo a parlare perché siamo portati alla comunicazione, tutto avviene perfettamente. Tutto il nostro essere mette in pratica leggi che non abbiamo appreso, che non abbiamo studiato ma che possediamo.
Per crescere, nel senso fisico intendo, non dobbiamo sapere nulla, eppure il nostro organismo attraverso il nostro cervello applica procedimenti specifici, sintesi chimiche, leggi fisiche che funzionano anche se non le conosciamo. La gravità non esiste perché l’abbiamo scoperta, ma l’abbiamo scoperta perché esiste, ma da sempre l’abbiamo utilizzata.
Dio ha disposto qualcosa di eccellente per l’uomo, ovvero di vivere IN! Ovvero dentro la conoscenza e desidera insegnare all’uomo, con poche semplici regole come vivere ciò.
Lc 10:21 In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!
1Cor 3:19 perché la sapienza di questo mondo è pazzia davanti a Dio. Infatti è scritto:
«Egli prende i sapienti nella loro astuzia»; 20 e altrove:«Il Signore conosce i pensieri dei sapienti; sa che sono vani».
L’uomo ama indagare su cose di cui non verrà mai a capo….come la mente umana, la psiche è materia difficile, le profondità del cosmo, o il mondo molecolare o atomico, il pensiero mistico.
Tutto ciò ha talvolta ottimi risvolti… nella scienza, nella medicina, sul benessere, nel progresso umano… A volte invece ha esiti infausti come l’atomo utilizzato a fini bellici. Ma ció non è di nessuna utilità nella sfera spirituale, quanto invece sia l’esito di una non conoscenza spirituale, non è di nessuna applicazione alla vera vita, o non sappiamo applicarlo.
Conoscere è un vincolo forte alla vita spirituale, poiché tende a razionalizzare eventi altrimenti non spiegabili con una mente cognitiva, concetti come l’eternità non “entrano” nel nostro cervello, conoscere impone un seguito alla ricerca ed è decisamente impegnativo.
Siamo convinti che le grandi scoperte abbiano cambiato ” grazie agli uomini ” il corso dell’evoluzione. La Penicillina o l’Atomo, la terra rotonda o la conquista della luna.
Tutto ciò è vero solo guardando con la visione materica dell’uomo, il progresso appartiene alla “sostanza”, non allo spirito, lo spirito è tale e perenne.
Quanto valore hanno queste cose per una vita che dura un secondo!
Viviamo in un pianeta problematico e assai afflitto, dove produciamo miliardi di tonnellate di cibo e moriamo di fame, dove allunghiamo la vita… per viverla spesso male, dove conosciamo molto senza imparare nulla, passiamo l’esistenza imparando tutte le lettere dell’alfabeto, ma senza lasciare scritto nulla.
TRA GENESI E APOCALISSE
Nell’Eden vi erano due alberi molto importanti l’albero della conoscenza del bene e del male, e l’albero della vita. Il divieto non riguardava originariamente l’albero della vita, ma quello della conoscenza. Dopo esserci cibato della conoscenza l’uomo fu allontanato dall’Eden perché non si cibasse dell’albero della vita. Ovvero non sarà attraverso la conoscenza che avremo la vita eterna.
Gen 3:22 Poi Dio il SIGNORE disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’ albero della vita, ne mangi e viva per sempre».
L’uomo ha smarrito l’idea della vera esistenza, se n’è allontanato, gli é difficile considerare la vita come una susseguirsi di attimi a se stanti. Configura la propria vita nella infondata certezza di vivere per sempre o comunque molto a lungo, mentre dovrebbe ricercare l’eccellenza in ogni secondo.
L’eternità è così priva di parametri che forse dura un attimo, interminabile come l’essere presente, qui,adesso!
Essere in sintonia con ciò che ci circonda, con il creato è ciò che assomiglia di più alla vera vita.
Progettare la propria vita, ricordarla è come vivere nell’immaginario in un mondo non verificabile che potrebbe anche non esistere.
ESSERE PIÙ CHE COMPRENDERE.
Questa regola è applicabile ed è valida sopratutto quando cerchiamo di comprendere gli eventi e la vita nella sfera spirituale, dove contrariamente al mondo delle cose, dove molte di queste sono verificabili toccando, gustando, vedendo, ascoltando…
Li nella realtà dello Spirito dove a causa del nostro allontanamento da Dio siamo rimasti “infantili” è molto più difficile scoprire e comprendere indagando. Allora di buon animo, con volontà, sottomissione, e con umiltà ci affidiamo al MAESTRO, CRISTO GESÙ che dai tempi in cui fu creata la luce non ha mai smesso, di illuminare, di istruire e di amare gli uomini.
Ecco nell’obbedienza alla sua istruzione, mettendo in pratica i suoi comandamenti senza opporsi con arroganza al fluire della sua conoscenza instillata in noi come riflesso di se stesso, li in quello spazio, in quel tempo, saremo ripieni della Sua perfetta conoscenza, e tutto questo senza indagare nell’universo per tutta la vita.
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Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com


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