In Brasile la notte si uccidono i bambini per strada per “ripulire” la città e dare una buona immagine al mondo… Questo è il report di un giornalista danese che con i suoi occhi ha visto le autorità brasiliane spazzare via i bambini che vivono per strada: tutto questo per dare “un’immagine pulita” del paese durante la prossima coppa del mondo.
Mikkel Jensen, giornalista freelance, sognava di girare un servizio sulla Coppa del Mondo: “lo sport più bello del mondo” in Brasile, “un paese meraviglioso”. Ma il sogno si è trasformato in un incubo dopo che il danese ha deciso di recarsi nel paese sudamericano un paio di mesi prima dell’inizio del mondiale.
Fortaleza, racconta il reporter, per lui è la città col più alto tasso di violenze tra tutte quelle che ospiteranno il mondiale. Dopo esservi stato è tornato in Danimarca impressionato, inorridito e ha spiegato perché ha rinunciato al suo sogno di essere tra i giornalisti della coppa del mondo.
Per quasi due anni e mezzo ho sognato di girare un servizio sulla coppa del mondo, avevo fatto un piano, ho imparato il portoghese, nel settembre 2013 mi sono recato in Brasile. Ma oggi (aprile 2014) a due mesi dall’inizio del torneo ho deciso che non voglio più restare, il sogno è diventato un incubo.
Per cinque mesi ho documentato le conseguenze causate dalla celebrazione della coppa del mondo: forze armate e polizia militare nelle comunità, corruzione, abbandono di progetti socialmente utili. Ho scoperto che tutti questi fatti sono causati anche da persone come me, perché il paese possa fare una buona impressione su giornalisti e turisti stranieri.
Nel mese di marzo sono stato a Fortaleza, ho parlato con alcune persone che mi hanno messo in contatto con i bambini di strada. In seguito ho appreso che alcuni di loro mancavano, spesso i bambini vengono uccisi la notte quando restano a dormire in zone molto frequentate dai turisti.
A Fortaleza ho incontrato Allison , 13 anni, che vive per le strade della città. Un ragazzo con una vita dura, non aveva nulla, solo un pacchetto di noccioline. Quando ci siamo incontrati mi ha dato tutto quello che aveva, ovvero arachidi, questo bambino che non ha nulla ha offerto l’unica cosa di valore che aveva a un gruppo di giornalisti con la Master Card in tasca, incredibile. Ma la sua vita è in pericolo a causa di gente come me, rischia di diventare la prossima vittima della polizia di Fortaleza.
Non riesco ad occuparmi della coppa del mondo ora che ho appreso il costo reale di questa manifestazione sportiva, che non è rappresentato solo nelle ingenti somme di denaro spese, ma anche nella vita di bambini innocenti.
Oggi sto tornando in Danimarca e non farò ritorno in Brasile, la mia presenza contribuisce solo ad aumentare tutte queste violenze. Invece che girare un servizio sulla coppa del mondo farò tutto ciò che è in mio potere per denunciare i fatti che da mesi accadono in Brasile a causa del torneo calcistico.
Per ovvi motivi di sicurezza personale, Mikkel Jensen ha chiesto che questo articolo non fosse pubblicato fino al suo ritorno dal Brasile. (Fonte: Vozpópuli)
Siamo agli sgoccioli dei mondiali di calcio 2014 e in Brasile si respira aria da guerra civile, le forze dell’ordine stanno cacciando con la forza intere famiglie dalle Favelas, tutto questo per ripulire e dare un immagine migliore al Brasile. Un divertimento per i ricchi, una tragedia per i poveri, trattati come spazzatura da discarica. E quantunque siamo sicuri che questa guerriglia urbana si fermerà, dopo il primo calcio d’inizio, un altro tipo di violenza sarà pronta a dilagare… Questa volta non toccherà i poveretti delle favelas ma qualcuno che è al di sopra di noi e che ci da la vita… stiamo parlando di Dio. Sì avete capito bene c’è un avversario astuto pronto a colpire e se riflettete bene capirete subito che quel tipo di violenza che io intendo è proprio contro Dio, attraverso la bestemmia!
