Un migrante su 45 muore durante la traversata del Mediterraneo.
(ve/ref.ch) Il numero dei migranti che annegano durante la traversata del Mediterraneo è significativamente aumentato. Dal 2015 sono già morti quasi 15.000 uomini, donne e bambini.
Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) i rischi della fuga attraverso il Mediterraneo sono in aumento. Nel 2015 durante la traversata è morta una persona su 269, un anno dopo una su 71. Nel 2019 la quota è salita a una persona su 45. I dati sono stati comunicati da Dominik Bartsch, rappresentante dell’UNHCR in Germania, intervistato dal Rheinischer Post di Düsseldorf.
L’anno scorso, ha riferito Bartsch, sulla rotta del Mediterraneo sono annegate complessivamente 2.277 persone, quest’anno già 584. Dal 2015 sono morti durante la traversata del Mediterraneo 14.867 donne, uomini e bambini.
Appello all’Italia
Bartsch ha detto che dovrebbero esserci più soccorritori e ha aggiunto: “Mi aspetto che l’Italia si ricordi della propria tradizione umanitaria e anche nautica”. Sul caso della comandante Carola Rackete dell’organizzazione Sea-Watch, dapprima arrestata e quindi rilasciata in Italia – ma ancora in attesa di giudizio -, Bartsch ha detto che in una situazione di emergenza la vita e la salute hanno la priorità. “La criminalizzazione del salvataggio in mare non può essere e non sarà mai la soluzione del problema”, ha detto.
Carola Rackete
Nel fine settimana Carola Rackete, dopo due settimane di vane richieste, era entrata nel porto di Lampedusa con 40 profughi a bordo e senza il consenso delle autorità italiane ed era quindi stata fermata e, in un p
rimo momento, posta agli arresti domiciliari. Ai migranti è stato permesso di scendere a terra. L’indagine sulla comandante della Sea-Watch non è tuttavia conclusa, ma prosegue sul filone del presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
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