Oggi il Parlamento inglese deciderà se approvare o meno il suicidio assistito. E Karol Sikora, il più famoso oncologo del paese, si dice decisamente contrario. Una bella differenza col nostro Veronesi. Oggi il Parlamento inglese voterà la legge sul suicidio assistito, sulla quale i principali attori politici si sono divisi tra chi spinge per l’approvazione e chi frena.
Le ultime dichiarazioni in ordine di tempo sono state quelle del ministro della Salute, Norman Lamb, che, visto come tira il vento, è passato da una ferma opposizione alla legge a un sostegno incondizionato.
«AUTOESTINZIONE DELLA SPECIE». «Ho pensato: “Posso davvero giustificare la posizione che tenevo in passato?”. Alla fine devi porti la domanda su chi dovrebbe decidere [sulla propria morte]. Devo decidere io, qualcun altro o lo Stato? In fondo penso che sia una decisione molto personale», ha dichiarato il ministro. Sorpreso o meno dalla giravolta, il premier David Cameron si è detto «non convinto» dalla legge e ha dichiarato di essere preoccupato: «Se passa, la gente potrebbe essere spinta a fare cose che in realtà non desidera».
Anche il sindaco di Londra Boris Johnson, pur non opponendosi all’approvazione della legge, ha espresso i suoi timori: «Legalizzare la morte assistita è come dire che lo Stato approva l’autoestinzione della specie».
«SQUADRONI DELLA MORTE». Chi invece ha criticato fortemente la legge è uno degli oncologi più famosi del Regno Unito, il professore Karol Sikora, che alla Bbc ha dichiarato ieri: «Se la legge viene approvata, i dottori dovranno decidere della morte dei pazienti, trasformandosi in squadroni della morte, che non c’entra proprio niente con l’offerta di un buon servizio sanitario».
LA “CIVILTÀ” DI VERONESI. C’è una bella differenza tra il professor Sikora e uno degli oncologi più famosi in Italia, Umberto Veronesi, che è intervenuto nei giorni a scorsi a Milano a un evento promosso dall’associazione Luca Coscioni: «Vogliamo essere in prima linea in Europa con la legge sull’eutanasia: è una legge che dà la garanzia alle persone di scegliere consapevolmente come andarsene». Per Veronesi bisogna dare «al paziente la libertà di autodeterminarsi e di decidere per sé», costringendo però un dottore a fare «una iniezione che, in modo indolore, porta alla morte. Ma non è solo un’iniezione: è una scelta consapevole del paziente, e una legge che regolamenti questa pratica è un segno del progresso e del livello di civiltà di una società». La civiltà, per dirla con Sikora, degli «squadroni della morte».
Fonte: http://www.tempi.it/
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