Boise, Idaho. E’ la conclusione alla quale è giunta la moglie del giovane pastore iraniano, Saeed Abedini, nel carcere di Evin, Teheran, dal 26 settembre del 2012. Le autorità iraniane “hanno fatto molte promesse da marinaio, ma non hanno ancora scarcerato Saeed. Sperano di ridurre l’opinione pubblica al silenzio con le loro promesse prive di fondamento”, scrive Naghmeh Abedini che ha anche spiegato che “in Iran c’è una lotta interna tra Musulmani estremisti e moderati. E gli estremisti sembano essere i più forti. La situazione di Saeed potrebbe peggiorare”. Da qui la decisione di osservare la settimana prossima tre giorni di digiuno e preghiera per la scarcerazione del marito.
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