“Ti portiamo in rianimazione ma solo per questa notte… domattina sarai di nuovo qui nella tua stanza” 30 Dicembre 2019.
Con questa frase, con queste parole, iniziò il periodo più brutto, anzi no forse “brutto” è riduttivo, meglio dire il periodo più tragico e drammatico della mia, della nostra vita. Quando scoprii di essere in attesa era un momento particolare, mi sentivo benedetta e guidata da Dio e proprio in quei giorni dell’Aprile 2019 arrivò anche questa notizia, anzi LA NOTIZIA, quella che ti cambia la vita, quella che ti stravolge, quella che (soprattutto a noi donne) ci cambia dal primo istante: c’è una vita dentro di me!! Il miracolo, un qualcosa di indescrivibile, a tratti irreale fino a quando non senti un certo “suono”.
Un bellissimo pomeriggio di Maggio sentimmo quel suono, così forte e deciso che riempì i nostri occhi di lacrime, era il battito del suo cuoricino, l’ulteriore conferma di quel meraviglioso miracolo chiamato VITA! Passai i 9 mesi di gravidanza in modo spettacolare, senza mai manifestare nessun tipo di malessere; vedevo il mio corpo man mano cambiare, vedevo man mano la pancia crescere e muoversi..che cosa meravigliosa i primi calci, i movimenti estremi che faceva da un lato all’altro. Forse a volte erano anche dolorosi ma unici! Man mano ci avvicinavamo a quel famoso “fine Dicembre” tanto discusso quanto atteso e durante il nono mese iniziavo sempre le mie giornate ascoltando un cantico per sentirmi in comunione con Dio, anche se a tratti non capivo come mai mi accompagnavano quelle parole così importanti, il titolo è “Mantieni le tue promesse”, ma nonostante non capissi il peso di quel testo comunque lo cantavo tutti i giorni, certa e sicura che Dio mi stesse parlando.
Mi fu programmato il ricovero il 26 per parto indotto e con varie sofferenze, fastidi e dolori arrivammo al 30 dicembre, quel giorno si iniziò a fare sul serio, iniziò il vero travaglio, forse l’esperienza più dolorosa ma la più bella perché nonostante le sofferenze e varie cose che non andarono proprio per il verso giusto, vidi finalmente la mia principessa, meravigliosa, bellissima, con quei due occhioni spalancati che mi fissarono per qualche secondo come per dire “eccomi mamma ero io quella che si muoveva dentro di te”. Non potevo crederci: era lei la mia principessa, la mia meraviglia, così rosea, pulita, perfetta! In ogni momento di quella giornata ricordavo a Dio che a Lui mi ero affidata affinché guidasse ogni cosa e lo dissi ad alta voce anche a tutti i medici, ostetriche e infermieri che mi circondavano “Dio vi benedica e vi guidi nel vostro lavoro, umanamente mi sto affidando a voi, ma prima di tutti mi sono affidata a Dio!” La mia bambina fu portata subito sotto osservazione e anche a me dopo qualche ora toccò fare la stessa cosa, ma non riuscivo a comprenderne il motivo. ”
“Ti portiamo in rianimazione ma solo per questa notte, domattina sarai di nuovo qui nella tua stanza” così mi dissero quella sera, perché qualcosa di strano era avvenuto durante il travaglio, febbre, forti brividi, tachicardia, stato confusionale, ma essendo circondati da medici ci sentivamo comunque nel posto giusto. Beh anche se inutilmente e nel mio continuo stato confusionale mi opposi, la notte in rianimazione la passai davvero, solo che l’indomani mattina la frase che i miei familiari si sentirono dire fu: “Stanotte a Valeria l’abbiamo presa per i capelli…” “È una brutta bestia” (la frase che mia madre non sopportò) “Un fuoco che si accende dentro il corpo” In una parola? SETTICEMIA.
Sinceramente l’avevamo sentita dire qualche volta, ma non pesavamo mai di averci a che fare faccia a faccia. Non ricordo quante flebo, quante punture, quante cure, quante vene non trovate, quanti fili attorno a me, quanti controlli. Ricordo solo che non passava una sola notte o un solo giorno senza che io chiedessi “quando mi fate uscire? io devo andare dalla mia bambina” eh si, perché sapevo che eravamo entrambe sotto osservazione con quel fastidioso tubo dell’ ossigeno che ci aiutava, ma io ero la mamma e dovevo affrettarmi per andare da lei. Dentro quella stanza della Rianimazione non avevo un orologio..ero diventata brava a calcolare i vari momenti della giornata in base ai cambi turno, al passaggio dei medici, ai pasti, e a chiunque mi si presentava non esitavo a dire “ma io sto bene, fatemi uscire”! Fino a quando, qualche giorno dopo (quando i medici lo ritennero opportuno) ricevetti la notizia, anzi un altro tipo di notizia che una mamma non vorrebbe mai sentire, specialmente nel “ momento più bello della mia vita”.
