Recenti episodi, in qualche caso inquietanti, segnalano non solo che la tensione va aumentando, ma che il senso di umanità è ai minini termini.
A Silvan (Farqîn, provincia di Amed) gruppi di giovani sono scesi in strada nel quartiere di Yenişehir rivendicando la volontà popolare. Arrivati in prossimità di una stazione della telefonia mobile, questa veniva data alle fiamme rendendola inutilizzabile. All’arrivo delle forze dell’ordine, dopo aver lanciato slogan antigovernativi, i giovani curdi si scontravano con la polizia.
Se le proteste contro l’usurpazione dei municipi durano ormai da giorni, a Batman questo avviene con particolare energia.
Due giorni fa vari gruppi si erano riuniti nel Parco Yılmaz Güney, nel quartiere Kültür e nella strada Seyid Bilal. Da qui partivano tre cortei lanciando lo slogan “Fuori dal Kurdistan i fedecommissari” e “Vinceremo resistendo”.
Tra i partecipanti, Keskin Bayındır, copresidente del Partito delle Regioni Democratiche (DBP) a fianco dei cosindaci deposti di Batman, Gülistan Sönük e Yeşil Işık, del Movimento delle Donne Libere (TJA), del Partito Socialista degli Oppressi (ESP) e tante altre organizzazioni popolari.
A un altro corteo era intervenuto Keskin Bayındır, copresidente del DBP.
Lungo il percorso i manifestanti venivano accolti dagli applausi e dagli slogan dei cittadini scesi in strada inalberando cartelli.
Nell’intervento di un esponente del partito DEM si è ribadita la ferma intenzione “di resistere fino a che tale decisione illegale verrà ritirata e riconosciuta la volontà del popolo curdo. Siamo qui e resistiamo. Di sicuro vinceremo”.
Episodi inquietanti si diceva. Tali da evidenziare fuor da ogni dubbio (se ce ne fosse ancora bisogno) il livello di barbarie a cui giungono i regimi autoritari come quello turco attuale.
Medeni Erol, cittadino di Batman di 25 anni con un disabilità mentale del 70%, è stato duramente maltrattato al momento del suo arresto (ingiustificato). La sua “colpa”, presumibilmente, quella di essere il figlio di Mehmet Erol, consigliere comunale appartenente al partito DEM.
Stando alla denuncia del padre, sin dal primo momento della perquisizione, dopo che la porta era stata sfondata con un ariete, suo figlio era stato picchiato dai poliziotti (nonostante fossero stati avvisati dei problemi del giovane). Subito dopo veniva fatto aggredire da cani-poliziotto che lo mordevano al collo.
Portato in ospedale coperto di sangue, la ferita veniva ricucita con undici punti.
Al momento sarebbe ancora trattenuto in commissariato e potrebbe venir arrestatao per aver partcipato a una manifestazione di protesta per la destituzione dei sindaci democraticamente eletti.
Gianni Sartori