Sono cresciuto in una famiglia in cui mia madre era cristiana evangelica, mentre mio padre, fin da quando aveva 12 anni, era nel mondo dell’alcol. Col passare degli anni, per via di questa difficile situazione in casa, mia mamma, benché fosse credente, cadde nel tunnel della depressione, e ancora oggi si porta dietro gli strascichi.
Ben presto, durante i miei 17 anni, io abbandonai la chiesa e presi a frequentare la strada: dentro me volevo dare un calcio alla vita per avermi offerto la sua parte peggiore.
Vivere l’adolescenza per strada non è affatto una buona cosa. Mi unii con i peggiori delinquenti, pian piano iniziai a bere come mio padre e diventai un vero alcolista. Passai poi a drogarmi, fino ad essere un tossicodipendente. Feci uso di ecstasy, allucinogeni, eroina, cocaina, metadone e vari tipi di psicofarmaci… non mi feci mancare nulla del menù orrendo del diavolo. I soldi cominciarono a finire e mi ritrovai costretto a rubare, a scippare e a rapinare per poter comprare la droga. Iniziai a compiere atti di autolesionismo, mi tagliavo il viso e le braccia. Ebbi problemi di bulimia e anoressia per molti anni. La droga non mi dava una stabilità di emozioni. Forse le emozioni le persi quando la mia famiglia aprì la porta al male. Oggi i miei si sono ripresi, stanno bene ma io porto ancora i postumi di quello che successe quando ero ragazzino.
Un giorno partii per Londra, volevo cambiare aria e avere una nuova vita, ma le cose precipitarono sempre di più. Mi unii ad una banda di delinquenti e anche lì iniziammo a rapinare e usare droghe pesanti.
Una notte fui assalito e accoltellato da un gruppo di pusher per questioni legate alla droga. Intervenne l’ambulanza a medicarmi e poi la polizia che mi arrestò, perché fui trovato in possesso di droga e oggetti rubati.
In quella cella di sicurezza, solo, impaurito e ferito, senza sapere cosa mi sarebbe successo, mi ricordai dei momenti trascorsi ai campeggi cristiani quando ero ragazzino, e mi ricordai di quante benedizioni il Signore aveva fatto scendere sulla mia tenera vita. Così piegai le ginocchia, piansi e chiesi a Dio di perdonarmi e di spezzare tutte le catene che mi tenevano legato a ogni tipo di vizio e droga. È proprio lì, nell’oscurità di quella cella, che Dio scese a rendermi un Suo figlio.
Da allora non toccai più alcool e droghe. Adesso mi sento libero di servire e di adorare Dio. Egli mi ha donato una brava ragazza, e insieme a lei il dono più grande: una bellissima bambina. Purtroppo sono invalido e, anche per via del mio passato, non sono ancora riuscito a trovare un lavoro, ma sono felice di lavorare per Dio e non mi preoccupo perché so che, se Lui vorrà, me lo darà, e che mi provvederà ciò di cui necessito. Non pretendo nulla, viviamo in una casa popolare e guido una vecchia Toyota Yaris, ma non ci sentiamo per niente poveri, nonostante manchi il lavoro e viviamo in 3 con meno di 500€ al mese.
Abbiamo Gesù in casa nostra e abbiamo tutto!
Non è sempre facile, a volte mi sento schiacciato dagli errori del passato e li sto ancora pagando, ma Gesù è meraviglioso, mi ha tolto da tutte le cose brutte e mi ha donato una vita tutta nuova. Ho l’essenziale e so che il resto arriverà dopo!
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PROGETTO DI MANUEL PISANU.
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