“Ci denunci pure ma noi non possiamo tacere: la teoria gender nella Buona Scuola c’è”. Lo dice Toni Brandi, presidente Associazione ProVita Onlus, in risposta al ministro Giannini.
Il responsabile del Miur, poche ore prima, aveva accostato le polemiche“ una truffa culturale”, annunciando, a nome del dicastero di Viale Trastevere, una risposta “con gli strumenti adeguati”.
Secondo il presidente di ProVita, invece, Giannini “dovrebbe rileggere attentamente la legge 107 che il Governo di cui fa parte ha fortemente voluto e fatto approvare”.
“Se la Giannini leggesse con più attenzione il comma 16 dell’art. 1 della legge 107 – spiega Brandi – si accorgerebbe che questo rimanda al comma 2 dell’art. 5 della legge 119/2013, che a sua volta attua il dettato della Convenzione di Istanbul, dichiaratamente ispirata all’ideologia gender. E la circolare diramata dal Miur e indirizzata ai dirigenti scolastici, checché ne dica il ministro – continua -, non ci rassicura per niente, tanto è vero che in essa si continua a usare l’espressione ‘genere’ e non ‘sesso’, quando invece la nostra Costituzione all’art. 3 parla proprio di ‘distinzione di sesso’. Perché questa novità? Perché i generi sono 71 mentre i sessi solo 2?”.
“Non possiamo poi dimenticare – conclude il presidente di ProVita – che da quando è ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini non ha fatto nulla per impedire che nelle scuole venissero proposti ai nostri bambini e ragazzi progetti più o meno esplicitamente fondati sulla teoria gender e/o sull’omosessualismo e sul transessualismo”.
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