Ciao, mi chiamo Giuseppe, al momento in cui scrivo ho 18 anni, ma Il Signore ha cominciato un’opera nella mia famiglia già quando ne avevo 5. Ho quindi sempre creduto nell’esistenza di Dio ma nonostante le insistenze di mia madre, ho frequentato per poco tempo la chiesa e quelle poche volte che ci andavo la mia mente andava altrove. Questa passività mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza.
A proposito della mia adolescenza e meglio dirvi che non è stata per niente il periodo più bello della mia vita: avevo grossi problemi a relazionarmi con le altre persone. Al di là della mia timidezza, i miei coetanei mi guardavano da capo a piedi, mi giudicavano e spesso mi isolavano. Tutte quelle persone che sembravano amichevoli, se in gruppo, ne approfittavano per mettermi i piedi in testa. Ero solo, deluso, amareggiato, riuscivo a difendermi solo attraverso il cinismo e la misantropia. Parallelamente la mia autostima cominciò a crollare, mi sentivo inutile, e spesso mi domandavo: “Perché sono così ? Qual è il mio futuro, il mio scopo?”. Incominciai a credere che io fossi stato creato unicamente per essere soppiantato dagli altri oppure per essere sacrificabile per quelle poche persone che volevo bene. Odiavo la mia vita e più volte ho tentato di farla finita, ma la mia ragione spesso interveniva mettendomi di fronte mio fratello, la persona che voglio più bene al mondo: sapete egli è un dono di Dio a me poiché io glielo chiesi quando ero piccolo, e non potevo assolutamente segnarlo con la mia morte. Continuavo quindi ad essere triste e il mio unico sfogo era il disegno in cui rappresentavo volti che piangevano e anche la morte.
Ma da quest’estate la mia vita è cambiata radicalmente!
Era arrivato un nuovo pastore nella mia piccola comunità che mi aveva messo in contatto con i giovani della sua chiesa. Fui spinto a frequentarli e fin da subito si dimostrarono amichevoli e senza pregiudizi, riuscirono inoltre a penetrare quella dura barriera che mi ero creato. Subito dopo partii per una settimana di studi biblici e lì il Signore mi salvò. Infatti scoprì che se mi fossi affidato completamente a Lui, Egli mi avrebbe reso un uomo nuovo, uno strumento potente nelle sue mani. Adesso la mia vita aveva uno scopo ed era servire Dio. Mi resi conto come essa fosse meravigliosa e piansi, e piansi di una gioia tale da sfogare tutta la mia tristezza. Al mio ritorno fui coinvolto a pieno nelle attività della chiesa e le mie giornate si riempirono della contemplazione della parola di Dio e della preghiera.
La solitudine mi ha abbandonato e adesso ho degli amici sinceri con cui confrontarmi e confidarmi.
Ecco Il Signore è il nostro salvatore, nonché il nostro migliore amico, in Lui puoi trovare conforto e gioia; e nel suo volere lo scopo della tua vita.
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