Non riuscii mai più a dire “io sto bene”, poichè la mia vita da quel momento fu distrutta. Ho gridato a Dio nel silenzio di quella stanza del reparto di Rianimazione; avevo molto tempo per farlo e altrettanto tempo per pensare a tutto. Ho chiesto a Dio tante volte PERCHÉ? Poi mi sono soffermata più volte a ricordare le ultime settimane di Dicembre, dove non passavo giorno senza ascoltare quel cantico meraviglioso e mi venivano in mente quelle parole “anche se io non vedo risposta, per me Tu stai operando”. Già, perché a Dio gridavo solo domande e Lui già mi aveva preparata “tu non vedi ma io sto lavorando per te”. Sì, Dio stava operando per me forse nei modi per me sbagliati, mi sta facendo troppo male, ma a Lui mi sono affidata come un figlio si fida del Padre. Fino al 30 dicembre avevo programmato che da lì in poi i miei sorrisi, il mio canto, i miei impegni sarebbero stati arricchiti da una perfetta complice e compagna: mia figlia! Oggi ammetto che ci sono stati tanti pensieri e momenti negativi che volevano far in modo che io non sorridessi più, non cantassi più, ma solo con l’aiuto di Dio, con la Sua forza che si dimostra perfetta nella mia debolezza, io ho ripreso a sorridere anche se con un grande dolore dentro. Ho ripreso a cantare e ho ricominciato proprio da quel cantico sopra citato “mantieni le tue promesse, fai prodigi, luce nel buio, mio Dio questo sei Tu!”
La prima volta che cantai fu quasi 2 mesi dopo, esattamente il 29 febbraio durante una riunione speciale tra giovani. Non fu per nulla facile, la voce non usciva, avevo ancora conseguenze di tutto l’ossigeno fatto in ospedale, faticavo fisicamente e moralmente. La sera prima di questa riunione una cara sorella che esercita la professione di logopedista ricordo che mi controlló la parte del diaframma confermandomi che era tutto un (normale) blocco psicologico ma che col fiato che avevo potevo far crollare le mura!! Quelle parole scaturirono in me un insieme di pianti, tristezza, ma anche tanta forza e dovevo farcela, dovevo superare questo limite che mi bloccava, non dovevo ascoltare quei pensieri che mi torturavano la mente “non ce la fai siediti, lascia fare agli altri, stai seduta”, io dovevo vincere! Quella sera, durante quella riunione ho vinto, con la voce tremante, calante, ma con tutto il cuore pregavo cantando e Dio mi ha dato la vittoria!! L’altra grande vittoria è stata la salute, cioè non avere nessuna conseguenza di questa grande infezione avuta nel mio corpo perché da quello che si sapeva qualche organo principale sarebbe potuto restare compromesso, ma grazie a Dio non è stato così, Lui mi ha liberata e guarita da tutto.
Certo porto ferite profonde nel cuore, quelle ferite invisibili agli occhi ma che hanno un peso enorme. Ma Dio ha fatto un miracolo! Mi ha fatto camminare nella valle dell’ombra della morte, ma Lui è stato con me! Ho visto mari, fiumi e fuoco nella mia vita pronti ad affogarmi e ardermi, ma Lui non mi ha mai lasciato la mano! Mi ha tolto la cosa più bella ma, mi ha dato una forza e un motivo e un senso in più per cantare! Lui mi ha detto “non preoccuparti IO so i pensieri che medito per te, pensieri di pace e non di male, per darti un’avvenire e una speranza”. Rifletto spesso su quanto sia umanamente difficile rimanere fermi davanti ai “No” di Dio; forse perché diamo per scontato che debba sempre esserci un miracolo o comunque che le cose alla fine debbano andare sempre per il meglio.
Beh, sono la testimonianza che purtroppo non sempre è così, e anche se non so dare una piena spiegazione a tutto ciò, dico solo che, mi fido di Dio e non ne potrei farne a meno! Pochi mesi fa improvvisamente ho perso anche mio padre. Nel giro di soli 5 mesi di nuovo un altro momento particolare, forte, duro per la mia vita, ed è in questi momenti che il nemico delle anime nostre cerca di fare il suo lavoro, buttarci giù, demoralizzarci, abbatterci, ma con Dio noi abbiamo vittoria, abbiamo speranza, abbiamo fiducia! E per quanto possiamo vivere momenti bui e tristi nella quotidianità, gridando a Dio sentiamo subito quell’intervento d’amore che produce un inspiegabile pace e serenità: è l’amore di Dio che opera in noi! Come dicono le parole di un altro bellissimo cantico “quando tutto dice no la Tua voce mi incoraggia a proseguire” Anima mia, avanti con forza! Amen!
Ferrentino Francesco La Manna