Capita molto spesso nella vita di avere momenti sì e momenti no. Ci sentiamo in piena forma ed energia, ci sentiamo capaci di lottare e affrontare ogni problema. Siamo contenti di come stiamo procedendo eppure, in un attimo, il buon umore svanisce. E’ bastato un ricordo, magari è stato ascoltare una canzone, o un tale che mi ha rammentato un’immagine, un viso. Sta di fatto che dal buon umore si è passati al cattivo umore nel breve tempo e non ci si spiega il perché. Probabilmente perché ogni vissuto di esperienza conscia o non conscia è relegata nella dimensione più profonda di noi stessi; la dimensione inconscia. Ogni esperienza di vita, sebbene non sia portata alla coscienza, rimane sempre ancorata nell’inconscio (Freud, 2012). Questo non significa che non resta attiva ma solo che al momento non desta preoccupazione. Basta però uno stimolo a risvegliarla. Cosi, la persona che dal buon umore passa al cattivo umore in un attimo, resta ignara non tanto dello stimolo, ma di quello che ha risvegliato lo stimolo. Ad esempio, si può essere consapevoli che la giornata uggiosa stimoli in noi una certa malinconia ma quest’ultima a cosa sia collegata resta un motivo inconscio per molti. Questi sono alcuni casi in cui una piccola cosa ci mette di un gran malumore.
Quando ci si sente intrappolati nel malumore spesso, la persona si sente così afflitta da pensare di non potersene liberare ed è proprio questo pensiero che accentua e rinforza il malumore al punto da trasformarsi in alcuni casi in depressione. Il pensiero del depresso è orientato al pessimismo; il bicchiere diventa sempre mezzo vuoto. Non solo possiamo riempire il bicchiere, ma possiamo berne per procurarci uno stato d’animo positivo. Ci si chiede, come possiamo scacciare il malumore? Un passo consiste nel non accentuare il contrasto interno del combattere il malumore ma accettarlo per non sentirsi in guerra con i propri moti pulsionali. «Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? (Gc 1-4).
Quando vogliamo ottenere una cosa è inutile lottare ma è più funzionale imparare ad accettarsi. Si badi bene che l’accettazione di se presuppone una conoscenza del funzionamento della propria attività psichica per utilizzare al meglio le proprie risorse. La nostra attività psichica interna spesso fa brutti scherzi, pensiamo di volere una cosa ma in realtà a volerla è una vocina interna che riguarda il nostro passato. Pensiamo di agire da adulti ma in realtà agiamo come facevamo da bambini, pensiamo di essere dei buoni educatori eppure ci comportiamo come genitori critici (Berne, 1971).
Più specificatamente, ci sono modi di pensare, sentire e agire che corrispondono allo stesso modo dei propri genitori e ci si comporta ad imitazione di essi, perché hanno rappresentato un grosso momento affettivo. Chiamiamo questo modo interiorizzato Genitore interno (Ibidem 1971). Conoscerlo ci aiuta ad esplorare la nostra autentica libertà, difatti, c’è scritto: «conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». (Gv 8, 32).
Ci sono modi di pensare, sentire e agire che sono una riproduzione di quello che si è pensato, sentito e agito quando realmente eravamo piccoli e in questo caso parliamo del nostro Bambino interiore (ibidem 1971). L’agire in riferimento al passato non depone per un atteggiamento maturo di se, tutt’altro. Un’attenzione costante al passato del proprio (Genitore) interno o del proprio (Bambino) interno ci fa restare paralizzati in un atteggiamento nevrotico simile alla realtà ma che non lo è. Il nevrotico sente di essere se stesso ma si sente costretto a comportarsi diversamente. Il nevrotico non si muove né avanti né indietro, emblematico è la storia della moglie di Lot: «Lot e le figlie ubbidirono e fuggirono da Sodoma. Non si fermarono un momento e non guardarono indietro. Ma la moglie di Lot disubbidì. Giunti a una certa distanza da Sodoma, si fermò e guardò indietro. Così la moglie di Lot divenne una statua di sale». (Gn 19, 26).
Ci sono modi di pensare, sentire ed agire che non sono in relazione al qui ed ora e compromettono la vita. Con maestria Gesù indica all’uomo il sapere porre attenzione al qui ed ora per non perdersi nelle sinuosità del passato o del futuro. Ci sono persone troppo proiettate in avanti, come quelle troppo proiettate all’indietro, di certo atteggiamenti descritti come nevrotici.
Ci sono momenti sereni eppure basta un clic, uno stimolo, un ricordo, un pensiero che attiva in noi un aspetto Genitoriale o Bambino interiorizzato che d’un tratto scatta il malumore. E’ probabile che l’Adulto non riesce a prendere il controllo e si lascia influenzare. Nel momento in cui accettiamo e riconosciamo quanto deriva dal passato (Bambino e Genitore interiorizzati e agiti) possiamo comportarci diversamente; possiamo cambiare nuovamente il malumore in buon umore. Ogni disagio si trasforma in prestazione. Come ci ricorda Paolo: «…perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana.»
1 Corinzi 15:9-10.
Bibliografia
Eric Berne, Analisi transazionale e psicoterapia, ed. Astrolabio, Roma 1971
Pasquale Riccardi, Parole che trasformano ed. cittadella Assisi, 2016
Sigmund Freud Introduzione alla psicoanalisi Ed. Bollati Boringhieri 2012.
Pasquale Riccardi
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