Circa duemila anni fa’ Seneca, scrisse: “Il tempo scorre velocissimo e ce ne accorgiamo soprattutto quando guardiamo indietro: mentre siamo intenti al presente, passa inosservato, tanto vola via leggero nella sua fuga precipitosa. […] Non credevo che il tempo passasse così rapidamente, ma ora mi accorgo della sua incredibile velocità, poiché sento vicino il termine ultimo, e comincio a rendermi conto delle mie perdite”.
Esattamente come Seneca, spesso ci ritroviamo a considerare con la stessa percezione il tempo perso o speso. Noi del terzo millennio, sin dagli inizi degli anni 90 abbiamo assistito a un’evoluzione culturale, politica, sociale, economica ma soprattutto, all’impennato dinamismo tecnologico espresso in una perpetua metamorfosi mondiale. Un progresso che avrebbe dovuto migliorare la vita di ogni essere umano in ogni area del pianeta; ma per quanto le nuove scienze tecnologiche possano essere vantaggiose, in molti casi hanno generato disuguaglianze sociali creando un divario tra chi ha potuto trarre vantaggio e da chi è rimasto escluso. Una società contemporanea che per quanto al passo con le risorse tecnocratiche non ha debellato ne superato le condizioni di una piaga che è in aumento: la povertà. Poco importa che sia estrema, assoluta, relativa o moderata. La povertà è una calamità che per diversi motivi colpisce circa 6 milioni di italiani (dato del 2021).
Il Forum Diseguaglianze e Diversità ha pubblicato un report su Lavoro e Povertà, un insieme di dati e analisi, raffiguranti salari e professioni precariali che non garantiscono continuità e certezze per riemergere dalla soglia della povertà.
“Soglia” di povertà: questa è la parola spesso usata, per definire di chi vive di là dal confine tra ricchi e poveri. L’impressione sempre più distinta, specialmente dopo aver dato voce, alle preoccupazioni espresse nel documento sul lavoro redatto dallo scorso Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, in altre parole che un numero sempre maggiore di persone nel nostro Paese sia spinto verso quella soglia, per finire inesorabilmente al di fuori del mondo dei diritti e delle opportunità. La miseria oggi non è così scontata. Per abitudine mentale concettualizziamo il povero in un senzatetto che gira per strada con la barba lunga e i vestiti strappati: gli Homeless… ma la realtà è diversa. I nuovi poveri, oggi sono persone che hanno un lavoro, ma non riescono a fronteggiare le spese quotidiane, soprattutto se capita un imprevisto. Dobbiamo renderci conto che chi ha davvero bisogno del nostro aiuto potrebbe anche essere il vicino di casa che non sempre riesce a mettere sul tavolo il pranzo e la cena, o che non può andare dal dentista o che ancora non riesce a pagare le spese mediche.
Povertà significa mancanza o meglio ancora assenza! Assenza di mezzi materiali, in particolare quelli fondamentali, come il cibo sufficiente per vivere, la casa, le cure sanitarie, l’istruzione, ecc.; significa anche vivere in abitazioni degradate, in quartieri insalubri, in zone in cui la domanda di lavoro scarseggia o il lavoro è poco riconosciuto o scarsamente remunerato e senza tutela.
Purtroppo siamo consapevolmente informati che la politica non ha ancora individuato le strategie definitive per contrastare questo grave disagio sociale, benché in Italia ci siano varie forme di sussidio erogate dallo stato, ma ciò è insufficiente e non vogliamo puntare il dito parlando di economia politica, ma conosciamo bene le limitazioni di molti cittadini italiani. Alcuni giorni fa un articolo supportato da video ha invaso il web, toccando il cuore di molti lettori: “ Migliaia di persone in fila sin dalle tre del mattino davanti alle porte di “Pane quotidiano”. File chilometriche per ricevere un pasto caldo, un capo di abbigliamento, un giocattolo per il proprio figlio. Nel corso degli anni il popolo dei poveri è mutato, un tempo erano i senzatetto e gli anziani, oggi intere famiglie (40%) italiane e straniere.
