Organizzazioni criminali esercitano pressioni sulle chiese. Minacce, violenze, estorsioni, rapimenti sono elementi caratterizzanti la forma di controllo che i narcos applicano anche alle chiese. Pastori e chiese vengono minacciati anche a causa delle attività evangelistiche.
La pressione del crimine organizzato e dei cartelli della droga sulle comunità cristiane in precise aree del Messico è tale che a volte sfocia in violenze capaci di generare paura e spingere le chiese a mantenere un profilo basso. Pastori in posti come Cuernavaca (stato di Morelos) e Chimalhuacan (stato di Messico), città non molto distanti dalla capitale, Città del Messico, denunciano pressioni e minacce notevoli da parte dei signori della droga. “Solitamente queste cose accadevano negli stati del nord, quindi vicini al confine con gli USA, ma ora sta diventando un problema più diffuso”, ci ha rivelato uno di questi pastori, che preferisce rimanere anonimo.
La pratica di quello che noi definiremmo “pizzo” alle attività commerciali si è estesa anche alle chiese, alle quali sono imposte “tasse” da parte di queste organizzazioni criminali che le congregazioni devono pagare per poter svolgere le proprie attività o per avere la possibilità di fare eventi pubblici. “Queste ‘tasse’ sono comunemente conosciute come derecho de piso (diritto di occupazione suolo) o venta de protección (vendita di protezione)”, spiega il nostro collaboratore Dennis P., responsabile della nostra attività in Messico. La stragrande maggioranza di queste estorsioni non viene denunciata, per paura delle puntuali ritorsioni che la polizia non sembra in grado di evitare. “La gran parte dei leader che ho intervistato sul tema, denuncia questo fenomeno come massivo oramai. Altri, alle domande dirette preferiscono non rispondere per paura”, continua Dennis.
Oltre a questo vi sono i rapimenti con richiesta di riscatto, altro fenomeno criminale diffuso che colpisce anche le chiese. Non solo pizzo e rapimenti: “Registriamo casi di chiese forzatamente chiuse dai cartelli della droga. Oltre a ciò anche persone o famiglie cristiane obbligate a non andare in chiesa o a riportare ogni loro movimento”. In alcune aree si formano gruppi armati di autodifesa che reclutano anche bambini per opporsi ai narcos, ma che poi, gestiti da ex narcos, prendono derive criminali. Un cristiano locale ci dice: “In Michoacán, uno di questi gruppi ha fatto irruzione nella nostra comunità cacciandoci con bastoni e machete e minacciandoci di lasciare libero il locale. Hanno detto che se torno in chiesa mi uccidono”. Ogni attività evangelistica può causare minacce e attacchi in alcune aree. “Denunciare ingiustizie, schierarsi contro crimini come il traffico di droga o predicare contro di essi da un pulpito in chiesa o in altre circostanze è assai pericoloso e può attirare su di sé aggressioni, minacce e intimidazioni”, conclude il nostro collaboratore Dennis.
Porte Aperte Italia
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