A conti fatti l’occupazione di solidarietà con il popolo palestinese all’università McGill (Montréal) è durata circa due mesi e mezzo.
Ma alla fine – il 10 luglio – la direzione dell’università rivolgendosi a una società privata di sicurezza è intervenuta espellendo gli studenti e svuotando l’accampamento. In supporto alla polizia privata, gli agenti della Sûreté del Québec. Almeno un manifestante sarebbe stato arrestato. Inoltre l’Università ha già preannunciato che gli studenti responsabili dell’occupazione saranno sottoposti a sanzioni, rischiando anche l’espulsione.
Quasi immediatamente (la sera del giorno dopo, l’11 luglio) una vivace manifestazione di protesta percorreva le vie di Montréal. L’intervento della polizia innescava qualche scontro con il bilancio di un paio di vetrine infrante e un arresto.
Già alla fine di maggio, di fronte alla concreta possibilità che l’accampamento venisse smantellato, gli studenti della McGill si erano organizzati per resistere, ma evidentemente non abbastanza.
Sempre a Montréal, il 12 maggio un altro accampamento pro-Palestina era sorto nel campus dell’UQAM, ma veniva dismesso ancora in giugno. Come era stato preannunciato qualche giorno prima – in conferenza stampa – da due portavoce: una studentessa che utilizzava simbolicamente il nome di “Leila Khaled” (famosa guerrigliera ed esponente politico palestinese) e Niall Clapham Ricardo, esponente dell’organizzazione Voix juives indépendantes (ricordo che siamo nel Quebec francofono).
Va poi riportato che fin dai primi giorni di maggio (in qualche caso ancora dalla fine di aprile) diversi accampamenti simili erano sorti in Canada e nel Quebec. In sintonia con quanto avveniva in gran parte del mondo (dagli USA alla Svizzera…): a Vancouver, Ottawa, Toronto e come si è visto a Montréal, all’Università McGill. Forse il campo più consistente e agguerrito e dove le prime tende erano apparse fin dal 27 aprile.
Gianni Sartori
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