Monsignor Viganò e la nuova dittatura: dichiarazioni da censura per YouTube

00Il monologo di Monsignor Viganò inizia con un richiamo storico all’Unione Sovietica di Stalin, il dittatore che, fra le altre cose, pianificò una carestia sequestrando derrate alimentari, limitò gli spostamenti e privò il popolo della sua libertà. Viganò ricorda così i metodi dei tiranni (incarnazione del male), utilizzati da sempre per imporre la propria malvagità, così da vanificare la Grazia e tutto ciò che la civiltà cristiana ha faticosamente costruito nel corso dei millenni.

Un sistema governato da tiranni senza volto, assetati di potere, dediti al culto della morte e del peccato, all’odio della vita, della virtù e della bellezza, che riesce a manipolare l’informazione, ricattare i politici, corrompere i medici, intimidire i commercianti e a costringere miliardi di persone che solo mascherina e vaccino possono impedire morte certa.

La nostra stessa redazione ha potuto costatare il potere della censura, che non sempre è qualcosa di violento o crudele: talvolta può essere delicata e ammiccante, presentata con messaggi informali e faccine divertenti, come quella di YouTube, che non ha ci ha permesso di caricare l’intervento di Monsignor Viganò perché i contenuti mettono esplicitamente in discussione l’efficacia delle linee guida dell’OMS. 

Simpatica questa join venture tra l’OMS, unico detentore della sacra verità sanitaria globale e YouTube, che forse ha perso il You ed andrebbe chiamato TheyTube, visto che può decidere chi può pubblicare cosa, secondo linee guida totalmente discriminatorie e soggettive.

Il Great Reset come nuova normalità, continua Viganò, rappresenterà un insieme di concessioni fino a ieri scontate, ma che oggi sono pagate a caro prezzo: privazioni di libertà, compromessi assurdi, pretese oscene e non dignitose.

Con la pandemia ci hanno raccontato via via che l’isolamento, il lockdown, le mascherine, il

coprifuoco, le messe in streaming, la didattica a distanza, lo smart-working, il recovery found, i

vaccini, il green pass, ci avrebbero permesso di uscire dall’emergenza e, credendo a questa

menzogna, abbiamo rinunciato a diritti e stili di vita che, come ci avvertono costoro, non torneranno più.

“Nulla sarà più come prima”, ci dicono, ma il dato più preoccupante è che tale affermazione non fa più nemmeno scalpore. Abituarsi a tutto questo può anche essere semplice, ci si può adattare, trovare nuovi equilibri in questa normalità che sa così tanto di dittatura, ma il vero equilibrio che ognuno di noi dovrebbe trovare è quello dettato dalla saggezza di uno spirito pronto, capace di comprendere dove debba iniziare e finire la prudenza e dove, invece, si tratti di panico, esagerazione, e scuse per sottomettere un’umanità stanca e disillusa.

Non perdiamo, però, la speranza: ancora oggi la Salvezza è a portata di tutti, e al di là degli interventi di una chiesa cattolica, che spesso delude e si copre di scandali e altrettanto spesso si allontana dall’originale messaggio del Vangelo, ricordiamo che ciò che conta davvero è la nostra anima, la nostra essenza, il nostro spirito. Se questa vita, così precaria, può esser paragonata ad un battito di ciglia, è anche vero che la scintilla divina presente in ognuno di noi è pur sempre eterna e che la scelta è soltanto nostra. Su cosa vogliamo davvero investire e a Chi vogliamo credere davvero?

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