Non possiamo rimanere abulici a osservare senza intervenire, quando il tuo prossimo muore di fame o non ha indumenti per coprirsi o non ha mezzi ripararsi dal freddo. Non sempre è stato possibile intervenire e molte sono le volte che congiungendo le mani ci rivolgiamo al cielo supplicando un aiuto e ci rallegra quando la nostra preghiera è esaudita divinamente da membri attivi di volontariato.
In Italia c’è una grande tradizione di volontariato per aiutare i poveri e le persone in difficoltà. Le organizzazioni non profit laiche e religiose offrono diversi servizi: dalla mensa, ai vestiti, al banco alimentare, al sostegno per i compiti, all’assistenza medica. In alcune grandi realtà sono molto attive nel contrasto alla povertà. In Italia piccole e medie aziende unendosi alle attività delle associazioni svolgono un ruolo capace di incidere profondamente sulla società. Non vi faremo un elenco delle associazioni benefattrici, esiste internet per questo ma ne sceglieremo due a caso.
LA QUERCIA DI MAMRE organizzazione nata il 3 Luglio 2013 grazie allo spirito collaborativo di dodici soci fondatori, animati da amore, da compassione e carità cristiana, quotidianamente svolge un ruolo essenziale nella vita degli ospiti. I volontari armati di sorrisi e gentilezze ed espressioni di benvenuto distribuiscono gratuitamente circa 100 pasti caldi a pranzo mentre la cena, è consegnata in confezione asporto a chi ne fa richiesta. Il servizio mensa è effettuato a pranzo dal lunedì al sabato per tutto l’arco dell’anno con inizio dalle 11.30 e termine alle 12.30. Inoltre per i nuclei famigliari in difficoltà, residenti nella zona è attivo un servizio di distribuzione settimanale di beni alimentari. Una instancabile e operosa risorsa non solo per i disagiati ma anzitutto per il territorio di Treviglio e le zone limitrofe
LA FINESTRA DEL SOLE. DAL 2019 un gruppo di amici, si sono uniti incoraggiati dal principio cristiano “ Ama il prossimo tuo, come te stesso ” disponendo il proprio tempo e attivando le proprie energie per le raccolte alimentari nei centri commerciali delle grandi distribuzioni (Lidl, Esselunga, Eurospin, Aldi, Dm ecc.) o nei punti di vendita associati alle iniziative. Le collette alimentari suddivise in pacchi, vengono mensilmente consegnate alle famiglie. La Quercia di Mamre e la Finestra del Sole come le altre migliaia di associazioni non si occupano soltanto consegna di beni alimentari, ma rappresentano un importante movimento del “no profit” italiano; e con tanti volontari sul territorio nazionale che nel loro stile di vita hanno compreso l’importanza dell’esserci laddove sono presenti necessità per la sopravvivenza, Rammentiamo e custodiamo nel nostro cuore che “Essere solidali” vuol dire aiutare il prossimo moralmente e materialmente, ed è sinonimo di fratellanza e amore verso gli altri; il cristianesimo ci insegna l’amore fraterno ed è un dovere diffondere il bene anche a chi non è credente o appartiene ad altre società ed etnie; poiché la solidarietà dovrebbe essere una presenza costante nel nostro carattere e nelle nostre azioni. Facciamo parte della storia attuale che ci insegna costantemente e continuerà a farlo per prepararci alla nostra storia futura. Se leggendo quest’articolo, ci sentiamo motivati, abbiamo il potere di dare il via a un processo virtuoso. Se sentiamo l’esigenza di domandarci come poter aiutare i poveri in Italia, il passo successivo potrà essere la ricerca di una realtà vicina al nostro quartiere o nella nostra città. Possiamo renderci utili impiegando il nostro tempo, le nostre risorse; possiamo aprire una campagna per raccogliere cibo e per aiutare chi ha difficoltà a mettere insieme un pranzo e una cena, in alternativa lanciare una raccolta fondi per aiutare a pagare le bollette. Ma qualsiasi sia l’azione compiuta anche la più piccola, sarà una fiaccola che illuminerà una testimonianza di amore e speranza per un futuro migliore.
E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. Matteo 25:40
LELLA FRANCESE
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