Il governo parte lancia in resta contro le banche popolari. E lo fa con un decreto che trasforma in Spa gli istituti con patrimonio superiore a 8 miliardi di euro abolendo il voto capitario (che costituisce il cuore del funzionamento delle banche popolari). Può sembrare un fatto lontano dai nostri orizzonti. In realtà è un provvedimento che ha gravi conseguenze negative sia sul risparmio nazionale sia sul credito alle famiglie e alle piccole medie imprese.
Non è la prima volta che l’attuale maggioranza di governo tenta di cancellare le Banche popolari dall’orizzonte del sistema bancario italiano. Stavolta però queste norme, infilate nell’Investiment Compact dopo averle “prelevate” da un disegno di legge sulla concorrenza attualmente in via di elaborazione presso il ministero dello Sviluppo Economico, rischiano di mettere in ginocchio per sempre il modello di banca territoriale.
Contro il decreto si è alzata la voce dell’associazione delle banche popolari. Assopopolari ritiene il decreto “ingiustificato e ingiustificabile” annunciando che non lascerà nulla di intentato contro il decreto. “Il modello di banca territoriale – afferma Assopopolari – non è risultato sostenibile al di fuori della banca cooperativa, vuoi nell’articolazione della banca popolare, vuoi della Bcc”. Inoltre secondo l’associazione “non deve esserci una politica economica finalizzata esclusivamente a trasferire la proprietà di una parte rilevante del sistema bancario italiano alle grandi banche internazionali”. Assopopolari fa notare che il processo di consolidamento del settore oggi “segna il passo, non perché ostacolato dalla forma giuridica delle banche popolari, ma per l’avvento di regole e prassi di sorveglianza europee particolarmente avverse alle attività di finanziamento di famiglie ed imprese, e particolarmente severe verso intermediari che operano in paesi da lungo tempo in recessione e con elevato debito pubblico come l’Italia”. Insomma, come sempre più spesso accade le decisioni politiche – soprattutto quelle prese senza una visione globale del benessere del cittadino ma solo nell’interesse dell’economia – influiscono negativamente sui soggetti più deboli, ovvero le famiglie e i piccoli e medi imprenditori. Le banche popolari, lo ricordiamo, nacquero con la specifica missione di essere finalizzate alla raccolta del risparmio, da destinare principalmente al credito verso le famiglie (anche e soprattutto in difficoltà) e le imprese, specie medio piccole, del medesimo territorio.
Antonella Folgheretti – notiziecristiane.com
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