McGregor diventa Gesù e il diavolo

38680_pplVogliamo spegnere i riflettori su un nuovo film non biblico di Gesù di Nazareth.  Da sottolineare film “non biblico” come potrete leggere dalla descrizione e dai pensieri degli stessi autori e/o attori. Quante cose riescono a inventarsi per screditare su Gesù!.
Debutterà al Sundance Film Festival (22 gennaio – 1 febbraio), nella sezione Premieres, fuori concorso, Last Days in the Desert, del colombiano Rodrigo Garcia.

In pieno revival biblico a Hollywood, da Noah a Exodus, anche il cinema indie compie una variazione sulle Sacre Scritture. Debutterà infatti al Sundance Film Festival (22 gennaio – 1 febbraio), nella sezione Premieres, fuori concorso, Last Days in the Desert, del colombiano Rodrigo Garcia (figlio di Gabriel Garcia Marquez), con lo scozzese Ewan McGregor sia nei panni di Gesù che del diavolo. Il cineasta, già regista, fra gli altri, di Albert Nobbs, partendo dai 40 giorni passati da Gesù nel deserto ha scritto una storia originale sul confronto fra Yeshua (nel film per il Messia si usa il suo nome in aramaico) e il demonio che lo tenta. McGregor non si aspetta sul film polemiche simili a quelle scatenate da L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese: ”Non è una storia biblica – ha spiegato l’attore a Entertainment Weekly -. E’ una storia che ha inventato Rodrigo. Si può guardare il film non pensando si parli di Gesù. Potrebbe essere semplicemente un altro sant’uomo, un rabbino, che cammina nel deserto cercando risposte”. Anche se Yeshua nell’interpretazione di McGregor ”è convinto di essere il figlio di Dio e che suo padre gli abbia chiesto di compiere il suo percorso, fino a morire per i peccati degli uomini. Ho provato a immaginare cosa significasse vivere tutto ciò per un uomo”. Mentre nella parte del demonio ”ho tentato di sgretolare quella convinzione. Il diavolo tenta di allontanarlo da quella certezza”.

Nel film, dopo i 40 giorni di tentazioni, il demonio presenta a Yeshua un’ultima inaspettata sfida, attraverso una famiglia in crisi che Gesù trova in quel paesaggio desertico. Secondo l’attore si può vedere il demonio nel film anche come ”un altro lato di Yeshua, forse l’incarnazione del suo dubbio. Lui è là per metterlo alla prova, provando a insinuare che il padre non lo ami, che non sia interessato alla sua lotta”. Garcia e i produttori (Division Films e Mockingbird Pictures) hanno evitato polemiche preventive: è stato svelato solo con l’annuncio della partecipazione del film al Sundance, che il personaggio principale della storia fosse Gesù. Nelle precedenti notizie su Last days in the desert, che ha nel cast, fra gli altri, anche Tye Sheridan, Ciaran Hinds e Ayelet Zurer, i protagonisti erano descritti in modo più vago: ”un sant’uomo e un demonio in un viaggio attraverso il deserto”. Per le riprese è stato scelto l’Anza-Borrego Desert State Park nel sud della California. ”Una location incredibilmente bella – ha spiegato la produttrice Bonnie Curtis -. Non è stata molto utilizzata dal cinema ed è vicino a casa, dove possiamo avere i migliori artisti del mondo nel film”. Ad esempio come direttore della fotografia c’è Emmanuel Lubezki, premio Oscar per Gravity (e probabilmente di nuovo in corsa per la statuetta con Birdman, ndr), che ha definito la breve sceneggiatura di Garcia (62 pagine) ”minuta e straordinaria”. McGregor, che è stato anche volto del giovane Obi-Wan Kenobi nella trilogia prequel di Guerre Stellari, per scrollarsi di dosso la tensione dell’impegnativo compito di Last days in the desert, si è concentrato sugli aspetti umani del personaggio: ”Non recito Gesù. Recito un uomo che ha per padre Dio e che cerca di parlare con lui. E’ principalmente un film su padri e figli, è questo il cuore della storia, in ogni scena”.

Tratto da: http://www.gazzettadelsud.it/


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