Durante una qualunque partita di calcio dilettantistico o professionistico, in 90 minuti, ci sono centinaia di bestemmie da ambedue gli schieramenti contro a Dio… in conseguenza di una determinata circostanza, un errore arbitale, un infortunio o quant altro favorisce l’una o l’altra squadra comportando la bestemmia di una persona e/o un gruppo di persone dell’una o dell’altra squadra. Naturalmente, noi cristiani speriamo che la bestemmia cessi di esistere e speriamo anche che il mister e i giocatori di una qualsiasi squadra di calcio oltre a dare l’esempio, di come dovrebbe comportarsi un buon giocatore in campo e fuori attraverso gli insegnamenti calcistici e di fair-play insegni a essere un buon cristiano, ricordando quali sono i rischi che corre chi bestemmia e in tal senso cosa dice la parola di Dio a proposito:
E gli uomini furono bruciati dal gran calore; e bestemmiarono il nome di Dio (Apocalisse 16:9).
…e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere. (Apocalisse 16:11)
E cadde dal cielo sugli uomini una grandine enorme, con chicchi del peso di circa un talento; gli uomini bestemmiarono Dio a causa della grandine; perché era un terribile flagello. (Apocalisse 16:21)
Di pari passo, però, invece di assistere ad un ritorno a Dio in considerazione di ciò che sta accadendo, si osserva un peggioramento anche nel comportamento dell’umanità incredula. Il capitolo 16 da cui sono stati tratti questi versi, ci mostra un umanità sempre più ribelle e sempre più blasfema. Per tre volte nello stesso capitolo dell’Apocalisse è scritto che gli uomini bestemmiarono Dio a causa dei flagelli che stavano capitando loro.
Per ironia della sorte, gli uomini se la prendono proprio con la persona giusta perché è Lui che li sta giudicando! Ma invece di cogliere l’ultima opportunità per riconoscere il loro stato di peccatori e la giustizia dell’ira di Dio che si sta manifestando nei loro confronti, inveiscono contro di lui! In particolare il verso 11 ribadisce che “non si ravvidero dalle loro opere”.
Eppure, più avanti andiamo e più la bestemmia dilaga; sicuramente, davanti a un momento concitato di una una partita di calcio pochi si scandalizzano davanti a una bestemmia… Abbiamo conosciuto diverse persone incredule che bestemmiano e se la prendono con Dio quando soffrono o quando qualcosa va male nella loro vita. Non è strano prendersela con qualcuno del quale neghiamo persino l’esistenza?
Ormai sono pochi ad indignarsi di fronte ad una bestemmia. La televisione e il cinema ci hanno abituato ad ascoltarle come se si trattasse di cose normali. Viviamo in un mondo che bestemmia.
E noi credenti cosa facciamo? Restiamo zitti? Abbiamo ancora il coraggio di dissentire quando ci troviamo di fronte a qualcuno che insulti il nostro Dio? Non è facile farlo perché il risultato è spesso quello di essere derisi.
A volte non avete l’impressione che, mentre il mondo non si fa problemi a bestemmiare, i credenti quasi si vergognino di utilizzare il nome di Gesù durante una conversazione? Siamo diventati rinunciatari e ci facciamo problemi a dire in maniera franca agli altri che crediamo in Dio e che vogliamo onorare il suo nome.
Il mondo sta procedendo velocemente verso la fine prevista nell’apocalisse e sta andando di male in peggio. Ma in un mondo che bestemmia, se la prende con Dio, e lo farà sempre di più, ci sono ancora tra di noi dei figli di Dio che vogliono onorare e difendere il nome del Signore nei fatti e nelle parole?
Pietro Proietto
notiziecristiane.com
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui